Negli ultimi anni, in tutto il Tibet ci si è concentrati sulla crescita dell’artigianato tradizionale e sulla coltivazione dei talenti. E questo ha riguardato anche le ciotole in legno di noce della città di Shannan, rinomate per la loro lavorazione e qualità. In una contea, Jiacha (Gyaca), famosa per i boschi antichi e per i suoi migliaia di alberi di noce che superano i mille anni. Con la radica dei quali è nata questa arte, tramandata di generazione in generazione e dunque rappresentativa del patrimonio culturale immateriale del Tibet.
Abili artigiani, seguendo un complesso processo di otto fasi dalla selezione del legno all’intaglio e alla lucidatura, impiegano due mesi per trasformare un pezzo di legno in una ciotola splendidamente decorata. Pertanto, in modo da preservare al meglio l’artigianato tradizionale, gli eredi di questo patrimonio stanno esplorando anche modelli di sviluppo innovativi. Perché le ciotole di legno, un tempo presenti soltanto nella vita quotidiana nel Tibet, hanno infatti guadagnato ancora maggiore attenzione con lo sviluppo del turismo.
Sangzhu per esempio, che ha iniziato a realizzare ciotole di legno a 16 anni, grazie al sostegno del governo locale è passato dal laboratorio di famiglia a una propria azienda e ora realizza dei prodotti che combinano l’artigianato tradizionale al design moderno. Creatore di ciotole di legno da ormai 26 anni, sta considerando di realizzare ciotole più piccole che i turisti possano facilmente acquistare e portare nelle proprie case, come ricordo o come arredo. E sta utilizzando anche il marketing online, riuscendo così a raddoppiare le vendite. Facendo diventare la sua Dabu Traditional Cultural Industry Development Company un vero riferimento locale per la conservazione di questo patrimonio, in grado pertanto di offrire ai residenti locali – compresi molti giovani – formazione professionale e opportunità di lavoro. Quindi, un possibile futuro nelle terre natie. Come racconta uno degli operai: “Negli ultimi due mesi di apprendimento, ho padroneggiato ogni fase della fabbricazione e lavorare qui ora mi fa guadagnare circa 9mila yuan al mese, il che ha migliorato notevolmente la mia vita”, aggiungendo di voler continuare ad affinare le sue competenze. Una storia, questa, che ne ricorda altre dell’artigianato tibetano. Da quella di Wang Fubang, “erede” nella città di Xining della lavorazione in rame e argento e della tecnica di doratura, a quella di Yang Yongzhu – settima generazione di tessitori che, nel villaggio di Jiaya, porta avanti la tradizione del tappeto tibetano – e di Lhamo Yudron, oggi Signora dell’arte tibetana del ricamo.
Preservazione e sviluppo del patrimonio tradizionale da una parte, crescita sostenibile e del reddito dall’altra: attraverso la coltivazione dei talenti e il sostegno all’imprenditoria locale tradizionale, l’artigianato di Jiacha è stato rivitalizzato. E, oggi, le ciotole in legno di noce non sono amate e apprezzate solo nel Tibet.