ALTOPIANO QINGHAI-TIBET: SPEDIZIONI SCIENTIFICHE E COOPERAZIONE

  • by Redazione I
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  • 08 Set 2024
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ALTOPIANO QINGHAI-TIBET: SPEDIZIONI SCIENTIFICHE E COOPERAZIONE, Mirabile Tibet


Cambiamento climatico e impatti sulle risorse idriche dell’ecosistema Qinghai-Tibet, permafrost, carbonio e biodiversità: i significativi progressi segnati dalla seconda indagine scientifica nella regione si stanno rivelando vitali per la sicurezza presente e futura dell’altopiano. Parola del leader della spedizione, Yao Tandong, della Chinese Academy of Sciences (CAS).

Come i nostri lettori già sanno, parliamo di una barriera ecologica cruciale e di una riserva di risorse strategiche – a cominciare dall’acqua – per l’intero Continente asiatico ma anche per la sicurezza ambientale globale. Infatti, dal lancio delle indagini scientifiche della Cina nel 2017, oltre 7mila ricercatori hanno condotto ricerche complete in 19 aree-chiave dell’altopiano. Scoprendo che il Qinghai-Tibet sta diventando sempre più caldo, verde e umido. “I ghiacciai e la neve stanno rapidamente diminuendo mentre la vegetazione sta crescendo, e questo potrebbe portare a cambiamenti importanti nella circolazione dei monsoni asiatici, aumentando la frequenza di eventi meteorologici estremi”, ha spiegato Yao Tandong. Inoltre, come diversi altri bacini tibetani, anche il Lago del Qinghai sta salendo – aumentando il rischio di inondazioni.

La seconda spedizione scientifica ha rivelato infatti che l’attuale riserva idrica in superficie della “Torre dell’acqua” supera i 10 trilioni di metri cubi. E, questo, mentre alcuni modelli climatici prevedono che – entro la fine del XXI secolo – alcune regioni potrebbero perdere più della metà della loro massa glaciale e veder innalzato il livello dell’acqua nei laghi di oltre 10 metri. Da qui, l’importanza delle strategie differenziate regionali ma anche di un coordinamento internazionale per la costruzione di sistemi di allerta precoce dei crolli glaciali e delle esondazioni e per una gestione sostenibile.

Consapevole di questo, e integrando rilievi sul campo e satellitari, la squadra di Yao Tandong ha stabilito un sistema di classificazione per l’ecosistema del Qinghai-Tibet, andando così a completare tre mappe: della vegetazione delle praterie, del suolo e della distribuzione degli alberi su 2.400 chilometri attraverso l’Himalaya. Tutte utili a rilevare il modello spaziale e i cambiamenti in corso, fornire i dati necessari per la creazione e la salvaguardia dei Parchi nazionali e sviluppare le migliori strategie di conservazione della biodiversità. Anche perché, nelle aree critiche del Qinghai-Tibet, la squadra ha scoperto oltre 3mila nuove specie tra le quali 205 animali, 388 vegetali e 2.593 microbiche.

Più di 600mila chilometri quadrati (cioè, oltre la metà della superficie totale del Tibet) sono oggi marcati come “linee rosse” di conservazione ecologica – segno di un’attenzione e di un impegno costanti, resi possibili proprio dalle periodiche ricerche sul campo. E dalla collaborazione, come quella della spedizione iniziata questo giugno presso il lago Namtso (il secondo maggiore salato del Tibet dopo il Qinghai), che vede i ricercatori del CAS Institute of Tibetan Plateau Research lavorare insieme a scienziati provenienti da Germania, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Una cooperazione che permetterà di studiare i cambiamenti climatici e ambientali sull’altopiano del Qinghai-Tibet negli ultimi milioni di anni grazie all’analisi della formazione dei sedimenti nelle profondità del lago.