L’Altopiano del Tibet (Qinghai-Tibet) Il terzo polo del mondo, così definito perchè possiede la massa ghiacciata più grande del pianeta dopo quella dell’Artico e dell’Antartico. Il Tetto del Mondo, sito in Asia, si estende principalmente nella Regione Autonoma del Tibet, nella provincia del Qinghai in Cina e in minor misura nella provincia del Sichuan e nella Regione autonoma dello Xinjiang entrambe in Cina. Secondo gli esperi i soli ghiacciai himalayani coprono circa tre milioni di ettari pari al 17% della copertura montagnosa del pianeta, contro il 2,2% nelle Alpi svizzere.
Questo vasto territorio, nonostante sia abitato da pochi milioni di persone è una delle aree di come il cambiamento climatico stia incidendo sulle nostre vite, avendo ripercussioni molto più gravi rispetto allo scioglimento dell’Artico e dell’Antartico. Ragion per cui il Governo Centrale di Pechino vede nella salvaguardia ambientale dello Xizang il primo punto dell’agenda politica della Regione.
Difatti non dobbiamo dimenticare che i ghiacciai himalayani da soli sono il cuore dell’ecosistema asiatico e mondiale più in generale, una vera “banca asiatica di acqua dolce“: essi sono il vero serbatoio d’acqua dolce di tutta l’Asia meridionale e orientale. Infatti, grazie al loro normale scioglimento nei mesi caldi, riforniscono d’acqua i grandi giganti della natura: il fiume Gange e Indo in India (che alimentano il settore agricolo indiano e pakistano); il Fiume Giallo (Huang He), chiamato la culla della civiltà cinese, il secondo fiume più importante della Cina dopo il Fiume Azzurro (Chang Jiang) che da solo irriga più della metà delle risaie cinesi; il Brahmaputra che attraversa la Cina, l’India e il Bangladesh dove si ricongiunge con il Gange; il Salween che attraversa la Cina, la Tailandia e la Birmania; il Mekong nel Laos, Cambogia e Vietnam; tutta acqua necessaria a milioni di persone.
Purtroppo però tutti gli scienziati sono oramai concordi nell’affermare che negli ultimi cinquant’anni l’equilibrio naturale di queste aree si è spezzato poiché la quantità di ghiaccio che si scioglie, non è equamente compensata dalla quantità che si riforma, soprattutto nei versanti meridionali e orientali dell’Altopiano. Infatti, come afferma Lonnie Thompson, “i ghiacciai sull’Altopiano tibetano stanno perdendo massa dalla superficie verso il basso. La coltre di ghiaccio in questa porzione del pianoro si è ridotto più del 6% dal 1970 e il danno è ancora maggiore in Tagikistan e nell’India del Nord, con il 35% e il 20% in meno rispettivamente, nel corso degli ultimi cinquant’anni”.
“L’altopiano Qinghai-Tibet è tra le regioni più colpite dal riscaldamento globale”, ha detto Qui Dahe dell’Accademia Cinese delle Scienze (CAS) . “A sua volta, questo avrà un effetto nocivo sul clima globale e sul sostentamento delle popolazioni asiatiche“. Egli ha sottolineato che la temperatura nella regione autonoma del Tibet è aumentato in media di 0,32 gradi ogni 10 anni dal 1961 al 2008. Tale tasso di riscaldamento è stato molto più veloce rispetto alla media in tutta la Cina, dove la temperatura è cresciuta tra il 0,05 e 0,08°C. La temperatura media del Tibet nel mese di luglio è stata la più alta dal 1951 e la pioggia nella parte occidentale e meridionale del Tibet è diminuita dal 30% all’ 80% rispetto agli stessi periodi degli anni precedenti. Queste affermazioni sono state supportate anche da Yao Tandong, uno dei massimi glaciologi cinesi e direttore del Qinghai-Tibet Research Institute del CAS, che ha detto che “nell’altopiano c’è più caldo ora che in qualunque momento nel corso degli ultimi 2.000 anni“.
Gli scienziati affermano che la differenza tra ciò che sta causando il cambiamento climatico ai poli e quello che accade nell’altopiano tibetano è che mentre per l’Artico e l’Antartico, occorreranno decenni prima che la fusione dei ghiacciai innalzino il livello del mare minacciando le zone costiere del mondo (senza parlare dei danni all’ecosistema polare), sull’altopiano tibetano i risultati della politica mondiale del consumo usa e gettae dello sfruttamento indiscriminato, hanno già cominciato a influenzare il modo di vita di milioni di tibetani e sono già oggi minacciati centinaia di milioni di vite a valle dell’Altopiano. Sull’Altopiano oramai la vita delle popolazioni nomadi così come era stata tramandata e vissuta da generazioni non esiste più.
Ma cosa sta accadendo nel concreto? Paradossalmente stiamo assistendo a due fenomeni totalmente diversi e distinti. Se nel versante settentrionale, stiamo assistendo ad una graduale desertificazione, con un progressivo ritiro della copertura vegetale, nella zona meridionale invece sta avvenendo un altro fenomeno, opposto. E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che il numero dei laghi montani himalayani stia aumentando. La maggior parte di questi laghi si era formata solo dalla seconda metà del XX secolo a causa del riscaldamento globale che ha sciolto i ghiacciai e quindi l’acqua ha defluito o nei sistemi acquatici esistenti o creandone dei nuovi.
La Repubblica Popolare, nonostante erronee considerazioni giornalistiche, ha già fatto e sta facendo molto per arginare il problema, promuovendo in loco politiche verdi atte a salvaguardare l’ecosistema originario, tuttavia c’è bisogno dell’aiuto e della collaborazione di tutti i Paesi, perché proteggere l’ecosistema, proteggere il nostro ambiente, significa salvaguardare il nostro futuro e la nostra casa.