L’INTERPRETAZIONE TIBETANA DELLA TEORIA DEI CINQUE ELEMENTI

  • by Alberto M
  • |
  • 22 Mar 2018
  • |

La teoria dei cinque elementi è un antico concetto filosofico tibetano utilizzato per spiegare la composizione e la natura fisica e fenomenica dell’universo. Questa teoria ha una certa importanza sia nella metafisica buddhista che nella medicina tibetana.

Secondo questa teoria tutti i fenomeni – sia a livello microcosmico che macrocosmico – dipendono sulle stesse basi materiali, ovvero i cinque elementi: Terra (Sa), Acqua (Chu), Fuoco (Me), Aria (rLung) e Spazio (Nam-kha).

Dal punto di vista tibetano persino un atomo è composto da tutti questi elementi: il peso dell’atomo viene dall’elemento Terra, la sua coesione dall’elemento Acqua, l’energia dell’atomo viene dall’elemento Fuoco, il movimento delle particelle subatomiche proviene dall’elemento Aria e lo spazio in cui queste particelle dimorano costituisce l’elemento Spazio. L’elemento Spazio – nella fattispecie – è quella realtà infinita in cui il mondo samsarico con i suoi infiniti universi si estende secondo le dieci direzioni: le quattro direzioni cardinali, le quattro direzioni intermedie, lo zenit ed il nadir. A differenza del pensiero occidentale in cui non è contemplato come tale, nella filosofia indiana e tibetana lo Spazio (akasha in sanscrito) è considerato un elemento a tutti gli effetti.

I cinque elementi sono classificati non in base al tipo qualitativo di materia ma secondo la predominanza di stato. L’acqua (H2O) è un esempio di questo principio: come ghiaccio, nel suo stato solido, è una manifestazione dell’elemento Terra; quando viene liquefatto diventa elemento Acqua; quando diventa vapore dopo essere riscaldato, diventa un’espressione dell’elemento Fuoco; il vapore forma le nuvole esprimendo l’elemento Aria; infine la formazione delle nuvole avviene nell’elemento Spazio.

A livello microcosmico i cinque elementi compongono il nostro corpo, oggetto di studio della medicina tibetana. Le cavità del corpo umano (naso, trachea, tratti respiratori, esofago, etc.) sono legate all’elemento Spazio. L’elemento Aria governa non solo il movimento del respiro, ma anche il battito del cuore, i movimenti muscolari e la contrazione degli organi. L’apparato digerente è collegato all’elemento Fuoco, oltre alla temperatura corporea e al metabolismo. Le strutture solide (ossa, muscoli, pelle, capelli, etc.) derivano dall’elemento Terra. I succhi gastrici, la salivazione, la formazione del sangue sono manifestazioni dell’elemento Acqua.

I cinque elementi vanno a costituire anche i tre umori che sono alla base della medicina tibetana (in maniera simile al modo in cui gli elementi costituiscono i tre dosha dell’Ayurveda), il cui equilibrio preserva la salute dell’essere umano. Anche i composti utilizzati nella farmacologia tibetana sono fatti dai cinque elementi, e gli elementi prevalenti saranno utilizzati per bilanciare quelli squilibrati nel corpo umano, condizionando così la scelta del farmaco da parte del medico.

Nella metafisica buddhista i cinque elementi costituiscono una degenerazione dell’energia illuminata dei cinque Dhyani Buddha, i Buddha Primordiali che rappresentano le cinque qualità primarie del Dharmakaya, della Mente Illuminata, dell’Assoluto. Quando l’energia del Dharmakaya – a causa di un processo non chiaro e misterioso – viene corrotta dall’ignoranza della propria vera natura (detta in altri termini, quando l’energia dell’Assoluto cessa di riconoscersi come parte dell’Assoluto stesso), ecco che l’energia del Buddha primordiale decade nell’elemento corrispondente. Così Vairochana è origine dell’elemento Spazio, Amogasiddhi dell’elemento Aria, Amithaba dell’elemento Fuoco, Ratnasambhava dell’elemento Terra e Akshobya dell’elemento Acqua.

Nella cosmogonia tantrica questi cinque elementi creano l’universo samsarico in cinque fasi. Secondo il Kalachakra Tantra – importante testo del Buddhismo Vajrayana – la prima fase è costituita unicamente dalla presenza dell’elemento Spazio (il Mandala dello Spazio Vajra, il cui bija mantra è EH), che permette agli altri elementi di danzare e interagire in esso; poi, a causa del karma collettivo degli esseri senzienti (dell’universo precedente, ovviamente) si manifesta l’energia dell’Aria (il Mandala del Vento Vajra, il cui bija mantra è la sillaba YAM); per la circolazione dell’Aria si crea una frizione che produce calore e quindi il Fuoco (Mandala del Fuoco Vajra, il cui bija mantra è la sillaba RAM); a causa del Fuoco si produce vapore e quindi Acqua (Mandala dell’Acqua Vajra, bija mantra WAM); dalla solidificazione dell’Acqua si produce infine la Terra (Mandala della Terra Vajra, bija mantra LAM).