I “FUNERALI DEL CIELO”, UNA CERIMONIA CARICA DI SIGNIFICATI RELIGIOSI

  • by Redazione
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  • 18 Mag 2022
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Il Tibet è una terra magica e ricca di spiritualità. La religione permane ogni aspetto della vita dei tibetani ed oggi vi presentiamo i “funerali nel cielo”, un incredibile rituale che racchiude l’essenza dello spirito senza tempo di questa regione. Questo rito, che in Tibet prende il nome di Jhator, significa letteralmente “fare l’elemosina agli uccelli“. Ed ancora una volta è la natura ad essere protagonista. Benché ufficialmente vietati tra gli anni ’50 e ’60, i tibetani non hanno mai smesso di praticarlo. Anzi, oltre al Tibet, anche le province della Cina continentale come Sichuan o Gansu, dove vi è una forte presenza di tibetani, hanno da sempre praticato questo singolare funerale.

Come funziona il “funerale del cielo”? 

Al di fuori la pratica può sembrare macabra, ma dobbiamo totalmente allontanarci dai nostri canoni tradizionali occidentali in fatto di sepoltura. Figura centrale nello Jhator è il tomdem , noto anche come yogin, ovvero un “macellaio”. E’ infatti lui che si occupa letteralmente dello smembramento del cadavere armato di martello e sega.  Il corpo, una volta pronto, viene riposto a terra , non prima di una lunga veglia tra canti e preghiere, quando il defunto all’alba viene portato sulla parte di una montagna che guarda verso est, nei pressi di un tempio o di un altare appositamente eretto.

Il corpo, per tre lunghi giorni, non deve essere toccato. Solo dopo, nuovamente il tomdem, sarà la figura che richiamerà a se gli avvoltoi con un richiamo a loro dedicato: “Shey, shey” (Cibatevi, cibatevi). Non mancano, a volte, danze e canti solenni durante il banchetto dei rapaci. Da segnalare è che prima del rito dello sky burial, il corpo è pulito, avvolto in vesti bianche e disposto in posizione fetale, per creare un’unione simbolica con il momento della nascita. Il senso di tutto questo? Sebbene possa sembrare un rito macabro e incomprensibile, in realtà cela un rapporto e un’accettazione della morte naturale e in armonia con l’idea di un eterno ciclo di rinascite. Ma vediamo nel dettaglio.

Dietro a questo funerale il concetto di armonia con la natura

I rituali di cremazione e sepoltura all’interno di templi sono riservati agli alti lama che vengono così onorati nella morte. Lo sky burial è invece il rituale tipico usato per la gente comune, esclusi i minori di 18 anni, le donne in attesa e coloro che muoiono per malattie infettive o incidente. Nonostante la sua origine rimanga avvolta nel mistero, questa cerimonia è carica di significati religiosi.
I “FUNERALI DEL CIELO”, UNA CERIMONIA CARICA DI SIGNIFICATI RELIGIOSI, Mirabile Tibet
I tibetani considerano il corpo niente di più che un recipiente vuoto. L’anima del deceduta sopravvive invece al corpo, per reincarnarsi poi in altri cicli di vita. Il corpo è dunque offerto agli avvoltoi, in quanto si crede che questi animali siano in realtà Dakinis (danzatori del cielo), gli equivalenti tibetani degli angeli. I Dakinis trasportano l’anima fino ai cieli, che sono il luogo ventoso in cui gli spiriti aspettano la reincarnazione. Questa donazione del corpo umano agli avvoltoi è considerato un gesto virtuoso in quanto salva la vita ai piccoli animali destinati ad essere il pasto alternativo degli avvoltoi stessi.
Il rito vero e proprio inizia solitamente prima dell’alba, quando un gruppo di lama si avvia in una processione rituale verso l’ossario, cantando per guidarvi l’anima. Dopo le litanie, il corpo è preparato per essere mangiato dagli avvoltoi. Per assicurare l’ascesa dello spirito, il corpo dev’essere consumato per intero. Solo i partecipanti al funerale possono prendere parte a questo rituale e, mentre i tibetani sono incoraggiati ad assistervi per confrontarsi apertamente con la morte e cogliere la caducità della vita, agli stranieri non è permesso di presenziare alla stessa.