COSA MANGIARE NELLO XIZANG?

  • by Redazione
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  • 25 Lug 2018
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Venti freddi, alte montagne e picchi innevati alternati da placidi e verdi alti. In queste latitudini, molto spesso, la cucina che si può assaporare non è tra le più invitanti per i turisti occidentali abituati ad una gastronomia ricca di sapore e di carne, tant’è che molto spesso si è costretti a superare una primordiale diffidenza nei confronti di cibi sconosciuti anche all’interno dei confini della Cina stessa.

Come mai? Una prima risposta va ricercata nelle difficoltà oggettive di intraprendere da sempre attività legate al settore primario, che di fatto hanno impedito la nascita di una vera “industria agricola” tibetana. In secondo luogo a causa del fervente credo buddhista dell’amato popolo di questi altipiani, in molti villaggi si è costretti ad adattarsi a dei regimi vegetariani. Tuttavia, nonostante queste perplessità, la cucina dello Xizang è in grado di offrire alcune eccellenze culinarie uniche nel suo genere. Tra gli alimenti principali troviamo lo Tsampa, un composto a base di farina d’orzo, utilizzato sia per produrre pasta che come additivo ad alcune bevande.  Gustoso e scaldante è anche il latte di Yak, con il quale viene ricavato un ottimo yogurt servito durante i pasti, oppure un nutriente formaggio il cui gusto deciso racchiude tutta l’essenza del Tibet. Infine come non citare i caratteristici banchetti di carne essiccata? Tra le vie principali di questa affascinante Regione, è infatti possibile assaporare questo particolare snack affumicato a base di carne di pollo o di agnello.

Interessante è altresì vedere cosa mangiano il clero lamaista. I monaci tibetani sono conosciuti per vivere incredibilmente a lungo e questo non ci sorprende più di tanto se consideriamo lo stato di pace in cui vivono e il paradiso incontaminato in cui vivono. E’ importante quindi anche analizzare qual è la loro dieta per comprendere come un corpo così in pace si nutra per avere alti livelli di coscienza ed energia per svolgere le attività quotidiane anche in avanzatissima età.

L’alimentazione dei monaci tibetani ruota attorno ai concetti di equilibrio e di armonia con la natura. Ecco perché si interessano anche delle varie fasi di preparazione degli alimenti, a partire dalla coltivazione. Ciò aumenta la consapevolezza del cibo come strumento per il sostentamento ed il benessere; percezione che invece si perde con l’abitudine di trovare gli alimenti pronti sugli scaffali del supermercato.

Per noi un pane è un pane, mentre per loro il pane deve essere fatto rispettando il flusso energetico della vita, facendo una lievitazione naturale lenta usando ingredienti ricchi e maturati al sole e non immagazzinati per anni e raffinati fino a perdere tutte le proprietà come accade da noi.
A tavola i monaci mangiano lentamente, dando importanza ad ogni momento del pasto, compresa la masticazione. La masticazione è davvero importante e secondo alcuni medici risolverebbe il 50% dei problemi di salute: ne ho parlato dei benefici nell’articolo 10 ragioni per masticare meglio il cibo. La dieta che hanno sviluppato nel corso del tempo li porta a consumare cibi integrali, in una alimentazione con poche proteine animali e in ogni caso, essi raccomandano di evitare la carne di maiale. I grassi come il burro e olio fanno parte della loro dieta, ma mai in grandi quantità.

Evitano i cibi troppo freddi e troppo piccanti perché causano stati infiammatori nel corpo e consumano molti cibi e bevande fermentate a base di riso, soia, thé, latte. Questo tipo di alimenti sono scomparsi nella nostra dieta ed eppure sono i più salutari dato che sono ricchi di probiotici, vitamine ed enzimi.