Villaggio di Sangmda, nei pressi di Lhasa. Un drone trasporta 20 chilogrammi di piantine che un un giorno diventeranno alberi. Seguendo una traiettoria prestabilita il drone segue la sua strada, si avvicina al terreno e con un braccio robotico adagia la pianta nel terreno e vola via. Ben 11 minuti per rimboschire circa 600 mq di terreno, un lavoro che con altri mezzi, avrebbe richiesto alcuni giorni.
Questo è un concreto esempio di come la robotica e la telematica possano fare la differenza, specialmente in ambienti ostili come quelli dell’Altopiano Tibetano. “Abbiamo eseguito prove di rimboschimento aereo dall’anno scorso e un totale di 14.000 ettari è stato rimboschito con la nuova tecnica. Secondo i dati dell’anno scorso, i risultati attesi sono stati essenzialmente raggiunti”, come ha dichiarato Li Bingzhang, decano dell’Accademia delle Scienze Forestali della Regione Autonoma del Tibet. “Dopo l’indagine e la ricerca, la semina via drone ha i vantaggi di un basso consumo energetico, di un’area operativa precisa e di un elevato fattore di sicurezza operativo. Questo metodo può migliorare efficacemente la qualità del lavoro, e pertanto, prevediamo di utilizzare i droni in aree con condizioni complesse del terreno. Ciò stabilisce le basi per un conseguimento scientifico della riforestazione aerea, ed è anche la prima volta che il Tibet ha utilizzato veicoli aerei senza equipaggio per eseguire queste essenziali operazioni”, hai riferito lo scienziato.
È stato altresì dichiarato che il Tibet prevede di investire 115 milioni di yuan nella riforestazione aerea (per la piantagione di erbe e vegetazione arbustiva) quest’anno. Un totale di 25 aree di operazioni di seminagione aerea, che coprono un’area di 664.800 mu, saranno coperte ed è in progetto di piantare circa 323,01 tonnellate di piante da mezzi aerei. Dal 28 maggio 4 città e 9 distretti di Lhasa, Shigatsé, Shannan e Nyingchi hanno successivamente avviato questo lavoro. Allo stesso tempo, è anche la prima volta che il Tibet ha effettuato operazioni aeree sulle praterie (a DamXung).
DRONI ANCHE PER COMBATTERE IL BRACCONAGGIO
Nonostante la situazione sia in netto miglioramento, ancora non si ferma la piaga del bracconaggio. Come quindi salvaguardare la fauna selvatica? Alcuni ricercatori dello Shaanxi Institute of Zoology hanno deciso di utilizzare dei droni per monitorare le condizioni di vita delle antilopi tibetane, osservando anche eventuali infrazioni da parte dei bracconieri. Nello specifico, nel mese di agosto, sono state monitorate una popolazione di circa 60.000 antilopi a Nagqu.
I ricercatori, dello Shaanxi Institute of Zoology, hanno studiato la nascita, la migrazione e l’ambiente dell’habitat ecologico delle antilopi tibetane intorno alla Riserva naturale nazionale di Qiangtang nella regione autonoma del Tibet. La tecnologia ha sicuramente aiutato, ma anche l’osservazione a terra è stata fondamentale per la riuscita di questo progetto sperimentale. I droni hanno completato 12 voli di osservazione di prova nella riserva e hanno coperto più di 100 chilometri quadrati.
Le immagini elaborate dai droni hanno raggiunto i cinque centimetri di risoluzione e sono state in grado di riconoscere le antilopi appena nate. Inoltre, la popolazione di antilopi è stata calcolata dal software di elaborazione dati dei droni, ha detto Wu Xiaomin, un ricercatore dell’istituto. Il software divideva il terreno in griglie e contava automaticamente le antilopi, aiutato dal riconoscimento della telecamera a infrarossi.
Risultato del progetto? Un drastico calo delle incursioni dei bracconieri ed un aumento significativo del numero delle antilopi, un animale che, vogliamo ricordare, è ritornata a ripopolare l’altopiano tibetano da pochi anni, grazie solo alla costanza delle istituzioni e dei ricercatori. Tuttavia il progetto ha altresì evidenziato due importanti tendenze: la prima è un netto miglioramento dell’habitat delle antilopi (Lhasa ha infatti in cantiere l’istituzione di altri 6 parchi naturali regionali) ed i disturbi legati all’interferenza umana durante la migrazione delle antilopi, sta nettamente diminuendo.
Negli anni ’80, la popolazione di antilopi tibetane è diminuita drasticamente da 200.000 a 20.000, a causa della caccia illegale. Si è ripreso grazie agli sforzi del paese per migliorare il suo habitat e alla repressione del bracconaggio. Tuttavia già nel 2013 i ricercatori avevano utilizzato la tecnologia per monitorare e proteggere la popolazione delle antilopi tibetane. All’epoca venne utilizzato
Dal 2013, i ricercatori di Wu hanno studiato la migrazione delle antilopi tibetane utilizzando il sistema satellitare di navigazione BeiDou. All’epoca vennero registrati dati di base, comprese le rotte migratorie, i tempi e la velocità delle specie intorno alla Riserva naturale nazionale di Qiangtang, dove vivono e si riproducono molti animali selvatici in via di estinzione. Tuttavia l’apporto dell’hi-tech ed Intelligenza Artificiale degli ultimi anni ha reso più semplice il compito dei ricercatori.