A NATALE, PERCHE’ NON PORTARE A TAVOLA UN DOLCE DEL TIBET?

  • by Redazione
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  • 24 Dic 2022
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Il Natale significa stare insieme e fare festa, ma ha anche un’accezione molto più golosa. Panettoni, torroni e dolci di ogni sorta diventano infatti protagonisti delle nostre tavole. Perché non portare un qualche cosa di esotico, come un dolce tibetano? Parliamo del Dresil e dei Khapse.

In Tibet i dolci non sono assai diffusi. Eppure durante il Losar, ossia il capodanno tiberano, queste due pietanze si trovano ovunque. Ma cosa sono e come si preparano? Ecco il procedimento

La ricetta del Dresil

A NATALE, PERCHE’ NON PORTARE A TAVOLA UN DOLCE DEL TIBET?, Mirabile Tibet

Il Dresil altro non è che la versione tutta tibetana del “sweet rice” cinese. Furono infatti i mercanti del Celeste Impero, intorno all’anno mille a portare sul Tetto del Mondo questo tradizionale riso dolce. I tibetani hanno nei secoli creato una loro gustosa versione tanto che oggi il Dresil significa l’arrivo del Losar Festival. E’ infatti in questo giorno che i tibetani abbandonano la loro tradizionale colazione a base di tè e tsampa per gustare questa dolce pietanza. Ovviamente alcuni ingredienti quali il droma (una radice il cui sapore è molto simile alla patata dolce) o il burro di yak, fuori dai confini tibetani, sono difficilmente reperibili, ma facilmente sostituibili.

Ingredienti

2 tazze di riso crudo
6 cucchiai di burro
1/2 tazza di anacardi
1 tazza di uvetta
1/4 di tazza di zucchero
1 radice di droma oppure patate dolci tagliate a cubetti sottili
Frutta secca a piacere

Procedimento 

Cuocere il riso fino a cottura. Separatamente far bollire le patate dolci (o il droma) per 30-35 minuti. Scolare molto bene. Infine unire il riso con la frutta secca, uvetta, burro e zucchero. Infine aggiungere la patata dolce (o il droma)

La ricetta dei Khapse
A NATALE, PERCHE’ NON PORTARE A TAVOLA UN DOLCE DEL TIBET?, Mirabile Tibet

Cosa c’è di più buono che sorseggiare il tè con dei biscotti? Ecco i Khapse, i tradizionali “cookies” usati dai tibetani. In Tibet si è solito utilizzare questi biscotti non solo durante il capodanno tibetano, ma anche durante ogni tipo di festa importante come matrimoni o importanti incontri anche di lavoro. Variabile la forma dei Khapse: da quelli enormi a forma di orecchio d’asino (bhungu amchoe) che vengono posti come offerte sui santuari, alle grandi “trecce” di mukdung, ai cerchi croccanti di “bulug”, al varie piccole forme di kaptog. Ci sono khapse dolci e (leggermente) salati, e alcuni khaps realizzati a forma di fiori di loto, o con nastri di colore che si infilano tra le torsioni. Insomma, qualsiasi sia la forma, questi biscotti vanno provati.

Ingredienti 

4 tazze di farina per tutti gli usi
1/2 tazza di olio di semi di girasole
1/3 di tazza di zucchero
1 tazza di latte, o mezza tazza di panna e mezza di latte
1 litro di olio di semi di girasole per friggere

Preparazione della pasta Khapse

1. Sciogliere lo zucchero in 1 tazza di acqua tiepida ed unire farina, olio, zucchero e il latte;

2. Amalgamare il tutto fino a formare una palla di pasta liscia;

3. Impastare l’impasto per diversi minuti;

4. Stendere l’impasto a uno spessore di circa 1cm e tagliare la pasta a strisce (di circa un centimetro o poco meno), quindi tagliare quelle strisce in pezzi diagonali. Cercate di fare in modo che i pezzi abbiano all’incirca le stesse dimensioni, in modo che possano cuocere alla stessa velocità. Questo non deve essere preciso, i tibetani raramente lo sono!

5. Tagliare una fessura nel mezzo di ogni pezzo di pasta.

6. Tirare un angolo del pezzo di pasta attraverso la fessura nel mezzo, creando una torsione.

Cucinare i Khapse 

A NATALE, PERCHE’ NON PORTARE A TAVOLA UN DOLCE DEL TIBET?, Mirabile Tibet

1. Versare 1 litro di olio di semi di girasole in una pentola o padella grande e profonda;

2. Riscaldare l’olio in alto fino a quando non inizia a fumare un pochino ed infine immergere la pasta dei biscotti spostandoli abbastanza spesso e molto delicatamente, con un utensile a manico lungo. Cuociono abbastanza velocemente, in pochi minuti.

3. Scolarli, far assorbire l’olio in eccedo e…gustarli!