AVETE MAI SENTITO LA VOCE DEL VENTO?

Molto spesso in Tibet, o più generalmente su tutto l’altopiano dell’ Himalaya e in ambienti di fede Buddhista Lamaista, troviamo delle piccole e variopinte bandierine che ad un occhio inesperto potrebbero sembrare semplici pezzi di stoffa decorata, ma hanno un significato e una simbologia molto particolare e profonda.

Queste sono nello specifico le Dar Cho, ovvero “ strumenti che aiutano a dare felicità agli esseri senzienti”, tradotte più semplicemente come bandiere di preghiera.  Queste bandiere, sventolando al soffio del freddo vento tibetano creano un’atmosfera di pace, serenità e speranza. Tradizione narra che queste suppliche e preghiere una volta assise, vengono trasportate dal “Cavallo del Vento” (Lung Ta), verso il cielo.

Tradizionalmente queste bandiere sono utilizzate in occasione di matrimoni, compleanni o cerimonie sacre e vengono generalmente esposte non solo nei templi e nei luoghi sacri, ma ovunque  vi sia vento cosicché queste possano sventolare. Non è quindi un caso imbattersi nelle bandiere di preghiera nei cortili di casa, agli incroci, sui ponti, sui tetti, sulle sommità delle montagne. Elemento centrale è il vento. I tibetani ritengono che questo abbia il compito di trasportare nell’aria, attraversando luoghi vicini e lontani, le benefiche vibrazioni prodotte dalle preghiere contenute al loro interno.

Come detto queste piccole reliquie buddiste non sono semplici pezzi di stoffa, ,a su di essere sono riportati testi e simboli sacri e pertanto devono essere trattate con rispetto. Si dice che le bandiere di preghiera invochino la compassione, l’armonia, la pace, la saggezza, forza e protezione contro i pericoli e il male. Inoltre si ritiene che quando il vento soffia sulle bandiere, l’aria intorno diventa santificata e purificata. Non possono essere appoggiate per terra o gettate nei rifiuti. Quando il bordo delle bandiere in cotone comincia a sgretolarsi a causa dell’azione del vento, tutte le preghiere riportate sulle bandiere cominciano a realizzarsi. Le bandiere sono fabbricate in modo che si consumino e si distruggano naturalmente, proprio perché esse simboleggiano il decadimento della vita stessa, che si chiude e si riapre in un ciclo continuo. Vedendo consumarsi le bandiere, infatti, l’uomo comprende che la vita non è eterna, non è stabile e che tutto è in continuo mutamento. I colori, invece, ci riportano alle verità fondamentali della vita terrena, che assume il valore di un dono che ci appartiene solo per un breve viaggio. Le vecchie bandiere che sono ormai consumate possono essere sì cambiate, ma anche in questo caso mai gettate via, bensì bruciate, affinché il fumo possa trasportare la loro benedizione.

Osservando bene le Dar Cho si può notare una precisa simbologia. Spesso al centro delle bandiere è raffigurato il Cavallo del Vento, in tibetano Lung-Ta, che esaudisce i desideri ed è disegnato al centro delle bandierine di preghiera mentre trasporta tre “gioielli del buddismo” sul suo dorso che rappresentano la trinità buddista ovvero: il Buddha, il Dharma e il Sanga. Tutti insieme formano la trinità Buddhista. Sulle bandiere a volte sono riportati gli 8 simboli di buon auspicio. Il Parasole che protegge dai demoni, il Pesce Dorato che rappresenta la felicità e la salvezza dal mare della sofferenza, il Vaso del Tesoro che è segno di pienezza spirituale e materiale, il Fior di Loto che è simbolo di purezza, la Conchiglia a spirale che annuncia gli insegnamenti dell’illuminato, il Nodo Infinito che simboleggia la mente meditativa e l’infinita conoscenza del Buddha, il Vessillo della Vittoria che simboleggia appunto la vittoria del Dharma sull’ignoranza e sugli ostacoli della vita e la Ruota del Dharma che è simbolo della legge universale e spirituale. Non è infusale imbattersi anche in bandiere vi è disegnato anche il Dorje simbolo dell’indistruttibilità, della verità, dell’essenza delle cose e degli esseri senzienti e del potere religioso.

Ai quattro angoli di queste Dar Cho vi sono le immagini di Garuda, del Drago, della Tigre e del Leopardo delle Nevi, quattro animali sacri che simboleggiano le quattro dignità: saggezza, forza, intelligenza e coraggio. Attorno al cavallo sono scritti diversi Mantra, Sutra e Preghiere rituali dedicati alle diverse divinità. In essi vengono ricercate qualità come saggezza, amore, compassione e forza, attributi necessari di proteggere il prossimo dalle energie negative e dai pericoli. Infine si ritiene che la vista delle bandiere aiuta a superare gli ostacoli, aumentare la prosperità, allungare la vita, promuovere la pace e l’armonia tra tutti gli esseri viventi. A riguardo molte tradizioni buddiste tramandano che molti di questi mantra siano stati scritti da Padmasambava, il Guru Rimpoche, che chiamato dal Re Trisong Deutseng, con le sue magie e la sua forza, riuscì a sottomettere gli spiriti tibetani e a far consolidare il Buddismo come religione e filosofia di vita in Himalaya303