Milarepa si mise in viaggio verso la Valle del Grano, dove avrebbe trovato il potente yogi Marpa. La notte prima che Milarepa arrivò, Marpa fece un sogno di buon auspicio: sognò il suo guru Naropa che gli diede una iniziazione ed un dorje di lapislazzuli. Naropa gli disse di pulire il dorje con l’acqua consacrata, e alzarlo sulla Bandiera della Vittoria. Così facendo, il Dorje iniziò ad emettere luce verso tutti gli esseri di tutti i mondi.
Al risveglio, anche la moglie di Marpa gli raccontò un sogno di buon auspicio: due dakini riferirono di provenire dalla terra pura di Uddiyana, le diedero un piccolo stupa di cristallo e le dissero che Naropa aveva ordinato di pulirlo con l’acqua consacrata e metterlo sulla cima di una montagna.
Marpa notò la coincidenza tra i due sogni, ordinò alla moglie di preparare del chang (birra tibetana) e andò nei campi a lavorare, cosa che non aveva mai fatto prima dato che aveva delle persone che lavoravano per lui. Milarepa, giunto nelle vicinanze, chiese in giro dove si trovava il grande Yogi, il potente Lama, Marpa il Traduttore; le persone gli dissero che nessuno con questo titolo abitava lì, ma vi era un abitante del luogo chiamato “Marpa”.
Continuò a chiedere in giro ed incontrò una ragazza, curata e piena di bei ornamenti, che in realtà era una dakini incarnata. Lei gli rispose: “Stai cercando il mio Signore e padre, che ha venduto tutto ciò che aveva in casa ed ha comprato dell’oro per andare in India, ed è da lì tornato con molti rotoli di carta. Eccezionalmente sta zappando inn uno dei suoi campi, cosa che non ha mai fatto prima”.
Appena trovata la valle indicata dalla ragazza, Milarepa vide qualcuno che lavorava nei campi. Era un uomo corpulento con occhi sporgenti e molto dignitoso di aspetto. Dopo averlo squadrato da testa a piedi, gli chiese perché stava cercando Marpa il traduttore, e soddisfatto dalla risposta di Milarepa gli rispose che gli avrebbe organizzato una udienza privata. Gli diede il chang che la moglie aveva preparato per rinfrescarlo, e gli chiese di finire il lavoro nel campo. Quando il tanto agognato incontro avvenne e Milarepe entrò nell’abitazione, egli vide seduto su un trono sopra degli alti cuscini lo stesso uomo che lavorava prima nel campo, capendo che si trattava proprio di Marpa.
Milarepa gli raccontò il suo passato di peccatore e gli chiese di impartirgli cibo, vesti e le istruzioni spirituali. Marpa in modo scontroso gli rispose “Che tu sia un peccatore non ha nulla a che vedere con me. Posso offrirti cibo e vesti, e poi puoi andare a ricercare le istruzioni spirituali altrove; oppure posso darti queste ultime, ma dovrai provvedere te stesso alle tue necessità materiali”. Milarepa accettò ovviamente la seconda proposta, ed prese formalmente Marpa come proprio Guru.
Da qui iniziò per Milarepa un vero calvario, in quanto Marpa trovava ogni scusa per non dargli le istruzioni spirituali. Inizialmente gli chiese di mettere alla prova le sue doti di magia nera, causando una grandinata per colpire i ladri che impedivano ad alcuni suoi discepoli che provenivano da varie parti del Tibet di andare a trovarlo; poi, chiese di colpire a morte i suoi nemici, cosa che riuscì con grande successo. Marpa, soddisfatto, riconobbe i poteri oscuri di Milarepa e lo soprannominò “Grande Stregone”. Dopo avergli chiesto nuovamente gli insegnamenti Marpa fece una risata e disse: “Devi proprio essere uno sciocco! Pensi che io ti impartisca questi sacri insegnamenti che ho ottenuto affrontando molti pericoli in India in cambio di azioni negative? Se potrai resuscitare le persone che hai ucciso, allora lo farò”.
Milarepa fu estremamente demoralizzato, e nuovamente pieno di sensi di colpa per aver praticato l’arte oscura.
Il giorno dopo Marpa andò da Milarepa e gli disse che il giorno prima aveva esagerato e di non preoccuparsi; gli avrebbe dato tutte le istruzioni spirituali ed avrebbe anche provveduto al suo sostentamento nel periodo della loro pratica intensiva, però prima doveva fare un lavoro per lui: doveva costruire una casa per suo figlio.
