Arrivato finalmente il momento dell’iniziazione concessa da Lama Marpa, finalmente dopo molti sacrifici Milarepa ha potuto ricevere le istruzioni spirituali per praticare la propria sadhana tantrica. Milarepa non andò a praticare lontano: Marpa voleva che il suo figlio spirituale prediletto stesse vicino casa sua affinché potesse nutrirlo personalmente e guidarlo in modo migliore.
Così, Milarepa entrò in una grotta vicino a casa di Marpa per una pratica spirituale molto intensa. La grotta venne chiusa da Marpa stesso. Milarepa praticava in modo molto rigoroso: ogni giorno metteva una lampada ad olio accesa sopra la propria testa, che lo obbligava a mantenere una postura rigida, e non smetteva di meditare fino a che questa non si spegneva da sola. E così senza neanche accorgersene passarono undici mesi.
Dopo tutto questo tempo Marpa andò da Milarepa e gli disse che era davvero molto lodevole il fatto che lui sia riuscito a praticare per tutto questo tempo senza che il suo cuscino di meditazione perdesse di calore, ma era arrivato il momento di uscire per riposare un po’ e raccontargli le sue esperienze.
Dopo avergli raccontato le sue realizzazioni, soprattutto in merito all’impermanenza della vita umana, all’importanza di seguire la parola del Guru, e alla meditazione di concentrazione e visione profonda sulla vacuità, Marpa era molto soddisfatto e fece rientrare Milarepa in ritiro.
Un giorno Marpa andò in una zona remota del Tibet per un impegno di Dharma, e lì ebbe una visione di una Dakini che gli ricordò alcune cose oscure che Naropa gli disse in passato ma che non riuscì a capire. Subito dopo, Milarepa nella sua grotta ebbe un sogno in cui una Dakini gli disse che lui aveva ricevuto tutti gli insegnamenti, l’iniziazione ed i Sei Yoga di Naropa, ma mancava un insegnamento molto importante: il Drong-jug.
Non sapendo se il suo sogno fosse autentico o una interferenza di un demone, Milarepa decise di abbattere il muro della sua grotta ed andò da Marpa per raccontarglielo.
Quest’ultimo si ricordò che Naropa gli citò questo drong-jug, ma non trovò nulla a riguardo nei manoscritti che portò dall’India. Il drong-jug era in realtà una forma estrema e particolare di Phowa, ovvero di trasferimento di coscienza. In questa pratica si era in grado di sviluppare il potere di proiettarsi forzatamente fuori dal corpo e prendere come veicolo il corpo di un animale o di una persona, solitamente appena morti.
Marpa decise quindi che era giunto il momento di ritornare di nuovo in India a piedi per incontrare il suo Guru Naropa e ricevere questo insegnamento.
Fu il terzo ed ultimo viaggio che Marpa fece in terra indiana, ma quando arrivò lì incontrò Dipankara Atisha, che lo informò che Naropa aveva appena lasciato la terra. Malgrado ciò appena giunto in India orientale fu in grado di avere un incontro miracoloso col suo maestro che gli apparve in visione per trasmettergli gli insegnamenti che cercava. Naropa previde il fatto che il figlio biologico di Marpa morirà lasciando quindi la guida del lignaggio ai suoi discepoli, di cui il migliore sarà proprio Milarepa, la cui grandezza sarà riconosciuta in tutto il mondo. Inoltre, gli insegnò il Tantra Sussurrato all’Orecchio delle Dakini.
Dopo un po’ di tempo che ritornò in Tibet, Marpa perse suo figlio, come gli profetizzò Naropa durante il suo incontro. Ciò avvenne a causa di un grave incidente, e la sua coscienza venne trasferita da Marpa in un altro corpo proprio grazie alla pratica del drong-jun.
Nel primo anniversario della sua morte, Marpa radunò i suoi maggiori discepoli, e proclamò che essendo morto il suo erede saranno loro a portare avanti il lignaggio Kagyu. Analizzando i loro sogni ed utilizzando le sue doti di veggenza inoltre stabilì quali sarebbero state le discipline su cui avrebbero dovuto concentrarsi ciascuno dei suoi principali discepoli: Ngogdun-Chodur avrebbe dovuto trasmettere i rituali del Gayapa Dorje; Tsurton Wangay sarebbe stato il detentore del Phowa (il trasferimento di coscienza); Meton Tsonpo si sarebbe concentrato sulla Chiara Luce; Milarepa invece sarebbe stato detentore del Tummo, lo Yoga del Calore Interno.
A ciascuno di loro diede degli ammaestramenti speciali e regalò le reliquie in suo possesso, alcune delle quali sono conservate ancora oggi come proprietà di alcuni Lama contemporanei. A Milarepa, Marpa diede il cappello di Maitripa e dei vestiti di Naropa, e gli ordinò di meditare in solitudine nei luoghi isolati, come caverne e foreste.
