Tibet significa spiritualità! All’interno dei confini di questa regione ci sono quasi più templi che persone! Eppure, se nel nostro immaginario Lhasa, la capitale, è la città del Potala e della “via sacra”, non dimentichiamoci del monastero Tashi Lhunpo. Sito a a Shigatse, la seconda più grande città dello Xizang, questo è una delle attrazioni turistiche principali. Scopriamo i suoi tesori
Oltre 600 anni di storia
Fondato nel 1447 dal principale discepolo di Lama Tzong Khapa, Gendun Drub, successivamente riconosciuto in maniera retroattiva come primo Dalai Lama ed ora tumulato dentro il monastero.
Tashi Lhunpo è considerato una delle sei maggiori istituzioni dell’Ordine Gelug, insieme a Drepung, Sera e Gaden a Lhasa, e al Kumbum e Labrang nell’Amdo (attuali province di Gansu e Qinghai). Inizialmente, però, non era un monastero importante; la sua popolarità crebbe dal momento in cui il quinto Dalai Lama proclamò il proprio maestro, che era l’abate di Tashi Lhunpo, come Panchen Lama ed emanazione del Buddha Amithaba.
La sede del Panchen Lama
Da quel momento Tashi Lhunpo divenne la sede tradizionale dei Panchen Lama e, per chi ci crede, una sorta di «paradiso in Terra» del Buddha Amithaba. La sua attuale fortuna come attrazione turistica dipende, oltre che dalla sua bellezza e maestosità, anche dal fatto che la Rivoluzione Culturale non lo ha danneggiato in maniera significativa, in conseguenza del fatto che il decimo Panchen Lama – alleato dei cinesi – dopo la Liberazione Pacifica del Tibet restò in patria.
Nel 1791 venne parzialmente distrutto dai Gorkha nepalesi che invasero il Tibet, ma successivamente furono respinti dall’esercito imperiale cinese. Da allora Tashi Lhunpo venne ingrandito sempre più dai successivi Panchen Lama.
Esteso su una superficie di 70 mila metri quadrati, è circondato da un percorso dove è possibile circoambulare il monastero in circa un’ora. Poco dopo l’ingresso si trova il Jamkhang Chenmo, una cappella costruita per ospitare la statua del Buddha Maitreya più alta al mondo, circa 26 metri. La Statua venne realizzata per volere del nono Panchen Lama nel 1914 e richiese 4 anni di lavoro, il lavoro di circa 900 artigiani, e circa 300 kg d’oro per il suo rivestimento. La Statua, maestosa, lascia i visitatori a bocca aperta nel loro impatto iniziale con il monastero.
Un gioiello di architettura tibetana
Tre cappelle contenenti degli Stupa che ospitano i corpi dei passati Panchen Lama caratterizzano Tashi Lhunpo: in una è custodito il decimo Panchen Lama, in un’altra il quarto Panchen Lama (il tutore del quinto Dalai Lama), ed infine nell’ultima ci sono i resti dei Panchen Lama dal quinto al nono.
Di maggior richiamo è l’elemento strutturale centrale di Tashi Lhunpo, ovvero il Tempio di Kelsang, il fulcro delle attività monastiche. Nella Sala delle Riunioni vi si trova il trono del Panchen Lama, dove i monaci si riuniscono per la funzione che si tiene ad ora di pranzo. Degno di nota anche il cortile antistante decorato da bandiere di preghiera. Un collegio tantrico ed un collegio filosofico sono inoltre presenti a Tashi Lhunpo; poco interessanti dal punto di vista storico e artistico, caratterizzano però la vita monastica degli studenti del monastero.
Perché un luogo da vedere?
Tashi Lhunpo trasmette sensazioni molto forti ai visitatori, e permette un assaggio di quello che deve essere stato l’immaginario tibetano attorno alla figura storica dei passati Panchen Lama, in cui la dimensione mistica e aristocratica si mischiavano. Nel corso della storia il monastero testimoniò anche gli scontri con Lhasa e con i Dalai Lama.
Tashi Lhunpo venne rinnovato dal decimo Panchen Lama Choeky Gyaltsen. Egli morì nel 1989, tre giorni dopo l’inaugurazione della tomba dei passati Panchen Lama che fece costruire. Dopo qualche anno, l’undicesimo Panchen Lama Choekyi Gyalpo venne riconosciuto ed intronizzato a Tashi Lhunpo. La sua foto è attualmente visibile costantemente nel trono della Sala delle Riunioni, nel cuore pulsante del monastero.