Mentre Milarepa era a metà del lavoro, Marpa andò da lui e gli disse che non aveva considerato bene il lavoro da fare, che quindi andava smantellato per ricostruire la casa in un altro posto. Ciò avvenne, ma anche in questo caso, a metà del lavoro Marpa glielo fece distruggere, sembrando un po’ ubriaco. Al che, iniziò a fargli costruire un’altra casa, che a detta sua per motivi tantrici doveva avere una forma triangolare. Quando arrivò ad un terzo dell’opera, Marpa arrivò infuriato e disse: “Cosa stai facendo? Perché stai costruendo una casa con questa forma triangolare? Vuoi forse uccidermi con la tua magia nera, dato che la forma di questa casa sembra un triangolo magico?”. A nulla valsero le parole di Milarepa che gli disse che era stato lui a dargli questo ordine. Marpa esclamò: “Quale testimone hai a prova di ciò che dici?”.
Milarepa era estremamente demoralizzato e per altro con i suoi lavori si era anche procurato una ferita molto profonda alla schiena, che però tenne nascosta. Damema, la moglie di Marpa era molto arrabbiata con il marito per il modo in cui stava trattando il povero Milarepa; tra l’altro, loro in realtà non avevano nessun bisogno di costruire una casa, ed il lavoro di Milarepa gli appariva completamente inutile oltre che crudele. Dopo le insistenze della moglie, Marpa accettò di incontrare Milarepa nelle proprie stanze, e gli diede il primo insegnamento. Gli trasmise gli insegnamenti sul Rifugio nei Tre Gioielli (Buddha, Dharma e Sangha) e gli raccontò la vita del suo guru Naropa. Aggiunse però che difficilmente avrebbe raggiunto il suo livello, e che per ottenere gli insegnamenti tantrici il suo lavoro non era ancora sufficiente e avrebbe dovuto fare dell’altro.
Il giorno dopo Marpa portò Milarepa in un territorio, e gli chiese di costruire lì una grande abitazione quadrangolare alta nove piani, con un decimo piano superiore ornamentale. Dopo averla fatta gli avrebbe sicuramente dato le istruzioni tantriche. Milarepa, ricordandosi ciò che era successo precedentemente, chiamò la Reverenda Madre, la moglie di Marpa come testimone per evitare che quest’ultimo cambi idea successivamente. Dopo che Marpa promise che non gli avrebbe fatto distruggere nuovamente la casa, Milarepa cominciò il lavoro.
Completato il secondo piano, Marpa arrivò per fare una ispezione e notò che alcune pietre che erano state impiegate nella costruzione erano state portate da alcuni suoi discepoli. Marpa ordinò di toglierle, perché Milarepa non poteva permettersi di usare i suoi discepoli, iniziati ai Misteri Sacri, come propria manovalanza. Per fare ciò però Milarepa dovette di nuovo abbattere la casa. Poi ricominciò a costruirla ma sorse un problema: il territorio in cui la casa stava per essere costruita era nel mezzo di una disputa tra Marpa ed alcuni suoi parenti. Quando questi videro la casa che stava per essere realizzata, si ribellarono e cercarono di demolirla, ma Marpa con i suoi poteri magici creò delle truppe illusorie che li bloccarono.
In quei giorni, da un luogo lontano un discepolo di Marpa arrivò nella sua dimora e venne organizzata per lui l’iniziazione di Chakrasamvara. Damema, la Reverenda Madre, convinse Milarepa a tentare di partecipare, mettendosi tra gli astanti. Quando Marpa lo vide gli chiese “Grande Stregone, cosa hai portato come offerta?”. Milarepa non aveva nulla, al ché Marpa furibondo lo trascinò fuori dalla sala tenendolo dai capelli, urlandogli “Che presunzione! Che impertinenza! Solo perché hai messo assieme un po’ di argilla pensi di poter ricevere gli insegnamenti che ho preso dall’India con grandi costi e sacrifici senza fare una donazione appropriata?”. In quel momento Milarepa desiderò morire. Neanche la moglie di Marpa si capacitava del comportamento del marito, che ha sempre detto di aver preso gli insegnamenti tantrici dall’India per il beneficio di tutti gli esseri.
Intanto, mentre Marpa obbligò Milarepa a cominciare la costruzione di un edificio ancora più alto prima di aver completato quello precedente, arrivò un altro discepolo di Marpa a ricevere una iniziazione, e Damema pensò di far partecipare nuovamente Milarepa, dandogli come donazione per il Guru un rotolo di burro, un pezzo di tessuto pregiato ed un vaso di rame.
