PROCEDONO I RESTAURI AL PALAZZO DEL POTALA

  • by Redazione I
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  • 31 Dic 2024
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PROCEDONO I RESTAURI AL PALAZZO DEL POTALA, Mirabile Tibet


Il 2024 si chiude con un anniversario, e di Bellezza. Questo dicembre, infatti, si compiono 30 anni dalla designazione del Palazzo del Potala di Lhasa come patrimonio UNESCO dell’Umanità: un traguardo importante, segnato dal sempre più intenso lavoro di restauro e di preservazione dei suoi tesori culturali.

Parliamo dei rinnovamenti strutturali, delle tinteggiature rituali delle mura (come sappiamo, con un “dolce segreto”) e delle cure ai thangka e ai documenti antichi messi a rischio dal tempo, senza dimenticare la formazione al restauro e la nascita di laboratori dedicati. Un impegno costante, che negli ultimi 3 decenni ha visto un investimento di quasi 800 milioni di yuan (109 milioni di dollari).

Tra gli interventi, la digitalizzazione di 1000 thangka sui 6mila nella collezione del Palazzo, che – dai racconti e le biografie alla Medicina tradizionale e la visione spirituale – da soli costituiscono un enorme patrimonio di Storia e Cultura tibetane. Ma anche la documentazione delle 39.811 sculture in legno custodite nel Potala, delle quali più di 1.711 classificate come “preziose”. Senza tralasciare gli antichi manoscritti su foglie di palma, che richiedono la conoscenza di tecniche di restauro e di conservazione molto speciali.

Costruito nel VII secolo da Songtsen Gampo e ampliato nel XVII dal quinto Dalai Lama, il Palazzo del Potala è un riferimento spirituale, culturale e architettonico da più di 13 secoli. Che – oltre ai thangka e alle sculture in legno – contiene 698 murales, 10mila pergamene dipinte, numerose creazioni artigianali nonché un’ampia collezione di sutra e di documenti storici. Il luogo più visitato del Tibet, tanto da accogliere negli ultimi 10 anni oltre 14 milioni di ospiti. Il lavoro di restauro coinvolge anche gli altri due luoghi del complesso storico di Lhasa – il Palazzo Norbulingka e il Tempio Jokhang. Quest’ultimo, sempre del VII secolo, mirabile esempio del sincretismo dell’Arte tibetana e che oggi, anche grazie al meticoloso lavoro dei monaci, sta completando il database digitale degli oltre 6mila cimeli tra thangka, murales e sculture per permettere la loro migliore conservazione.