Il coronavirus ha letteralmente stravolto le vite di tutti noi. Dalla Cina agli Stati Uniti, gloi stati stanno correndo ai ripari con repentini lockdown di attività produttive e non solo. Tuttavia dall’Oriente potrebbe arrivare anche un’altra e ben più’ antica minaccia. Ed il paziente indiziato è il Tibet ed i suoi ghiacciai che, causa riscaldamento globale, si stanno sciogliendo troppo velocemente. E qui sorge il problema. I ricercatori hanno ipotizzato che circa una ventina di misteriosi virus, intrappolati da millenni in un ghiacciaio tibetano, rischiano di essere liberati improvvisamente dallo scioglimento dei ghiacci. A lanciare l’allerta e’ un gruppo internazionale di ricerca guidato dall’Università’ dell’Ohio, che pubblica le analisi di due carote di ghiaccio su bioRxiv, il sito che traccia gli articoli scientifici prima della pubblicazione su riviste ufficiali.
Come riportato dai media, le carote di ghiaccio sono state prelevate nel 2015, arrivando fino a 50 metri di profondità’ nel ghiacciaio di Guliya, nella parte nord-occidentale dell’altopiano del Tibet. Grazie a un’innovativa procedura di campionamento che riduce al minimo il rischio di contaminazioni, i ricercatori hanno individuato la presenza di 33 popolazioni virali risalenti a un periodo compreso fra 500 e 15.000 anni fa: questi virus appartengono a 4 generi noti e a 28 generi finora sconosciuti. Lo scioglimento dei ghiacci, scrivono i ricercatori, “potrebbe portare alla perdita di questi archivi microbici e virali che possono rivelarci molto della storia del clima sulla Terra”. Ma non solo: “nel peggiore dei casi, lo scioglimento dei ghiacci potrebbe liberare patogeni nell’ambiente”. Questa è proprio la variante a spaventare di più. Se con il coronavirus – un patogeno descritto come sì conosciuto, ma portatore di sintomi non ignoti alla medicina – ha causato così tante vittime causando una pandemia, chissà cosa succederà nel caso di virus millenari ed ignoti?