Siamo nella regione Sanjiangyuan, nel nordovest della provincia di Qinghai: l’area dell’Altopiano tibetano nella quale hanno origine tre grandi fiumi – Giallo, Yangtse e Mekong -, per questo conosciuta come la “Torre dell’Acqua”.
Dall’istituzione del Parco Nazionale di Sanjiangyuan nel 2020, l’ambiente ecologico ha continuato a migliorare. Cominciando con la capacità di conservazione delle acque, cresciuta costantemente e che consegna a valle oltre 60 miliardi di metri cubi di acqua dolce pulita all’anno. Con un risultato importante, appena annunciato in questi giorni dall’amministrazione del Parco: la qualità delle acque dei bacini principali dei tre fiumi, che ha raggiunto il cosiddetto ‘Grado II’ (il secondo maggiore su cinque nel sistema locale di valutazione). Se pensiamo all’altissimo livello di inquinamento a valle degli altri grandi fiumi che nascono nell’Altopiano, un traguardo davvero significativo.
Anche perché soltanto il Lago Qinghai – il più grande tra quelli interni di acqua salata – è frequentato oggi da circa 606mila uccelli acquatici e, grazie all’attenzione data agli ecosistemi, ha contribuito all’aumento dei leopardi delle nevi a 1.200 esemplari e a quello delle antilopi tibetane da meno di 20mila nell’ultimo secolo a più di 70mila.
Stesso miglioramento anche per l’aria, tant’è che nel 2023 la qualità ‘eccellente’ ha raggiunto il 96,6%. La copertura del sistema di raccolta, conferimento e smaltimento dei rifiuti domestici rurali è stata del 94,8 mentre quella del trattamento delle acque reflue domestiche rurali è arrivata a quasi il 20%. Siccome l’ecosistema dell’Altopiano Qinghai-Tibet è molto ricco ma anche fragile alla luce degli effetti del cambiamento climatico, nella provincia e nel Parco Nazionale tutti gli sforzi si concentrano sulla sempre maggiore protezione – anche limitando, per esempio, le estrazioni minerarie o la caccia. Favorendo invece il rimboschimento e la tutela dei pascoli, alla ricerca di un sempre migliore equilibrio tra gli ecosistemi e le attività umane.