LE PRIME ESPLORAZIONI EUROPEE DEL TIBET

  • by Redazione I
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  • 06 Set 2024
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LE PRIME ESPLORAZIONI EUROPEE DEL TIBET, Mirabile Tibet


L’Altopiano tibetano: una regione abitata già in epoca preistorica, e fin dai primi Denisoviani, ma la cui Storia, Geografia e Cultura rimangono sconosciute fino all’apparizione della scrittura locale nel VII secolo. Così, mentre i primi testi tibetani documentano il Regno precursore dal 500 A.E.V al 625 E.V. – quello di Shangshung (o Zhangzhung), associato alla religione Bon e dunque all’impostazione del Buddhismo tibetano -, cominciano anche le esplorazioni e le testimonianze europee. Nel 1624, quando a un gruppo di missionari portoghesi guidato dal gesuita António de Andrade, il primo ad attraversare i Himalaya e a raggiungere il Tibet, viene permesso di costruire una chiesa a Tsaparang.

I due racconti di Andrade, pubblicati tra il 1624 e il 1626, saranno rapidamente tradotti in tutte le maggiori lingue del Vecchio Continente e avranno una grande influenza sulla conoscenza del Tibet da parte degli europei. Ma l’amicizia durerà poco: la missione di Andrade verrà chiusa nel 1640, mentre i Gesuiti e Cappuccini arrivati successivamente verranno espulsi dai Lama nel 1745.

Quasi 30 anni dopo, il nobile scozzese George Bogle sarà il primo a stabilire relazioni diplomatiche con il Tibet e, nel tentativo di aprire agli scambi commerciali con la Compagnia Britannica delle Indie Orientali, a introdurre le patate sull’Altopiano. Dove passerà sei mesi, a imparare così tanto da finire con l’assistere il Panchen Lama nella scrittura della ‘Geografia dell’India’. Il suo diario, nel quale definisce il proprio soggiorno nel Tibet “un sogno fatato”, sarà pubblicato con il titolo ‘Racconti della missione di George Bogle in Tibet” e diventerà fonte di ispirazione per altri studiosi e autori – incluso Rudyard Kipling.

Nel 1792, il Tibet chiude le sue frontiere agli europei. E, negli anni successivi, solo in tre riusciranno a raggiungere Lhasa: l’inglese Thomas Manning nel 1811 e i missionari francesi Huc e Gabet, nel 1846.

Manning, oltre a essere il primo inglese a entrare nella Capitale spirituale del Tibet e il primo “straniero” a ottenere un colloquio con l’allora Dalai Lama, è anche il primo ricercatore in Europa di studi cinesi. Il suo diario, pubblicato solo nel 1876 grazie alla Reale Società Geografica, racconterà di una Lhasa “surreale” – di forti contrasti tra la magnificenza del Potala e la vita, povera e in sofferenza, fuori le mura del Palazzo.

L’abbate Huc, missionario lazzarista e grande viaggiatore, diventerà famoso per il suo racconto della dinastia cinese Qing e della Mongolia ma, soprattutto, per i racconti da un Tibet ancora poco conosciuto (‘Ricordi di un viaggio in Tartaria, Tibet e Cina’). Con il suo compagno di viaggio, Joseph Gabet, passerà sei mesi in un monastero sul Lago Qinghai a studiare la lingua e il Buddhismo tibetani. Per poi raggiungere Lhasa, da dove verranno espulsi dopo solo un mese. E, questo, per via dei purtroppo diffusi “cattivi comportamenti” dei missionari cattolici e del loro mancato rispetto verso gli usi, i costumi e la fede locale, che Gabet racconterà nel suo – ignorato dalla Chiesa fino al XX secolo – diario di viaggio.

A ogni modo, e per diverse ragioni, l’interesse europeo verso la Regione aumenta. Così, nel 1865, la Gran Bretagna comincia la mappatura del territorio. Usando questa volta degli indiani travestiti da pellegrini o commercianti, che contano i passi mentre viaggiano e completano le loro annotazioni di notte, a volte nascondendole nelle ruote di preghiera. Il più famoso, Nain Singh, misurerà – tra molte altre cose – latitudine, longitudine e altitudine di Lhasa e traccerà il fiume Yarlung (Tsangpo). Un lavoro enorme, che coprirà 1.580 miglia per più di 3 milioni di passi e il cui racconto (‘Asia ki Peeth Par’) verrà pubblicato solo nel 2004. Ma un lavoro eccezionale, per il quale il Tibet intitolerà a Nain Singh la catena montuosa a Sud del lago Pangong. A dimostrazione del fatto che, se lo scopo è la Conoscenza e se l’apprendimento avviene senza dimenticare il rispetto, i riconoscimenti arrivano – l’amicizia duratura, anche.