Quando Marpa gli chiese cosa avesse come offerta Milarepa gli porse i doni, ma Marpa li riconobbe essere di sua proprietà e quindi lo cacciò fuori di nuovo a calci. Milarepa iniziò a pensare che il proprio guru lo trattava in quel modo perché non è degno di ricevere gli insegnamenti, ed iniziò a pensare al suicidio. Intanto, mentre continuava i lavori, un’altra piaga molto grande si aprì nella sua schiena, e la Reverenda Madre se ne accorse e ne parlò con il marito, che volle vederla direttamente. Ciononostante non volle saperne di dargli gli insegnamenti, dicendogli che ciò gli è successo è nulla in confronto a quello che dovette subire il suo Guru Naropa per ricevere l’iniziazione. Gli diede qualche consiglio su come portare i carichi e gli ordinò di ricominciare a lavorare.
Mentre se ne andava, Marpa segretamente pianse di gioia e pensò “Grande è quel discepolo che obbedisce a costo di grandi sacrifici al comando del proprio Guru”.
Dopo un po’ di tempo che i lavori continuavano, Marpa continuava a non dare gli insegnamenti a Milarepa, allora la Reverenda Madre pensò ad uno stratagemma. Milarepa avrebbe dovuto fingere di andarsene mentre lei avrebbe finto di convincerlo di restare; quando il piano venne messo in azione, Marpa realizzò subito che si trattava di finzione e ricordò a Milarepa di avergli offerto tutto se stesso, quindi lo prese a calci e se ne andò.
Milarepa era sempre più disperato, quindi la Reverenda Madre decise di consolare un po’ il suo cuore dandogli alcuni insegnamenti sulla divinità tantrica Dorje Phagmo.
In quei giorni un altro discepolo di Marpa venne da lontano per ricevere una iniziazione. Allora, la Reverenda Madre escogitò un altro piano per Milarepa. Gli diede come donazione un gioiello fatto di turchese. Quando arrivò il momento in cui Marpa chiese a Milarepa cosa aveva da offrirgli, egli gli mostrò il gioiello, e chiamò sua moglie per chiedere spiegazioni. Lei gli disse che questo gioiello è di sua proprietà e non appartiene a Marpa, in quato le venne regalato di nascosto dai suoi genitori quando si sposò come garanzia di avere delle provviste nel caso in cui loro si sarebbero separati successivamente. Marpa però non ne volle sapere di considerare il turchese una donazione legittima, arrivando a dire che tutto ciò che appartiene a sua moglie appartiene anche a lui.
Milarepa cadde nuovamente nella disperazione. Pensò che la cosa migliore da fare fosse andarsene via e cercare di guadagnare qualcosa per avere delle offerte da dare ad un Guru per degli insegnamenti, Guru che con ogni probabilità non sarebbe stato Marpa dato che lui si inventava una scusa dopo l’altra per non darglieli.
Un giorno quindi scappò di casa all’oscuro di tutti, ma mentre era in viaggio pensò a tutta la generosità che la Reverenda Madre gli mostrò e al fatto che non ha avuto neanche l’occasione di salutarla. Trovò nel mentre lavoro da una persona per cui leggeva il Prajna Paramita Sutra.
La Reverenda Madre si accorse quasi subito della fuggita di Milarepa, ed andò immediatamente ad avvisare Marpa e a sgridarlo per quanto accaduto. Marpa scoppiò a piangere e a pregare “Oh Guru, Deità del lignaggio Kagyu e Protettori, portatemi indietro il mio discepolo predestinato”. La moglie di Marpa fu estremamente colpita di come il marito reagì, e quando Milarepa ritornò per salutarla glielo raccontò dicendogli che, per come si è comportato, sicuramente Marpa avrebbe acconsentito a dargli gli insegnamenti. Milarepa non ci credeva, ma ciononostante acconsentì ad incontrare Marpa di nuovo. Quest’ultimo però, pur essendo contento di rivedere Milarepa, gli rimarcò il fatto che gli insegnamenti tantrici glieli avrebbe dati solo dopo aver completato gli ultimi piani della costruzione.
Milarepa, ormai, non si fidava più delle promesse di Marpa, e pensando che dopo aver completato la costruzione avrebbe inventato qualche altra scusa decise di andarsene. La Reverenda Madre, d’altro canto, gli promise che lo avrebbe aiutato a trovare un altro Guru, e quindi decise di mandarlo a praticare da uno dei migliori discepoli di Marpa, Ngogdun Chudor.