“Losar Tashi Delek”! Felice anno nuovo! Tutto il Tibet è in festa per il Losar Festival, meglio noto come capodanno tibetano. E quest’anno si entra ufficialmente nell’anno del Coniglio d’Acqua. Per tutta la notte Lhasa, capoluogo del Xizang, è stata illuminata senza sosta da fuochi d’artificio e stelle filanti, accompagnando musiche e danze tradizionali. Ma come ha festeggiato la gente? Ecco tre testimonianze da Lhasa.
Ritornano le bancarelle
La vigilia della festa è stata accompagnata come nella migliore delle tradizioni. A Barkhor Street, nel centro di Lhasa, decorazioni e fiori colorati abbelliscono le botteghe lungo la strada che, per la prima volta dallo scoppio del Covid, brulicano di persone. “Gli affari sono stati eccezionalmente buoni quest’anno”, ha detto Tsering Nima, un commerciante di Barkhor Mall. “Con la fine delle restrizioni i negozi e le bancarelle hanno gradualmente riacquistato popolarità”.
“Oltre all’essenziale per il nuovo anno, tra cui il Kasai (una tradizionale pasta fritta tibetana fatta di farina e burro) e una scatola di chema, le persone comprano anche nuovi vestiti per salutare il nuovo anno”.
L’anziano chef cucina per tutti!
Festa significa cibo in abbondanza. Il capodanno tibetano segna l’occasione perfetta per i tibetani di riunirsi con i loro parenti e amici.
Mentre un dolce profumo proviene dalla pentola, Tsewang, 74 anni, di tanto in tanto mescola il mestolo della zuppa nella sua casa di Singpori. Sta cucinando il “gutu”, un piatto tradizionale (una specie di zuppa di farina) che si mangia nella notte di capodanno. Ma che significa “gutu”?
“Gu” in tibetano significa nove, che è un numero fortunato. “Tu” significa “pasta”. All’interno della pasta viene poi inserito nove diversi ripieni ed ognuno di questi ha un significato ben preciso.
Capodanno Tibetano? Non si festeggia solo in Tibet
Quando parliamo del Losar Festival la mente vola, giustamente, al Tibet. Tuttavia il capodanno tibetano lo si festeggia ovunque si segua la fede buddhista tibetana. Non è quindi un caso che anche in aree lontane chilometri da Lhasa, come Sichuan o Gansu, si festeggia il Losar.
Tra loro troviamo il 46enne Li Xijun, della provincia del Gansu. Tuttavia la sua storia è decisamente particolare. Arrivato in Tibet 26 anni fa, non è mai più tornato a casa. Anzi, è proprio in Tibet che ha incontrato Drolma Tsering, oggi sua moglie.
Per Yuan Yubing di Shanghai, questo è il suo terzo capodanno tibetano. Yuan è arrivata in Tibet per imparare a dipingere Thangka nel 2017, l’anno successivo ha sposato Losang Samkhar, il suo insegnante di studio.
“Ero più uno spettatore quando ho celebrato il festival per la prima volta”, ha detto Yuan. Ma dopo anni di vita qui, Yuan ha già conosciuto tutti i tipi di usanze del capodanno tibetano. “Venire in Tibet mi fa sentire che il mio cuore ha trovato una casa”, ha detto.
Dall’ospedale a casa. Il medico Tashi Phuntsog
Voliamo ora a Singpori, sulla riva nord del fiume Yarlung Zangbo nella città di Shannan, situata a un’altitudine di 3.600 metri a soli 10 km dall’aeroporto di Lhasa. Qui negli anni le autorità locali hanno totalmente rinnovato e ristrutturato le abitazioni aggiungendovi anche asili, scuole, un mercato e un centro ricreativo.
Nel luglio 2022, il Tibet ha avviato la seconda fase del high-altitude ecological relocation programme, un progetto che ha portato al trasferimento a Singporti di quasi 10.000 persone provenienti dalle contee di Tsonyi, Amdo e Nyima, una zona di mondo ritenuta l’area abitata più alta della terra con i suoi villaggi ad 4.500 metri. A muovere le autorità locali in questa direzione sono state diverse esigenze: in primis la salute delle persone. Molte infatti le persone affette da artrite reumatica, una malattia assai comune qui negli altipiani, che colpisce prettamente i bambini. In secondo luogo una più decorosa abitazione.
Lauretosi nel 2020 alla Harbin Medical University nella provincia di Heilongjiang, il medico Tashi Phuntsog, di stanza presso l’Ospedale del Popolo della Contea di Tsonyi, è stato tra li ultimi a trasferirsi. Ed è ben felice della nuova ricollocazione.
“La casa è più grande ed anche lo stipendio migliore, inoltre, trovandoci ad una quota 1000 metri inferiore rispetto a Tsonyi, anche le spiacevoli conseguenze di una vita a queste quote qui sono decisamente più attenuate”.
“Sono tre anni che non trascorro il capodanno tibetano con la mia famiglia. Quest’anno ho preso un mese di ferie per stare con la mia famiglia per il festival”, ha detto sorridendo.