Senza questa specie, il maggiore lago salato del Tibet sarebbe rimasto senza vita. Invece, grazie a 20 anni di costanti misure di protezione – a cominciare dal divieto di pesca fino al 2030 -, la popolazione della carpa “nuda” perché senza squame (naked carp) è cresciuta di quasi 46 volte. E, oggi, molti viaggiatori vanno nella contea del Lago Qinghai proprio per seguire il magnifico spettacolo delle decine di migliaia di carpe che nuotano controcorrente il fiume Quanji per deporre le loro uova.
Sembra niente ma è tutto per un ecosistema così particolare come quello dell’Altopiano, non risparmiato dagli effetti del cambiamento climatico. Ed è tutto anche per gli uomini dei villaggi vicini, che in tempi di siccità e bassi raccolti o povertà dipendevano così tanto dalle carpe da rischiare di estinguere l’intera specie. Pescando senza sosta, anche d’inverno, persino con zattere fatte di pneumatici. Fortunatamente, qualcosa è cambiato – un po’ perché oggi le stesse persone vivono di allevamento, agricoltura e turismo, un po’ perché è mutata la loro sensibilità. Tant’è che ora, se il fiume per qualche motivo ha meno acqua, gli abitanti raccolgono in vasi di legno i pesci intrappolati nelle secche e li riportano nel Lago. Con una conseguenza benefica anche per qualcun altro: gli uccelli migratori.
Il Qinghai, Parco nazionale dal 2022, è infatti l’habitat di molte specie rare o in via di estinzione – come la Gazzella di Przewalski, che vive solo qui. Ma, soprattutto, un importante sosta per gli uccelli che attraversano l’Asia e che qui si fermano sull’Isola dedicata, santuario naturale dal 1997. A centinaia di migliaia su meno di 30 ettari, che tornano qui anche per riprodursi o che, di conseguenza, qui nascono e imparano a volare. Pascoli ridimensionati, praterie recuperate e acque curate, per un sistema “erba, fiume, lago, pesce, uccello” che ha ripreso a funzionare. Grazie a 20 specie vegetali in più e almeno 282 di uccelli – compresi alcuni molto rari come la Gru dal collo nero o il Cigno selvatico.
Tra fauna e flora, terrestre e acquatica, il Lago è una vera oasi ecologica in mezzo a una steppa ma anche la banca genetica biologica dell’Altopiano tibetano. Un tempio a cielo aperto della biodiversità, sempre più amato, che oggi – con la salvezza di un’altra specie – può meritatamente celebrare il suo ritrovato equilibrio.