Iniziati i festeggiamenti per il Losar, il Capodanno Tibetano

In tutto lo Xizang Tibet sono iniziati i festeggiamenti per il Losar, il Nuovo Anno Tibetano, che cade a partire dal 27 febbraio e durerà per 15 giorni. Il termine “Losar” deriva da “Lo”, che significa “anno”, e “Sar”, che invece significa “nuovo”. La sua celebrazione inizia il giorno 29 del dodicesimo mese, vale a dire il giorno prima della vigilia del Capodanno tibetano.
L’undicesimo Panchen Lama Bainqen Erdini Qoigyijabu ha rivolto i propri più cari auguri alla popolazione e ai fedeli attraverso la Radio Nazionale Cinese. Il Panchen Lama ha rivolto i propri saluti anche a tutta la comunità buddista in patria e all’estero, augurandole un anno ricco di buone notizie. Si è trattato anche di un importante incoraggiamento ai fedeli perché continuino sempre a studiare il Dharma buddista e ai Rinpoches e ai Lama perché non soltanto si concentrino sull’auto-apprendimento, ma assicurino oltretutto una valida guida ai loro discepoli negli studi e nella vita. Nel suo messaggio l’undicesimo Panchen Lama ha sottolineato come tutto ciò provenga soprattutto dall’impegnarsi e dal migliorarsi nelle piccole cose, come trattare bene i propri cari e gli amici, rispettare le leggi ed essere sempre accompagnati da un importante senso di responsabilità sociale, curarsi dei bambini e così via. Tutto questo, infatti, concorre a determinare una società più pacifica ed armoniosa.
Per i tibetani il Losar è la più importante festività del loro calendario. Molte sono le differenze che lo caratterizza rispetto al Festival di Primavera celebrato nel resto della Cina. Il popolo tibetano solitamente inizia a festeggiare il Capodanno mangiando delle particolari polpette chiamate “Gutu” (“gu” in tibetano significa “nove” e “tu” invece “cibo a base di farina”) che al loro interno possono avere di tutto, dalle pietre ai peperoncini, dalla lana fino alle monete. La lana simboleggia la gentilezza, la pietra la spietatezza, il carbone la crudeltà e la moneta la ricchezza. Secondo la tradizione, tutti sputano ciò che hanno inconsapevolmente mangiato in un clima di risate generali.
Al mattino presto, nel giorno di Capodanno, le donne si caricano dei secchi in spalla e li portano al fiume, per raccogliere l’acqua del Nuovo Anno. La leggenda vuole che in questo particolare periodo dell’anno l’acqua sia più buona e dolce del solito, e che la prima persona a raggiungerla vedrà la propria famiglia risparmiata da ogni tipo di disavventura nel corso del Nuovo Anno. All’alba tutta la famiglia si è già lavata e ha indossato gli abiti della festa. Tutti si augurano reciprocamente Buon Anno con la formula augurale “Tashi Delek”, a cominciare dagli appartenenti alla generazione più giovane. Successivamente, la famiglia inizia la colazione e beve vino d’orzo dell’altipiano.
Nelle aree pastorali nel giorno di Capodanno è usanza mangiare la testa della pecora. Alle cinque del mattino le massaie cominciano a bollire le teste di pecora per tutta la famiglia, una per ogni suo appartenente. Una volte cotte, vengono poste dinanzi all’uomo più anziano della famiglia, al di sopra di un vassoio di legno, e vengono disposti i piatti per ognuno secondo l’ordine di età. Tutta la famiglia si siede intorno al fuoco a mangiare le teste di pecora, augurandosi a vicenda che tutto vada bene nel Nuovo Anno e che il bestiame cresca prospero e vigoroso.
A partire dal secondo giorno del Nuovo Anno, le persone cominciano a visitarsi reciprocamente e ad intrattenere piacevoli conversazioni. Le prime parole scambiate sono “Luosang Er’rang” (Felice Anno Nuovo) e “Tashi Delek” (Auguri). Quando qualcuno riceve la visita di amici o parenti, questi esce recando con sé un “Qiema” o “Secchio Fortunato”, e la padrona di casa porta un vaso di alcol drappeggiato di Hada per brindare con gli ospiti.
Il terzo giorno i tibetani adorano il “Dio Tetto” montando sopra i tetti delle loro case ed attaccando le loro nuove bandiere di preghiera. Poi raccolgono le vecchie bandiere e le vanno ad appendere in montagna. Bruciano rami di cipresso e gettano Zanba e farina di orzo in aria, e mentre le bandiere di preghiera svolazzano ed il fumo si arriccia verso l’alto, le loro preghiere passano attraverso l’aria raggiungendo Dio.
Il più grande evento religioso del Tibet, il Festival della Grande Preghiera, ha luogo nel quarto giorno dell’anno. Questa assemblea del Dharma si tiene da quando Tsongkhapa, fondatore della Setta Gelug del Buddhismo tibetano, le diede avvio a Lhasa nel 1409. Durante la cerimonia, i monaci provenienti dai tre maggiori monasteri della Setta Gelug, quelli di Ganden, Drepung e di Sera, si riuniscono e pregano davanti alla Statua del Buddha di Sakyamuni. In questo particolare momento si tiene anche l’esame di laurea di Gesche. L’assemblea del Dharma continua fino al quindicesimo giorno.
Nel quinto giorno del Nuovo Anno, gli abitanti dei villaggi indossano i loro abiti della festa per la grande cerimonia dell’aratura di primavera. Bandiere colorate sono attaccate alle corna delle mucche, e nastri multicolore vengono legati alle loro code. Quindi viene bruciata legna di cipresso e bastoni delle bandiere di preghiera nel terreno, mentre le mucche lo arano. Quando la cerimonia si è conclusa, tutti si riuniscono per bere e cantare fino al tramonto, quando tornano a casa di buon umore.
Queste antiche tradizioni vengono orgogliosamente e gelosamente custodite e portate avanti dai tibetani, che le tramandano di generazione in generazione da tempi molto remoti. Il Losar è un evento dunque fondamentale per la cultura tibetana, salvaguardata nella sua interezza con attenzione e rispetto dalla Regione Autonoma dello Xizang Tibet, a dimostrazione di come tutta la Cina nel suo insieme consideri essenziale la salvaguardia delle tradizioni e delle particolarità dei suoi vari gruppi etnici, a cominciare soprattutto da quello tibetano.