Brevemente, il libro interpreta le esperienze dello stato intermedio (in tibetano bar-do, appunto), di solito riferito alla condizione transitoria tra la morte e la rinascita, secondo la prospettiva degli iniziati in un particolare mandala esoterico, il mandala delle cento divinità in disposizione del Buddha, divinità (o stati) miti o feroci a seconda dei casi. Il titolo Il libro tibetano dei morti si deve alla traduzione occidentale proposta dallo studioso indiano Kazi Dawa Samdup e dall’antropologo statunitense W.H.Y.
Evans-Wentz. In realtà, Il Bardo Thodol (traducibile dal tibetano con Suprema liberazione con l’ascolto), noto comunemente nei paesi occidentali come Libro tibetano dei morti, è un testo classico del buddismo tibetano, anzi ne è probabilmente una summa.
Va inoltre precisato che Bardo thos grol (talvolta tradotto ulteriormente come Bardo Thötröl, o bar-do’i-thos-grol), tuttavia, nell’autentico titolo tibetano, non significa esattamente il libro dei morti.
Bardo indica, come si è detto, la condizione intermedia mentre le parole thos grol significano che l’insegnamento offerto da questo libro libera non appena lo si apprenda o intenda, ascolti, offrendo alla persona che affronta lo stato intermedio una comprensione intuitivamente così chiara e profonda da non richiedere una riflessione prolungata.
Il titolo tibetano più completo dell’opera potrebbe perciò essere Il grande libro della liberazione naturale attraverso la comprensione nello stadio intermedio. Questo alla luce del fatto che i buddhisti tibetani distinguono comunemente sei stati intermedi: l’intervallo tra la morte e la rinascita, tra il sonno e la veglia, tra la veglia e l’assorbimento profondo, e i tre stati intermedi durante il processo di morte-rinascita.
Un’approfondita descrizione del processo di morte ricavata dalla vasta letteratura tibetana sullo yoga supremo (Il profondo insegnamento della liberazione naturale attraverso la contemplazione delle divinità di Buddha miti e feroci), fanno di questo testo un volume di assoluto riferimento, insomma un grande classico del pensiero orientale. Infatti, nelle tradizioni segrete del Tibet si trovano dottrine che si occupano dei problemi centrali dell’esistenza umana, delle vie da percorrere per arrivare all’autoconoscenza, all’autocoscienza e alla liberazione interiore. Il Libro tibetano dei morti fa parte di queste tradizioni segrete.