LE RADICI DELLO “SCIAMANESIMO” IN TIBET

  • by Redazione
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  • 14 Mag 2019
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Esiste oggigiorno una tradizione sciamanica in Tibet? Rispondere a questa domanda non è semplice perché innanzitutto il termine stesso «Sciamanesimo» possiede notevoli ambiguità ed incertezze a livello antropologico. 

La religione Bön prebuddhista, in base all’interpretazione storica e antropologica delle fonti in nostro possesso, possedeva presumibilmente dei caratteri ampiamente sciamanici, da riconnettersi tra l’altro allo Sciamanesimo centroasiatico a cui questa tradizione sembrava essere lontanamente collegata. 

Fortemente sciamanici erano i riti funerari dedicati ai Re tibetani ed erano importanti nella religiosità Bön le fenomenologie estatiche, che probabilmente prendevano anche la forma del cosiddetto viaggio sciamanico oltre che della trance di possessione. Ampiamente praticati inoltre i sacrifici animali, poi aboliti dal Buddhismo.

Il Bön prebuddhista però non esiste più, e non va assolutamente confuso con lo Yungdrung Bön, sorto in periodo già buddhista e che dallo Sciamanesimo si è irrimediabilmente allontanato. I buddhisti infatti hanno fatto una vera e propria persecuzione contro gli sciamani, accusati soprattutto per la pratica dei sacrifici animali. Soprattutto in Mongolia sono avvenute vere e proprie stragi di sciamani da parte dei Lama tibetani dell’ordine Gelug. 

Gli sciamani tibetani Bön pertanto dal Tibet sono emigrati altrove, ad esempio in Nepal (dove hanno originato la tradizione sciamanica dei Gurung, dove i sacrifici di sangue sono ancora praticati). 

Nello Yungdrung Bön di sciamanico non è rimasto quasi nulla, avendo quest’ultimo soppresso i propri caratteri sciamanici proprio per evitare accuse e persecuzioni da parte dei buddhisti. Paradossalmente infatti il Buddhismo Tibetano ha caratteri più sciamanici dello Yungdrung Bön, come si evince dal fatto che il Buddhismo Tibetano a differenza dello Yungdrung Bön possiede la tradizione degli oracoli. 

Cosa sono gli oracoli? Sono degli operatori rituali pienamente inseriti dentro le istituzioni religiose buddhiste che avrebbero la capacità di farsi pienamente possedere da degli Spiriti o delle semi-Divinità ritenute essere protettrici del Buddhismo. Quando questi entrano in stato di trance gli vengono fatte delle domande. Molte decisioni dei capi religiosi tibetani sono spesso consigliate da degli oracoli, il più famoso dei quali è l’Oracolo di Nechung. 

Meno inseriti nelle strutture religiose tibetane ma comunque accettati sono i lhapa, che rappresentano ciò che è più simile ad uno sciamano nel contesto tibetano odierno. I lhapa sono personaggi che, come gli oracoli, incorporano spiriti protettori del Buddhismo, soprattutto Spiriti delle Montagne. Però la loro operatività è rivolta soprattutto alla guarigione delle persone più che alla divinazione e alla consulenza degli alti Lama come nel caso degli oracoli. 

I lhapa a volte vengono chiamati bönpo, perché nell’immaginario collettivo dei tibetani è ancora presente la confusione tra il Bön e lo Sciamanesimo. In realtà però si tratta di buddhisti; non possiedono una tradizione Bön disgiunta dal Buddhismo, non praticano i sacrifici animali ed il loro principale protettore è Guru Rinpoche.