500 tra contadini e pastori amanti degli sport tradizionali tibetani, a mostrare le loro abilità nelle gare di questa nuova manifestazione di 5 giorni che si è svolta a fine giugno. Con 19 eventi divisi in due categorie: competitivi e tradizionali. I primi includono il ping pong e l’atletica leggera; i secondi, Guduo (lancio di pietre legate a corde), corse sugli Yak, Xiuzi, Jiren, scacchi tibetani e altro ancora.
Vediamo qualche testimonianza da questo grande evento.
Il pastore Migmar, di 76 anni, ha trascorso l’intera prima mattinata spostandosi tra le diverse aree di competizione: “Sono molto bravo, e ci gioco da quando ero giovane. Quando ho saputo che Lhasa stava ospitando i Giochi, compresi i miei passatempi preferiti, ho deciso di venire. Offrono ai nostri pastori la possibilità di competere. I miei due figli si prenderanno cura del nostro bestiame in mia assenza”. Migmar vive nella contea di Bangoin, città di Nagqu, a circa 360 chilometri da Lhasa – dove è arrivato dopo un giorno di viaggio e facendo l’autostop. E ha la passione per il gioco strategico con i dadi Xiuzi e per il Jiren, entrambi inclusi in questa Prima edizione.
Il contadino 37enne Losang Chosphel, del distretto di Dagze, ha partecipato proprio al concorso di Jiren, simile al biliardo e con una storia lunga centinaia di anni. “I Giochi offrono ai nostri agricoltori e pastori una diversa piattaforma per mettere in mostra i nostri sport e passatempi tradizionali, nel senso che prima le competizioni si svolgevano solo nei villaggi e senza eventi formali: sono molto felice di prenderne parte”. Una gioia condivisa anche dalla sua compaesana Lhapa Drolma, che aveva partecipato alla gara di tiro alla fune durante la bassa stagione agricola e che ha espresso la speranza di vedere in futuro altri eventi come questi Giochi.
Sonam Dekyi, invece, ha lavorato come arbitro per lo Yajia – lo sport tibetano tradizionale noto anche come “tiro alla fune dell’elefante”. La gara, che prevedeva 5 categorie, a questa prima edizione ha attirato 42 partecipanti. “Yajia è una sfida che contadini e pastori praticano spesso durante le feste di paese, ma le loro tecniche non sono molto professionali e non sanno come proteggersi. Così, prima della competizione, gli arbitri hanno spiegato ai partecipanti le regole per evitare falli: la competizione è molto più standardizzata”.
Come il direttore dell’Ufficio sportivo di Lhasa – Migmar Qungda – ha confermato, le attività tradizionali come le corse sugli yak, il sollevamento delle pietre e gli scacchi sono comunemente praticate dai contadini e dai pastori tibetani. “Questi eventi sono altamente caratteristici. Ma oggi il tenore di vita è notevolmente migliorato e, così, è aumentata anche la richiesta di attività spirituali e culturali: abbiamo organizzato i Giochi per soddisfare queste esigenze, e speriamo che le gare metteranno in mostra lo spirito dei nostri contadini”.
Gli sport rurali hanno registrato recentemente un’impennata di popolarità. Un torneo di calcio amatoriale nella contea di Rongjiang, provincia di Guizhou, ha avuto un successo così diffuso da essere soprannominato “Cun Chao” (“Superlega dei Villaggi”) dagli utenti web cinesi. E anche i tornei di basket e pallavolo nei villaggi sono cresciuti, infondendo però caratteristiche culturali proprie negli eventi sportivi. Tutto questo ha innescato un boom del turismo e portato notevoli benefici, anche economici – tendenza che Migmar Qungda si aspetta che aumenti: “Durante i Giochi abbiamo organizzato attività complementari come il carnevale gastronomico e l’esposizione di prodotti tipici, perché intendiamo favorire lo sviluppo integrato dello sport con la cultura agricola, pastorale e turistica”.