LA MORTE DI SOGYAL RINPOCHE

  • by Redazione
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  • 23 Ott 2019
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Pochi giorni fa è scomparso Sogyal Rinpoche, uno dei più famosi insegnanti di Buddhismo Tibetano. E’ stato uno dei più importanti personaggi nel divulgare la conoscenza della cultura e della religione tibetana in Occidente. Il suo libro più famoso, “Il Libro Tibetano del Vivere e del Morire”, è un best seller che ha venduto oltre tre milioni di copie. Famoso anche presso il grande pubblico per aver partecipato come attore al film di Bertolucci «Il Piccolo Buddha» (1993).

Sogyal è nato nel 1943 nella famiglia Lakhar nel Kham (Tibet Orientale). Il famosissimo maestro di Dzogchen, Jamyang Khyentse Chokyi Lodro, che ha formato alcuni tra i più grandi Lama tibetani della generazione passata, lo riconobbe come reincarnazione di Terton Sogyal e guidò la sua formazione nel monastero Dzogsar. O almeno così raccontò sua madre, non esistendo altre fonti a confermarlo. Comunque, dopo essere andato in Bhutan ed in India si trasferì a Cambridge nel 1971 dove collaborò al Trinity Colledge nell’ambito di ricerca delle religioni comparate.

Da qui iniziò a fare da assistente e traduttore per importanti maestri tibetani che venivano in visita in Occidente, tra i quali Dudjom Rinpoche e Dilgo Khyentse Rinpoche. Cominciò ad insegnare a Londra nel 1974. La sua organizzazione, chiamata Rigpa (come lo Stato Naturale della Mente nello Dzogchen) acquisì presto una dimensione internazionale con ritiri organizzati periodicamente in Inghilterra, Francia, California, Germania e Australia.

Il più importante centro di Sogyal era Lerab Ling, situato a Montpellier in Francia. Probabilmente il più grande istituto di Buddhismo Tibetano in Europa, creato secondo lo stile tibetano tradizionale, venne aperto nel 1992 ma inaugurato nuovamente nel 2008 con la presenza di Carla Bruni e Nicholas Sarkozy. A Lerab Ling Sogyal Rinpoche ha invitato alcuni dei maestri più importanti delle quattro scuole del Buddhismo Tibetano, ma particolarmente della scuola Nyingma di cui Sogyal fa parte. Alcuni di questi maestri provenivano dalla Cina come Jigme Phuntsok Rinpoche.

Come già detto, Sogyal divenne molto popolare grazie al suo testo “Il Libro Tibetano del Vivere e del Morire”. Si tratta di un libro basato sugli insegnamenti Bardo Thodrol (il Libro Tibetano dei Morti), ma sviluppati secondo una modalità originale e adatta anche alla mentalità occidentale. Il libro venne scritto nell’arco di molti mesi grazie ad alcuni collaboratori occidentali di Sogyal che selezionavano gli insegnamenti di quest’ultimo a partire dalle registrazioni dei suoi ritiri. Tra gli argomenti trattati quello dell’impermanenza, della morte e della rinascita, dell’applicazione dell’insegnamento buddhista nella vita quotidiana e della meditazione. Il libro è stato molto utilizzato da chi si ispira al Buddhismo e lavora nell’ambito delle relazioni di aiuto, quali counselor, psicologi ma sopratutto figure professionali di assistenza ai morenti (infermieri, medici, etc). Non limitandosi alla distribuzione nei paesi occidentali, il testo è diventato molto famoso anche nella Repubblica Popolare Cinese.

Tuttavia, la vita di Sogyal Rinpoche è stata segnata non solo da luci ma anche da molte ombre. Lo stile di Sogyal era molto controverso ed è stato accusato di misfatti molto gravi ai danni dei propri studenti. Nel 1994 venne fatta una causa di dieci milioni di dollari contro di lui per presunti abusi sessuali, causa poi finita con un patteggiamento.

Voci su maltrattamenti e abusi da parte di Sogyal a danno dei propri discepoli sono circolate in ambiente buddhista per decenni. Il culmine è giunto nel 2017, quando un gruppo di otto ex appartenenti alla cerchia più vicina a Sogyal ha pubblicato una lettera di denuncia contro i suoi misfatti. La lettera, pubblicata in quello che è forse il più importante giornale buddhista al mondo (Lion’s Roar) descrive nei dettagli abusi sessuali, fisici e emotivi perpetrati da Sogyal contro i propri discepoli. Questa lettera descrive uno stile di vita in antitesi ai principi basilari del Buddhismo, caratterizzata da lussuria, narcisismo, lascivia, arroganza, con comportamenti tirannici, violenti e abusivi nei confronti dei propri collaboratori.

Dopo questa lettera venne scoperchiato il vaso di Pandora, questo momento segnò l’inizio del declino e della disgrazia di Sogyal. L’Unione Buddhista Francese cacciò Sogyal ed i suoi centri dalla sua organizzazione e Sogyal decise di dimettersi da direttore spirituale dell’organizzazione Rigpa. Quest’ultima organizzazione decise di ingaggiare una investigazione indipendente, che giunse a confermare le accuse rivolte nei confronti di Sogyal.

Poco tempo dopo, il 27 Settembre 2017 Sogyal Rinpoche – che pur dimettendosi non chiese mai scusa né riconobbe le accuse nei suoi confronti – dichiarò di aver scoperto di soffrire di un tumore al colon e di doversi sottoporre ad un ciclo di chemioterapia. Quasi due anni dopo, il 28 Agosto 2019, Sogyal è morto per una embolia polmonare in Thailandia all’età di 72 anni.

Neanche da morto le polemiche sono terminate. Molti personaggi di spicco del Buddhismo Tibetano, come è abitudine in questi casi, stanno scrivendo elogi del defunto, e per reazione molti occidentali si dichiarano scioccati per questa mancanza di rispetto verso le vittime di Sogyal, e stanno organizzando una raccolta firme contro di loro.