Il 27 Febbraio 2017 in Tibet si è festeggiato il Losar, ovvero il capodanno tibetano, una delle più gioiose e importanti festività proprie della cultura tibetana. La parola «Losar» infatti è composta dai termini «lo», che significa «anno», e «sar», che significa «nuovo».
Si festeggia il primo giorno del calendario tibetano, un calendario lunisolare, quasi identico a quello cinese, che consiste di 12 (o 13 mesi). Il capodanno tibetano avviene molto vicino a quello cinese, al massimo distano di un mese lunare. Sicuramente queste somiglianze sono dovute ai profondi scambi tra la cultura cinese e quella tibetana avvenuti fin dai tempi del matrimonio della principessa Wencheng con il Re Songtsan Gampo nel 641 dC.
Certi elementi del Losar affondano però nella cultura tibetana pre-buddhista legata alla religione Bon, quando nel periodo invernale c’era la tradizione di bruciare dell’incenso. Durante il regno del nono Re tibetano Punde Gungyal (617-698) questa tradizione si fuse con una festa della raccolta per formare appunto la festività del Losar.
Cosa avviene durante questa importante ricorrenza? Il Losar dura 15 giorni, ma le maggiori celebrazioni avvengono i primi tre giorni. Durante gli ultimi due giorni del vecchio anno, chiamati Gutor, le persone iniziano a prepararsi. In questi giorni le persone puliscono le proprie abitazioni, in particolare la cucina, dove verranno preparati dei piatti particolari (soprattutto una zuppa con dei ravioli ripieni). Nel secondo giorno del Gutor si praticano delle cerimonie religiose, le persone visitano i monasteri e si accendono anche dei fuochi per allontanare gli spiriti cattivi.
Il giorno del capodanno i tibetani si alzano presto e dopo essersi lavati si mettono dei vestiti nuovi. Poi venerano gli dèi mettendo delle torme come offerta nei propri altari casalinghi. Avviene una riunione famigliare e ci si scambia regali. La cena comunitaria consiste in un tipo di torta chiamata kapse e in una bevanda alcolica chiamata chang, che viene bevuta anche per riscaldarsi. E’ tradizione inoltre che la donna di casa, durante questi giorno, si alzi presto e alle prime luci dell’alba vada con un secchio presso un fiume per cogliere la prima acqua dell’anno, ritenuta essere la più sacra e fortunata. La famiglia che riesce a cogliere la primissima acqua del fiume è considerata la più fortunata nell’anno venturo.