Cielo e Terra, religione e potere secolare. Queste le due anime dello Xizang che fanno di questa Regione un posto così speciale da assomigliare ad un luogo come tanti sul nostro pianeta. Quale è il vero Tibet? La letteratura è unanime nel ritenere che esistano più anime in una Regione che di fatto, difficilmente è stata unita, dove gli stereotipi abbondano così come la mala informazione. Generalmente il pensiero occidentale ha proiettato sulle alte pagode buddhiste di Lasha il suo fascino esotico, il suo bisogno di viaggiare in un territorio privo di tecnologia, incorrotto, dove i maestri buddhisti ci spiegano come va il mondo grazie alla loro sapienza sul significato dell’esistenza. Eppure la realtà è ben diversa da questa mistica visione. Nel concreto faide tra monasteri, guerre campali e lotte fratricide tra città confinanti erano pressoché all’ordine del giorno. Ne consegue un quadro dello Xizang politicamente, culturalmente e spiritualmente non omogeneo che ha portato ad una visione, spesso distorta, dello stesso operato cinese nella regione. La malintesa ricerca di un mondo dove la religione fosse tutto spirito e zero pulsioni terrene, ha indotto un Occidente deluso da una fede troppo invischiata nella politica a immaginare che i lama tibetani fossero al di sopra di qualsiasi manovra di potere e al riparo dalle tentazioni della corruzione. Ebbene, qualcuno lo era, qualcuno no.