Gli altri discepoli vennero rimandati nei loro luoghi di provenienza per portare avanti l’attività di Dharma, mentre Milarepa sarebbe dovuto restare vicino a Marpa a praticare ancora per alcuni anni, per far sì che la sua mente si risvegliasse più velocemente grazie alla presenza del Guru e per ricevere ulteriori iniziazioni e insegnamenti della trasmissione Kagyu.
Dopo pochi anni di pratica, Milarepa fece un sogno che lo turbò. In questo sogno vide la sua vecchia casa parzialmente distrutta, la madre morta e la sorella che vagava disperata.
Milarepa fu molto colpito dal sogno, pianse e non riuscì a continuare la pratica. Fu inoltre ossessionato dal senso di colpa per il fatto di non aver più incontrato sua madre da quando se ne andò per imparare la magia nera.
Non riuscì a resistere a lungo e decise di uscire dalla grotta ed andare dal proprio Guru.. Appena arrivato Milarepa chiese a Marpa il permesso di andare da sua madre e ritornare, senza accorgersi che Marpa in realtà stava dormendo. Si svegliò subito dopo ed in quel momento un raggio di luce solare colpì la sua testa creando una sorta di aureola, ed inoltre Damema, la Reverenda Madre, proprio in quel momento entrò per portare la colazione.
Marpa fu estremamente dispiaciuto per la richiesta di Milarepa e cercò di spronarlo a restare. Alla fine però acconsentì, ma precisò che il fatto che lui stesse dormendo mentre Milarepa gli fece la richiesta era un segno che purtroppo dopo la sua partenza loro due non si sarebbero mai più incontrati in questa vita. La luce solare caduta a forma di aureola però significava che lui diventerà molto importante tra le gerarchie buddhiste, mentre la moglie che portava il cibo stava a significare che non gli mancherà mai il cibo spirituale.
Prima della sua partenza, Marpa diede a Milarepa altri insegnamenti, soprattutto lo Yoga del Sogno e la istruzioni orali che vengono dalle Dakini e che si passano da bocca a orecchio. Queste istruzioni, precisò, dovranno essere passate da un Guru ad un discepolo per volta, per tredici generazioni, e non dovranno essere date in cambio di favori mondani.
Marpa disse anche che il metodo molto duro di insegnamento tramite tribolazioni che venne usato da Tilopa nei confronti di Naropa e da lui nei confronti di Milarepa non sarebbe stato usato in futuro perché le persone non sarebbero più in grado di subirlo.
Poi, dopo aver cantato un canto sulla Via Spirituale della scuola Kagyu, Marpa mise una mano sulla testa di Milarepa e gli disse: “Figlio mio, il fatto che tu vada via addolora il mio cuore; ma dato che tutte le cose composte sono destinate alla dissoluzione, non si può far niente per evitare ciò. Però rimani con me ancora qualche giorno in più; esamina i testi e se ci sono delle cose non chiare approfittano per chiarirle”.
Milarepa accettò l’indicazione di Marpa e stette ancora qualche giorno per chiarificare i suoi dubbi.
Prima della partenza Marpa fece sistemare da Damema sull’altare molte offerte e celebrò un ganachakra. In questo rito Marpa assunse miracolosamente la forma di Heruka, la sua principale Divinità tantrica. Marpa gli disse che i poteri paranormali non vanno mostrati per gonfiare il proprio ego, ed in questo caso questa sua esibizione era stata fatta per dimostrare l’illusorietà di tutte le cose, ed era un regalo per la sua partenza.
Marpa esortò Milarepa a meditare nei luoghi selvaggi ed isolati, tra cui alcuni particolari luoghi di potere come il Monte Kailash. Avrebbe dovuto dedicare tutta la sua vita alla meditazione, evitando di perdere tempo a chiacchierare con le persone che sarebbero andate a trovarlo.
Lacrime copiose scesero sulle guance di Marpa e poi continuò “Purtroppo, figlio mio, noi non ci incontreremo più in questa vita. Ti poterò nel mio cuore, e tu porterai me nel tuo. Senza dubbio ci incontreremo di nuovo nelle regioni celestiali dopo questa vita, quindi gioiscine. In futuro, prevedo che dovrai affrontare un periodo di grande pericolo fisico; quando ciò avverrà guarda in questo, ma non aprirlo fino ad allora”, e gli diede un rotolo sigillato, che Milarepa conservò come preziosa reliquia negli anni successivi.
Il giorno dopo Milarepa partì. La notte, Marpa, Damema e Milarepa dormirono assieme, ma non riuscirono a parlare molto per l’angoscia della separazione. Al mattino, Marpa disse a Milarepa di andare da Lama Ngogdun-Chodur per comparare i propri appunti degli insegnamenti con i suoi.
Marpa e Damema riempirono Milarepa di doni e provviste, lo accompagnarono nella prima parte del tragitto, e poi lo salutarono per sempre. Mentre proseguiva, Milarepa camminava capovolto in modo da poter vedere i volti piangenti di Marpa e Damema finché poteva; quando non erano più visibili si girò, e pensò che continuerà costantemente a meditare sul Guru sopra la propria testa.