Cina, provincia del Sichuan. In questa regione sita nel cuore del Dragone, nel capoluogo provinciale Chengdu si trova un quartiere che sin dalla dinastia Ming viene chiamato Little Lhasa. Qui vivono circa 60 mila persone di etnia tibetana che abitano in queste terre da generazioni. Il Sichuan è infatti una delle grandi provinci, insieme a Yunnan, Mongolia Interna e Qinghai, ad ospitare una folta comunità di tibetani che sin da tempi immemori si sono qui stazionati.
Little Lhasa è veramente un Tibet in miniatura. Per le strade di questo variopinto quartiere si trovano ovunque bandiere di preghiera avvolte da profumate nuvole di incenso mentre nei piccoli negozi artigianali persone in abiti tradizionali tibetani , meglio noti come chuba, vendono gioielli buddhisti. Il tutto in un colorato mix di passeggio fatto di turisti, monaci ed ovviamente tibetani. Ed è proprio a Chengdu che i tibetani stanno scalando le passerelle di moda internazionali grazie a due fashion designer TikTok, stanno riscoprendo il fascino della cultura tibetana.
DALL’HIMALAYA A NEW YORK: LA SCALATA DI UN PICCOLO STUDIO DI MODA
Dall’altra parte di Chengdu, una piccola boutique nello sfarzoso quartiere dello shopping di Chunxi Road, offre una visione diversa della cultura tibetana. Il negozio, chiamato Hima Ālaya Studio, propone una vasta gamma di streetwear giovanile di ispirazione tibetana, tra cui felpe con cappuccio e pantaloni della tuta, nonché gonne e pantaloni ispirati direttamente alla tradizione, tutto finalizzato a presentare una svolta contemporanea sul tradizionale chuba.
Hima Ālaya Studio nasce da un’idea di Nyema Droma, un noto fotografo di moda tibetano ed oggi imprenditore. Dal suo primo negozio aperto nel 2017, lo studio ha guadagnato un seguito internazionale, con negozi pop-up negli Stati Uniti e nel Regno Unito e diverse partecipazioni a fashion show internazionali. “Vogliamo far capire a più persone il Tibet moderno”, dice Droma. Hima Ālaya Studio ha in qualche modo fatto da spartiacque ed illuminato il cammino ad oltre mezza dozzina di marchi di moda tibetani contemporanei—1376 e SUPER MI sono altre etichette popolari—che sono sorti negli ultimi anni, offrendo design che riflettono l’estetica di una nuova generazione di giovani tibetani urbani.
Molti giovani tibetani non corrispondono necessariamente allo stereotipo del pastore-nomade ancora idealizzato fuori dal Tibet. La stessa Droma è una cosmopolita per eccellenza. Dopo il liceo ha studiato al London College of the Arts, dove la sua tesi di laurea ha esplorato l’identità tibetana. Spera che i design sportivi e ispirati allo streetwear di Hima Ālaya Studio “daranno una nuova impressione del Tibet” soprattutto agli stranieri.
MODERNIZZARE UN VECCHIO STILE
Droma teme ovviamente che la nuova generazione di tibetani possa perdere del tutto la tradizione dell’abbigliamento tibetano. Molti giovani tibetani, tra cui Droma, indossano il chuba solo una o due volte l’anno, per i matrimoni o per il Losar, il capodanno tibetano. Ecco quindi la mission di Hima Ālaya Studio: “Modernizzare lo stile ed incoraggiare i giovani tibetani a entrare in contatto con la loro eredità e mantenere questo stile di abbigliamento”. Droma propone ad esempio un chupa più facile da indossare.
Nelle interviste con diverse dozzine di giovani tibetani, Droma ha scoperto che il motivo principale per cui gli intervistati evitano l’abbigliamento è perché è semplicemente troppo difficile da indossare. “Normalmente, un chuba è modellato da un unico pezzo di stoffa che viene poi piegato e legato in un indumento per tutto il corpo. Particolarmente complicata è la piegatura della schiena, che segue uno schema distintivo a seconda della parte del Tibet di provenienza di chi la indossa. Lhasa, Chamdo e Khampa hanno stili diversi”, ammette il designer.
In genere, questo processo richiede una seconda persona per aiutare chi lo indossa a mettere l’indumento. “È abbastanza impossibile farlo da soli”, dice Droma, ridendo. Per eliminare questa difficoltà, Droma ha progettato un chuba in due pezzi che può essere facilmente indossato. Il pezzo inferiore è già pre-piegato, quindi chi lo indossa non deve preoccuparsi di ottenere un motivo complicato.
L’abbigliamento è inoltre rivestito con pelliccia di pecora artificiale piuttosto che con la tradizionale lana di yak, rendendolo più leggero e più appropriato per coloro che non vivono nel clima rigido dell’altopiano tibetano. Oltre che una variabile decisamente eco friendly.
AJ-NAMO, LA PRIMA STILISTA TIBETANA INTERNAZIONALE
Eppure il successo di boutique come quelle di Droma non sarebbe stato possibile senza Aj-Namo. Al secolo Zeweng Namo, la vita di questa donna ha dell’incredibile. Nata nella Provincia della Mongolia Interna nella prefettura tibetana, la carriera di Aj-Namo non inizia sulle passerelle, bensì sul palco. Dopo un avvio promettente come cantante, arriva la svolta nel 2015.
“Ho sempre avuto un grande amore per la moda ed ho pensato quindi di creare una firma tutta mia che potesse descrivere al meglio la mia cultura nativa. Quella tibetana”. In pochissimi anni Aj-Namo è saltata sulla bocca di tutti, guadagnandosi, prima in Cina e poi all’estero, anche copertine molto importanti. Nel 2017 il suo riconoscimento internazionale tanto che oggi, insieme a GuoPai, è una delle stiliste cinesi più note all’estero.
“Spero che grazie al mio lavoro più tibetani, soprattutto modelli, saranno ispirati a mettersi in gioco”, ha detto Aj-Namo. “Spero di cambiare la percezione del Tibet”, afferma la stilista. “In questa regione ci sono stilisti tibetani di talento che aspettano solo di mettersi in mostra. I giovani tibetani si sono resi conto che bisogna riscoprire la propria cultura e che è possibile combinarla con uno stile moderno ed attuale”. molte parti della loro cultura e stanno cercando di riscoprirle”, afferma Aj-Namo