EQUILIBRIO ECOLOGICO: IL MIRABILE MODELLO TIBETANO

EQUILIBRIO ECOLOGICO: IL MIRABILE MODELLO TIBETANO, Mirabile Tibet


Alla fine del 2024, l’energia pulita da fonti rinnovabili generata nel Tibet superava il 99%. Un traguardo incredibile ma evidentemente possibile, che oggi rende l’Altopiano il vero campione della sostenibilità ambientale. In grado persino di esportare e assistere altri, peraltro con delle quantità di green energy davvero impressionanti.

Un nuovo paradigma, quello tibetano. Di un diverso equilibrio tra persone, lavoro, Cultura e Natura. Perché non parliamo solo di impianti solari, eolici o idrici, costruiti con le migliori tecnologie cinesi a disposizione per queste altitudini e questo clima. Bensì della nascita di piccole e medie imprese, eredi di tradizioni plurisecolari e di un patrimonio artigiano e artistico inestimabile. Del diverso orizzonte di migliaia di famiglie, grazie a questi investimenti uscite dall’isolamento geografico e dalla povertà. E della cura della vita sull’Altopiano – dalla sostituzione di deserti con foreste e il ripristino della biodiversità alla protezione della ‘Torre dell’acqua’. Così, mentre il consumo di energia elettrica verde cresce a due cifre, un’intera cultura del rispetto fiorisce a più di tre.

Come nel Gansu, dove il milione di ettari di zona umida è stato trasformato in un santuario per gli uccelli migratori. Che ora possono svernare e riprodursi in tranquillità, anche grazie ai nidi artificiali e alle telecamere a infrarossi installate per proteggerli dai predatori. Un sistema che, finora, ha salvato la Gru tibetana dal collo nero – l’unica a vivere sull’Altopiano – e la Cicogna nera, a rischio di estinzione, controllando i livelli e la qualità dell’acqua, curando la giusta vegetazione e ripristinando la popolazione ittica. Per contare oggi 675 cicogne e decine di nidi ma anche sempre più giovani tibetani che, attraverso le nuove passioni del birdwatching e della fotografia naturalistica, si stanno preparando (e con una nuova consapevolezza) a un diverso futuro per sé e per queste mirabili terre.

O come a Nagqu, oggi luogo iconico della nuova energia dell’Altopiano, dove la prima priorità è la sicurezza idrica. Cominciando dai grandi fiumi come lo Yangtse e il Lancang (Mekong), che qui hanno la loro sorgente, dal sacro lago Namtso (il più grande lago salato del Tibet) e dal ghiacciaio Purog Kangri – il terzo maggiore al mondo, purtroppo in rapido scioglimento. Un’enorme responsabilità viste le conseguenze a valle (sia per i residenti e la vita sull’Altopiano, sia per gli altri Paesi che vivono di questi fiumi), che significa monitorare, pulire, ripristinare e proteggere ogni giorno. Dagli effetti del cambiamento climatico, certo, ma anche dalle cattive abitudini – inclusi la pesca selvaggia o i rifiuti di plastica lasciati dai turisti. Una missione che, a Nagqu, oggi vede impegnati 90mila residenti sugli oltre 504mila totali, dei quali più di 14mila a protezione dell’acqua.

Cacciatori che diventano guardaboschi, pastori che si trasformano in protettori dei ghiacciai, ragazzi che vanno a studiare per meglio preservare, creare e tramandare al loro ritorno: da questa mirabile terra del Sole, del Vento e dell’Acqua, l’insegnamento più bello che potesse arrivare.