TIBET STORICO: IL TEMPIO DI “JOCKHANG”

  • by Redazione
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  • 08 Ott 2018
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Lasa, 拉萨市 Lāsà Shì in cinese, è l’attuale capitale della Regione Autonoma del Tibet. Da sempre principale centro culturale e politico della regione. Lasa, che in tibetano significa “Trono di Dio” è situata a 3.650 m di altitudine nella valle del Kyi Chu ed ancora oggi è un centro culturale di primaria importanza in tutto il Paese.

Monasteri buddisti, templi, eremi e conventi circondano la città, mentre il paesaggio montano di una bellezza austera ispirano una profonda devozione religiosa, donando così alla città un’aurea di spiritualità e sacralità unica nel suo genere.

Grazie alle mirate politiche affinché il Tibet entrasse nel nuovo millennio, Lasa è una delle mete preferite dei turisti cinesi e non. Ma una volta arrivati sul “Tetto del Mondo”, cosa c’è da vedere? Oggi cammineremo per le tortuose vie di Barkhor Street insieme a molti pellegrini per esplorare insieme il sorprendente Tempio Jokhang.

Situato nel centro della vecchia città di Lasa, il Monastero di Jokhang è la sede principale della Ramo Gelugpa (o “Ramo Giallo”) del Buddhismo Tibetano. La letteratura ufficialmente ritiene che fu eretto nel 647 d.C., ma alcuni storici e tibetologi ritengono che il complesso possa essere anche più antico.

Leggenda narra che il sito sia stato scelto personalmente dalla moglie del re Songtsan Gampo, la principessa Tang Wen Cheng. La principessa riteneva che l’Wutang, uno dei laghi montani nelle prossimità di Lasa, fosse in realtà il “cuore del diavolo “, una vera e propria fonte del male, cosicché lo fece prosciugare e riempire costruendo poi l’attuale tempio in modo da contrastare le forze del male. Il Tempio di Jokhang sorprende i visitatori per la commistione di stili, questo perché la struttura fu eretta da artigiani provenienti dal Nepal, dal Tibet e dalla Cina del Nord. Elementi tipici nepalesi si intrecciano con elementi tradizionali tibetani e con le figure classiche cinesi, offrendo al fedele e al visitatore un virtuosismo culturale unico in Cina.

Letteralmente Jokhang significa “Casa del Budda” ed è da sempre il centro spirituale del Tibet e la meta più sacra per tutti i seguaci del Buddismo Lamaista. Ogni anno il Jokhang ospita infatti la Grande Festa della Preghiera. Questa festa fu celebrata per la prima volta nel 1409 sotto la guida di Tsong Khapa, e si svolge ogni anno fin dal tempo del quinto Dalai Lama.

Nella sala centrale si trova l’oggetto più antico e più prezioso del monastero, ovvero una statua a grandezza naturale seduta di Sakyamuni. Questa venne portata in Tibet dalla principessa Wen Cheng in persona dalla sua casa a Chang’an nel 700 d.C. L’opera d’arte in questione è di fatto una statua  dorata ornata di preziosi gioielli dal valore inestimabile. I pellegrini si prostrano e pregano ai piedi di questa statua da secoli ed è, senza ombra di dubbio,  l’iconografia più sacra agli occhi del popolo tibetano.

Usciti dalla sala principale del Jokhang non si può non notare un vecchio e appassito albero di salice. In realtà quest’albero ha una storia antica quanto il tempio stesso. Si dice sia stato piantato dalla principessa Wen Cheng, ed ancora oggi, nonostante le intemperie e le vicissitudini della storia, si erge a difesa del tempio. Di fronte al salice è posizionato invece un pilastro di 3 metri di altezza realizzato nel VI secolo d.C. che registrò l’alleanza e l’amicizia tra il re del Tibet e l’imperatore della Cina nel 823 d.C.

Il tetto del Jokhang offre una splendida vista del Barkhor (circuito pellegrini) e del Palazzo del Potala. Sorprendente è la vista dei tetti d’orati superbamente realizzati dai mastri artigiani e decorati con numerosi uccelli, animali, campane ed altre figure complesse.

il famoso Lama, Nimaciren, riguardo il Tempio di Jokhang disse: “Nessuno andrà in Tibet senza visitare il Monastero di Jokhang“, dopo secoli la maggior parte dei turisti concorda con la sua osservazione. Prima di lasciare questo cuore spirituale del Tibet, vi consigliamo la visita al calar del sole dell’intero Tempio, questo perché di notte, i Lama del monastero, cantano i sutra. Ascoltare le loro melodie solenni in armonioso silenzio farà volare la vostra mente in una dimensione del tutto nuova.