LA MEDICINA TRADIZIONALE TIBETANA: UNA PRATICA MEDICA ANTICA SECOLI

  • by Redazione
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  • 05 Set 2018
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La Medicina Tibetana è un’importante componente del grande panorama della Medicina Tradizionale Cinese. Diffusa principalmente nelle zone abitate dall’etnia tibetana, ossia lo Xizang, le province di Qinghai, Sichuan e Gansu, questa pratica medica è assai nota anche oltre i Confini della Repubblica Popolare come ad esempio in India e Nepal.

La Medicina Tibetana, originaria dell’altopiano Tibetano, presenta evidenti caratteristiche dell’ambiente ambiente naturale e sociale dove questa è nata e si è sviluppata.  Per fare un esempio concreto, basti vedere la geografia dell’altopiano altopiano Qinghai-Tibet. Da sempre le comunicazioni con l’esterno sono state estremamente difficili a causa della particolare geolgrafia del territorio, perciò la medicina tibetana mantiene da tempo le sue innate caratteristiche, senza influenza alcuna, mentre dal punto di vista dei materiali e degli ingredienti usati, la maggior parte delle sostanze medicinali tibetane deriva da animali e piante resistenti al freddo e che vivono in un ambiente con scarsità di ossigeno. Durante la lunga pratica di produzione e cura, la medicina tibetana ha gradualmente formato un suo particolare sistema teorico, scientifico e di cure. Esaminiamo ora le principali caratteristiche di questa affascinante arte medica.

La “Teoria dei tre fattori”
Secondo la teoria della Medicina Tradizionale Tibetana, nel corpo umano esistono tre grandi fattori “Long” aria, “Chiba” fuoco e “Peighen” acqua e terra; sette basi materiali, ossia l’essenza dei generi alimentari, sangue, carne, grasso, ossa, midollo e sperma; e tre escrezioni del corpo, ossia urina, feci e sudore. I tre grandi fattori controllano i cambiamenti e movimenti delle sette basi materiali e delle tre escrezioni dal corpo. Nelle normali condizioni fisiologiche i “tre fattori” dipendono e si contengono a vicenda, mantenendo il reciproco coordinamento ed equilibrio, in caso contrario il corpo sarà colpito da malattie “Long”, “Chiba” e “Peighen”. Una volta danneggiata l’energia originaria del fisico, riassestare i tre fattori interni, in modo che riacquistino l’originario equilibrio e curare quindi la malattia cui il corpo è affetto. Esaminando con più attenzione i tre fattori, la tradizione tibetana distingue in “Long” la forza motrice che mantiene le attività fisiologiche del corpo umano; la funzione principale di “Chiba”, invece, è produrre energia termica al fine di mantenere stabile la temperatura del corpo, aumentare il funzionamento dello stomaco e rafforzare  l’intelligenza; infine “Peighen” indica la componente acquea, ossia la saliva.

Anatomia e fisiologia
Leggendo gli antichi manuali di medicina tibetana, ci si può rendere conto come i medici di allora fossero già in possesso di una conoscenza piuttosto scientifica del corpo umano.

Secondo la medicina tibetana, il corpo umano è composto da cinque organi interni e i sei organi cavi. I primi sono composti da cuore, fegato, milza, polmone e rene ed i secondi da intestino crasso, intestino tenue, stomaco, vescica urinaria, cistifellea e Sanmuxiu (un canale per introdurre l’acqua e le sostanze nutritive ed eliminare i rifiuti). Secoli orsono i tibetani erano soliti utilizzare una serie di metafore a fine didattico per illustrare le funzioni dei singoli organi: il cuore, situato al centro della cavità toracica, è come il re sul trono; i polmoni sono come i ministri e principi ereditari intorno al re; il fegato e la milza sono come l’imperatrice e le concubine che si trovano sotto il re, tuttavia con rapporti strettissimi, mentre il rene è come la trave della casa, senza la quale il corpo non potrà diventare “un grande palazzo”.  Ma quali sono le terapie utilizzate dalla medicina tibetana?

Cura con farmaci

Come nella più grande tradizione della MTC, anche la Medicina Tibetana utilizza estratti di erbe medicinali come farmaci. L’applicazione di erbe medicinali costituisce tuttavia un metodo piuttosto tra le alte vette dello Xizang. Oltre all’assunzione di decotti o estratti, la medicina tibetana tende ha curare malattie interne con l’applicazione esterna di erbe questo perché l’applicazione di erbe medicinali ha un valore ricostituente per il fisico. Secondo i medici tradizionali tibetani, problematiche come anemia da emorragia,  deperimento nervoso,  stanchezza eccessiva, insonnia e così via, sono tutte curabili, nella maggior parte dei casi, con unguenti e pomate.
Inoltre per curare le malattie con i farmaci, i medici tibetani propongono l’utilizzo di vettori, in modo da guidare i farmaci nel sito da curare. Ad esempio lo zucchero bianco serve da vettore per curare le malattie puramente “calde”, mentre lo zucchero di canna da vettore per curare le malattie “fredde”. Oltre ai vettori, la medicina tibetana presta attenzione al metodo di assunzione dei farmaci, ad esempio le pillole vanno assunte con acqua tiepida, i farmaci per curare le malattie “fredde” con acqua calda e quelli per curare le malattie “calde” con acqua fredda.

Cura con la moxibustione
Il materiale principale della moxibustione secondo la medicina tibetana è l’Artemisia Indica. Attualmente la moxibustione viene usata generalmente per le malattie fredde, in particolare debolezza di stomaco, indigestione e alcuni gonfiori, neuropatia e così via. La moxibustione tibetana viene effettuata su punti fissi del corpo.

Cura con bagni medicinali
La cura con bagni medicinali della medicina tibetana è una particolare cura naturale. Le acque termali sono generalmente solforose, della Pietra fredda, di allume, di sterco secco di Trogopterus xanthipes e calcaree. I bagni medicinali sono suddivisi in due tipi: “bagno in acqua” e “applicazione”. La cura del bagno in acqua indica le cinque acque termali naturali adeguate alle corrispondenti malattie di tipo caldo; l’applicazione, al contrario, prevede l’inserimento di preparati medicinali in borsette di cotone da portare sulla posizione malata. In questo modo il fluido medicamentoso sarà assunto dal corpo tramite il cotone bagnato.