NUOVA VIA DELLA SETA, NUOVA LINFA PER L’ARTIGIANATO TIBETANO

  • by Redazione I
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  • 05 Mag 2024
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NUOVA VIA DELLA SETA, NUOVA LINFA PER L’ARTIGIANATO TIBETANO, Mirabile Tibet


Con l’arrivo della primavera, la provincia del Qinghai sta per inaugurare l’alta stagione turistica. Così, dagli oggetti in argento o bronzo ai tappeti, ci si dedica ancora di più alla manifattura tradizionale. 

Wang Fubang – l’erede a livello distrettuale della lavorazione dell’argento e del rame nonché delle abilità di doratura, che crea gioielli da quasi trent’anni – vive nel villaggio di Yangpo, città di Xining. Cioè, il luogo di nascita delle tecniche di doratura. Dove, per la vicinanza al Monastero di Kumbum, gli artigiani dell’argento e del rame arrivarono più di cento anni fa, rendendo famoso questo paese nel quale “ogni famiglia aveva la propria bottega”. Wang racconta di non essere riuscito a creare una vera industria per via della sua poca fama. Cosa che, in passato, rendeva possibile le vendite solo nella provincia e poco oltre. Ma negli ultimi anni, nell’ambito del programma nazionale di rivitalizzazione rurale, una superficie di oltre sessantatré mila metri quadrati (novanta mu) del villaggio è stata dedicata alla produzione artigianale. E più di quattrocento famiglie, poco meno della metà degli abitanti, hanno aderito a questa “cooperativa per azioni”. Così, Wang ha cominciato a ricevere richieste dalla Mongolia, dal Singapore, dall’India, da altri Paesi – e, oggi, sta facendo gli straordinari.

Durante le dinastie Han e Tang, i piatti cinesi venivano trasportati lungo la Via della Seta verso l’Asia centrale, l’Asia occidentale e persino l’Europa. Ruslan Duvanbekov, ricercatore senior presso il Dipartimento di Archeologia ed Etnografia del Museo Nazionale del Kazakistan, ha recentemente dichiarato che diverse lampade a olio provenienti dalla Cina, “realizzate con materiali di buona qualità, durevoli e di un altissimo livello di artigianalità”, sono state trovate nelle città kazake di Taraz e Turkestan. Dal lancio della Nuova Via della Seta (China’s Belt and Road Initiative, BRI) nel 2013, la provincia del Qinghai – parte fondamentale del percorso meridionale dell’antica Via carovaniera – ha inteso valorizzare questa opportunità. Rendendo celebre. a livello nazionale e internazionale, l’artigianato iconico dell’altopiano.

“Nuvole di buon auspicio, motivi di loto e increspature dell’acqua”: Yang Yongzhu – erede invece della tradizione del tappeto tibetano del villaggio di Jiaya, che ha imparato l’arte da suo padre all’età di tredici anni – racconta che il suo paese natale era famoso già durante la dinastia Qing. E che selezionare la lana, lavarla, attorcigliare i fili e infilare l’ordito sono solo abilità di base, che richiedono molti anni di formazione. Pertanto, Yang – settima generazione di tessitori – si dichiara orgoglioso di questo percorso, dai laboratori familiari alla produzione su larga scala e alla scena internazionale.

Dal 2004, il Qinghai ospita l’annuale Mostra Internazionale dei Tappeti Tibetani, dove Yang ha avuto l’occasione di dimostrare le sue squisite abilità. Nel 2006, i tappeti tibetani del villaggio di Jiaya sono stati inclusi nell’elenco di alto livello del patrimonio culturale immateriale della Cina. E nel 2007 è stato fondato Shengyuan Carpet Group, impresa che Yang ha iniziato ad assistere e che oggi è una delle aziende produttrici di tappeti tibetani con la maggiore scala di produzione e la più alta quota di mercato in Cina. Poiché il turismo nel Qinghai sta diventando sempre più popolare, e poiché – come ha osservato il presidente del gruppo, Xue Ting – molti Paesi e regioni aderenti al BRI utilizzano abitualmente i tappeti, gli ordini nazionali ed esteri aumentano, dall’Europa dell’Est all’Arabia Saudita. “Ci sforziamo di rendere popolare la cultura del tappeto tibetano in tutto il mondo”, ha dichiarato Xue, “esplorando costantemente i modi di dare nuova vita a questo artigianato tradizionale”.Secondo Wang Jingping, ex presidente della China Tibetan Carpet Association, i tappeti tibetani hanno una lunga storia di diffusione nei Paesi collegati alla Via della Seta, dove venivano trasportati già lungo l’antica Tang-Bo (la “Via della Seta meridionale”). Una visione confermata anche da Li Yalin, vicedirettore del Dipartimento provinciale del commercio del Qinghai, secondo il quale i maestri non solo del Qinghai ma anche di Xizang, Xinjiang e altri luoghi della Cina non hanno mai smesso di sviluppare e promuovere i loro prodotti.