TIBET IN BICILETTA? UN TOUR CHE AFFASCINA SEMPRE DI PIU’!

  • by Redazione
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  • 26 Ott 2021
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Benvenuti in Tibet! Oggi vi porteremo attraverso tortuosi sentieri di montagna, incredibili vallate e mastodontiche montagne, lungo strada inesplorate battute da un nuovo modo di vivere il turismo e la natura: il viaggio in bicicletta.

Ebbene si, anche ad oltre 4000 metri di quota è possibile vivere un’esperienza incredibile grazie a dei tour ad hoc, che negli anni hanno conquistato il pubblico anche oltre i confini del Tibet. Ma attenzione, non dovete pensare che sia un’esperienza estrema! Tutt’altro, l’offerta è talmente ampia che è possibile prenotare un tour di soli 4 giorni ad un massimo di 45. Certo…l’importnate è avere un minimo did allenamento. Pronti? Allora in sella.

Welcome to Tibet!

Amanti della natura, ecco il Tetto del Mondo. Sebbene impegnativo, andare in bicicletta in Tibet è un’esperienza gratificante che consente di assorbire appieno il paesaggio e la cultura di questa terra misteriosa. il Tibet, va detto, è molto più del semplice Tibet che conosciamo noi tutti.La Regione Autonoma del Tibet (TAR), la cui capitale è Lhasa è una delle tre principali regioni di quello che è culturalmente, storicamente e geograficamente il Tibet. L’antica regione di Kham, grande il doppio della Svezia e che si estende attraverso l’altopiano tibetano sudorientale, non solo ospita il 35% della popolazione tibetana della Cina, ma comprende anche le vicine province di Yunnan, Sichuan e Qinghai. Non è quindi inusuale vedere ciclisti che, armati di zaini e mountain bike, partono dalle provincie limitrofe al Tibet, specialmente Qinghai, per salire piano piano il grande altopiano himalayano. Ma anche l’opzione di visitare le sole prefetture tibetane delle provincie sopracitate è un’ottima opzione. Diversi i vantaggi: in primis l’altitudine, secondo poi le migliori vie di comunicazione. TIBET IN BICILETTA? UN TOUR CHE AFFASCINA SEMPRE DI PIU’!, Mirabile Tibet

Litang, tra “Mad Max” e Buddha

Incastonata tra brulle e rocciose montagne oltre i 4100 metri sul livello del mare, ecco Litang, nel Sichuan, una città meglio nota come “la città dei Lama”. Qui sorgono importanti monasteri e centri di studi buddhisti che nel tempo hanno formato gran parte del clero tibetano. A Litang ci si sente realmente ai confini della Terra! La santità e spiritualità del luogo si contrappone perfettamente al paesaggio lunare che la circonda. Polvere, rocce, montagne, neve, nomadi dai lunghi capelli selvaggi e sguardo fiero che come centauri pilotano vecchie motociclette attraverso la città a folle velocità come una sorta di Mad Max in alta quota.

TIBET IN BICILETTA? UN TOUR CHE AFFASCINA SEMPRE DI PIU’!, Mirabile Tibet

Litang è la prima città tibetana classica che si incontra andando verso il Tibet partendo dal Sichuan. La particolarità di questa area è la sua diversità geografica cui i locali descrivono come chushi gangdruk: “quattro fiumi, sei catene montuose”. Nonostante Litang sia circondata da spoglie montagne, tutto intorno ci sono praterie d’alta quota. Basta percorrere alcune centinaia di chilometri in qualsiasi direzione e potresti facilmente ritrovarti in una fitta foresta di conifere, una lussureggiante valle fluviale o su una vetta innevata di 7000 m. Qui abitano anche i Khampa, uomini conosciuti come i guerrieri più feroci e fieri del Tibet. Nei secoli hanno combattuto contro chiunque, dai governanti tibetani ai monaci buddhisti, dall’impero cinese alle truppe coloniali ed esploratori occidentali che si spinsero fino a queste latitudini.

La valle dei fiumi

Da Litang si viaggia verso Ovest, direzione Lhasa. Qui il paesaggio cambia di chilometro in chilometro e si entra in ciò che è chiamata dai locali la valle dei fiumi. Le verdi e lussureggianti montagne del Sichuan fanno posto a vaste praterie deserte battue dal vento dove non è inusuale vedere enormi ed irsuti yak che pascolano insieme a piccole marmotte che come sentinelle fanno capolino dalle loro tane. Sulle montagne circostanti comincia a vedersi un leggero strato di neve che si adagia come fosse zucchero a velo sui dolci. Ma ancora il paesaggio cambia! Passata la contea di Baoxi si scende verso la verde vallata che porterà a Nyngchi. A fare compagnia gli stupa disseminati un pò ovunque le cui pareti sono ricoperte di mantra e svolazzanti coloratissime bandiera di preghiera.

TIBET IN BICILETTA? UN TOUR CHE AFFASCINA SEMPRE DI PIU’!, Mirabile Tibet

La modalità tibetana della decorazione religiosa è essenzialmente caotica, fatta di colori, pile di mantra, bandiere messe qua e là. Sulla strada non è inusuale incontrare pellegrini o uomini che semplicemente si fermano per lanciare nel vento pezzi di carta colorati con divinità stampate su di essi.  Quando si tratta di pura religiosità, il Tibet sembra sempre avere una marcia in più.

Om mani padme hum: Una notte nel monastero

Arriva al crepuscolo e pedalare nelle buie strade tibetane, non è mai una buona cosa. Senza contare il freddo pungente. Non è quindi strano trovare rifugio nei monasteri dove è possibile riposare e sostare la notte. In realtà le morte di templi e monasteri sono aperte un pò per tutti. Si possono trovare turisti, ma anche operai che lavorano sulle strade oppure i famosi intagliatori di pietra tibetani.

Le pareti di pietre che si possono vedi in tutto il Tibet, cumuli di centinaia o migliaia o talvolta milioni di rocce, tutte scolpite in caratteri tibetani con il mantra buddista “Om mani padme hum”, sono proprio fatte da questi operai. Un mix tra sforzo industriale e religiosità, questa la vera essenza dell’intagliatore di pietra in Tibet! Non un semplice lavoro, ma una missione. Tanto che quasi tutti ritornano camminando in pellegrinaggio verso Lhasa solo una volta finito il loro lavoro di intaglio sulle arterie stradali della regione o in qualche monastero disperso chissà dove. E la distanza? Non è un problema. Ciò che incontra è il karma. Anche questo è il Tibet…una terra mozzafiato dove non è inusuale vedere monaci in motocicletta, nomadi a cavallo e gente prostrarsi a terra in pellegrinaggio verso Lhasa. La città dista ancora 1600 km? Un tibetano risponderà semplicemente con una risata gentile che “non c’è alcun problema”.