LA SAGA DI UNA FAMIGLIA TIBETANA ATTRAVERSO L’ARTE DEI THANGKA

  • by Redazione
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  • 27 Mag 2019
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Norbu Sidar, un maestro di pittura thangka, passò i suoi giorni da adolescente recitando numerosi “sutra” dalle scritture buddhiste, e fece in modo che i suoi nipoti Konchoge e Tsering facessero lo stesso.
Essendo nati in una famiglia di pittori di thangka a Xigaze, hanno seguito i passi dei loro antenati per portare avanti il mestiere. “Thangka” è una pittura buddista tibetana su cotone o seta con pigmenti minerali e organici derivati da corallo, agata, zaffiro, perla, oro e altri materiali preziosi e resistenti, in modo che il colore
rimanga vivido e solido per secoli. I primi dipinti thangka risalgono al 10° secolo e rappresentano tipicamente divinità buddiste.

Norbu Sidar è un famoso maestro della scuola “Mensar” nella Regione Autonoma del Tibet. Mensar è una delle quattro maggiori scuole di thangka, essa pone l’accento sull’elaborazione delle immagini buddiste, del paesaggio, degli animali e degli indumenti. È a capo della Thangka Academy del Tibet, nel centro di Lhasa, dove offre lezioni gratuite a candidati interessati, in particolare a poveri ma talentuosi apprendisti della sua città natale, Xigaze. Anche Konchoge, un vice di suo zio, è un pittore di successo. Si siede spesso per ore davanti al telaio di pittura per esercitarsi e vuole diventare un maestro tra i più acclamati. “Per disegnare un thangka, è necessario esercitare il potere degli occhi, delle mani e del cuore, con la massima purezza nel cuore e la costante attenzione ai dettagli”, ha detto Konchoge.

Norbu Sidar e Konchoge sono la quarta e quinta generazione di pittori della famiglia Thutop, che circa 100 anni fa si trasferì dal villaggio di Tashigang della contea di Lhaze a Xigaze. Thutop imparò le basi della pittura quando lavorava per una famiglia di Lhasa. Dopo alcuni anni, Thutop ha stabilito il suo stile e ha iniziato a tramandare il mestiere. Suo figlio Dawa Dondrup, il pittore di seconda generazione della famiglia, era un maestro di talento ed è stato invitato a riparare dipinti antichi nella sala principale del Monastero di Sagya. Dawa Dondrup, il nonno di Sidar, ha ispirato e addestrato il ragazzo. “Quando ero giovane, mio nonno dipingeva la maggior parte del tempo”, ricorda Norbu Sidar. All’età di 12 anni, Norbu Sidar già conosceva a memoria moltissimi sutra. “Pensavo che fosse molto noioso recitare i libri, ma gli anziani della mia famiglia continuavano a controllare le mie recitazioni, e mi avrebbero sgridato severamente se la mia lena fosse venuta meno”, ha detto.
Norbu usa rami bruciati del salice come matite per disegnare su una tavola di pigmento bianco prima di continuare a praticare la colorazione e completare le linee per il thangka. Ha studiato con suo nonno per oltre sei anni. I dipinti  thangka sono molto geometrici e lasciano poco spazio per essere creativi, quindi la pratica è l’unico modo per renderli perfetti, spiega Norbu Sidar.

Negli anni ‘80, Norbu Sidar ha partecipato al progetto di riparazione e ristrutturazione del Monastero di Tashilhunpo a Xigaze, dove ha perfezionato le sue tecniche di disegno con pittori esperti. Dice che la parte più difficile sono gli occhi. “Anche la linea più sottile è importante: ogni tratto di penna indica il livello di padronanza del thangka, che varia da un pittore all’altro”. Norbu Sidar in seguito intervenne sui murales nel Monastero di Sera e nel Monastero di Drepung in
Tibet e divenne un abile conservatore e restauratore. Dal 2005 al 2015, ha lavorato in modo indipendente nel Palazzo del Potala per riparare dipinti del XVIII secolo, un lavoro che solo i migliori conservatori sono in grado di gestire. “Alcune linee sono scomparse e le immagini erano difficilmente decifrabili: dovevo leggere libri, capire cosa mancava, disegnare sul mio album da disegno prima di posare la penna sul muro o sulla stoffa”, ha detto.