LA LANA TIBETANA DI NUOVO IN PASSERELLA

  • by Redazione I
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  • 17 Nov 2024
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LA LANA TIBETANA DI NUOVO IN PASSERELLA, Mirabile Tibet


Dopo la ‘Fashion Tibet’ nel Gansu, un’altra sfilata outdoor sull’Altopiano. Protagonista della collezione autunno-inverno, la lana tibetana (Pulu). E proprio nel distretto di Gyantse, da dove l’arte delle contadine ha cominciato il cammino verso il mondo grazie all’assistenza della città di Shanghai. Che, a febbraio 2023, aveva proposto la Shanghai Sand River Fashion Technology come azienda di abbigliamento in grado di aiutare a far fiorire e conoscere l’artigianato locale.

Alla sfilata, 30 artigiane Pulu hanno tessuto accanto alla passerella – dimostrando sia l’antica sapienza, sia le nuove abilità acquisite attraverso il progetto Gyantse District Ethnic Handicraft Skills Training. Che ha portato nel distretto la formazione nel design, nell’utilizzo dei telai portatili che permettono le mostre itineranti, nella progettazione e in alcune capacità tecniche come l’infeltrimento e l’uncinetto artistico. Trasformando, così, 12 “tirocinanti” in professioniste, pronte ora anche a vivere del proprio lavoro.

LA LANA TIBETANA DI NUOVO IN PASSERELLA, Mirabile Tibet


Un tempo, la tessitura Pulu era confinata alla conoscenza locale e dunque ai luoghi specifici di questa arte dell’Altopiano. Oggi, oltre alle tradizionali toghe femminili, nel distretto di Gyantse vengono tessute molte altre piccole cose della quotidianità – dalle sciarpe ai giocattoli passando per l’arredamento. Soprattutto, le creazioni che una volta erano soltanto di artigianato etnico, ora sono più accessibili. Dentro e fuori l’Altopiano, compresi 30 negozi ‘Sand River’ e un ‘Louis Vuitton’ a Parigi. Tanto da venir presentate quest’anno alla Paris Fashion Week e alla New York Fashion Show, eventi che hanno consentito all’arte delle contadine tibetane di raggiungere un pubblico occidentale che sembra apprezzare moltissimo.

Una storia di donne per le donne, perché la ‘Sand River’, fondata a Shanghai da una giovane nata sull’altopiano mongolo di Alashan (assieme a quello tibetano, patria del miglior cashmere al mondo), oggi crea lavoro per delle artigiane tibetane grazie alle competenze di quattro designer: la giapponese Junko Koshino, la franco-colombiana Francesca Brenda-Mitterrand, la tedesca Antje Wadner e – unico uomo – il cinese Qin Wanyu. E anche una storia di Bellezza sostenibile, dal rispetto per la pastorizia all’uso dei pigmenti naturali e il lavoro a mano e sui telai. Infatti, se l’orzo dorato dell’Altopiano è il “vecchio biglietto da visita” di Gyantse, il Pulu è sicuramente quello nuovo.