COME AFFRONTARE IL “MAL DI MONTAGNA”?

  • by michele
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  • 01 Feb 2017
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Il Tibet è sì un luogo affascinante, ricco di storia, cultura e tradizioni, ma al tempo stesso è una meta turistica che, almeno dal punto di vista dello stress fisico, non è da sottovalutare. Le altissime quote, infatti, da sempre hanno messo a durissima prova esploratori ed avventurieri e il solo andare a Lasha è uno sforzo molto stressante per il corpo umano Per questa ragione uno dei primi consigli che si è soliti fare a chi si vuole recare a visitare le meraviglie dell’Altopiano, è arrivare nel Xizang tramite la ferrovia Qinghai-Lasha. Sicuramente il mezzo ferroviario ci metterà di più ad arrivare, ma la graduale salita della ferrovia permetterà al nostro organismo un leggero e graduale acclimamento alle altitudini di queste latitudini.

Ma cosa intendono gli esperti per “acclimamento”? Questo è il processo in cui il corpo cerca di abituarsi alla graduale diminuzione di ossigeno in altitudine e generalmente il corpo umano necessita un minimo di qualche giorno, fino al massimo di una settimana. Generalmente parlando per il Tibet si prende in considerazione l’acclimatameno di alta ed altissima quota, ovvero quella fascia compresa tra i 2500m e 3500m che è l’altitudine dove sono comprese le maggiore escursioni ai siti lamasti o di interesse naturalistico. A differenza delle Alpi, dove l’esposizione a queste altitudini è piuttosto breve, nel massiccio Himalayano si parla di esposizioni che possono arrivare anche a sette o dieci giorni se non più, per questa ragione si può incappare nel cosiddetto “mal di montagna”.

Quando ci si avventura in alta montagna, il fisco è inconsciamente soggetto a normali e fisiologici cambiamenti come iperventilazione, respiro “corto” durante anche piccole fasi di sfogo e cambiamenti della frequenza respiratoria notturna. Tutti questi sintomi non devono spaventare il viaggiatore, perché, come ripetiamo, sono normali acclimatazione che il nostro organismo necessita.

Ma quali sono i fattori scatenanti? La risposta più semplice è il calo della pressione barometrica”, ovvero una carenza di ossigeno nell’aria, cosicché l’organismo deve respirare più velocemente per compensare il necessario fabbisogno.

L’ipervelntilazione non è un fenomeno da sottovalutare tant’è che in quanto fisiologico cambiamento, non bisogna spaventarsi o allarmarsi ed assumere fattori, come alcolici o farmaci, che deprimano la respirazione veloce. Per questa ragione, anche il fenomeno della respirazione periodica, ovvero cicli di respirazione normale che gradualmente rallentano fino ad una brevissima apnea, non devono affatto allarmare o spaventare. al contrario davanti a fenomeni di apnea notturna, nonostante lil comprensibile spavento, bisogna rimanere calmi e tranquilli.

Molte sono le persone che possono soffrire da Mal di Montagna acuto, ma la cura ed i trattamenti sono semplici quanto efficaci come riposo, bere liquidi o anche assumere classi analgesici quali aspirina o paracetamolo. Un altro rimedio logico quanto veloce se colpiti da mal di montagna, ma sprovvisti di medicinali, è effettuare una rapida discesa dalle montagne fino alla remissione dei sintomi. Inoltre una volta accusati i primi sintesi, bisognerebbe sostare 24-48 ore sulla stessa quota al fine che il nostro organismo ritrovi normalmente il suo bilanciamento.