L’ORIGINE DELLA REINCARNAZIONE DEL BUDDHA VIVENTE

  • by Redazione
  • |
  • 15 Giu 2021
  • |

Affrontiamo oggi un argomento spinoso quanto di estremo interesse per la religione buddhista: il nodo dei Buddha viventi. Chi sono? Quale l’iter per riconoscerli? Ed ancora, quale è il ruolo ruolo nella società di oggi? Perché, che ci crediate o no, ancora oggi ci sono non solo in Tibet, Buddha viventi che sono riconosciute persino dalle autorità politiche locali. Il discorso è sicuramente complesso e non basterebbe un libro per snocciolare la questione. Ecco perché abbiamo deciso di affrontare questa tematica in due articoli, per meglio approfondire una questione ancora sentita dai buddisti tibetani. Ma fermiamoci un attimo, riavvolgiamo il tutto e partiamo dall’inizio.

L’arrivo del buddhismo ED IL “REGOLAMENTO GENERALE”

Nel 7° secolo, il buddismo fu introdotto in Tibet durante la Dinastia Tubo. Monasteri e monaci buddisti erano supportati e amministrati da famiglie nobili nonché da quella reale. Dalla fine del X secolo alla metà dell’XI secolo, il buddismo tibetano ha avuto un nuovo sviluppo nell’area dell’attuale Xizang con l’emergere di diverse sette come Nyingma, Kagyu, Sakya, Khadampa, ecc., che segnarono la formazione del buddismo tibetano propriamente detto. A quel tempo, la successione dei leader di varie sette era in gran parte basata sulla relazione maestro-apprendista o tramite la parentela familiare.

Tuttavia a metà del XIII secolo, quando i Mongoli unificarono la Cina, i tibetani Kagyu, Sakya e altre sette stabilirono dei primi contatti con i nuovi governanti mongoli e fu in qualche modo l’inizio di una svolta per il buddhismo tibetano. Sakya Pandita Kunga Gyaltsen (1182-1251) fu convocato a Liangzhou (l’attuale Wuwei della Provincia di Gansu) e parlò dei problemi di subordinazione con Godan (1209-1259), figlio dell’Imperatore Taizong della dinastia Yuan. Successivamente, nel 1260, iniziò l’era dell’Imperatore Shizu e con lui la dinastia Yuan concesse al capo della scuola buddista Sakya, Phagba (1235-1280), i titoli di Maestro di Stato, Maestro dell’Imperatore e Grande Tesoro Dharma-Raja. La Dinastia Yuan istituì lo Yuan Zongzhi, che significa regolamento generale ribattezzato in seguito Xuanzheng Yuan, per amministrare gli affari buddisti nell’intera nazione, compresa anche la regione tibetana. Tra le diverse scuole quella Sakya venne nominata per assumere poteri amministrativi e religiosi all’interno dei confini tibetani.

Il Primo Budda Vivente Reincarnato della Storia

Karma Pakshi (1204-1283), un eminente monaco della scuola Karma Kagyu, tornò nel monastero di Tsurphu, il tempio principale di Karma Kagyu nel 1264 dopo aver perso il potere nella lotta per il trono in seguito alla morte dell’Imperatore Xianzong della Dinastia Yuan. Karma Pakshi morì nel 1283. Nato nell’attuale Garze della Provincia di Sichuan,  era considerato nella sua infanzia la reincarnazione di Dusum Khyenpa (1110-1193), fondatore della scuola Kagyu. Prima che Karma Pakshi morisse, pensò al futuro sviluppo della scuola Kagyu e gli venne l’idea di selezionare i successori religiosi mediante il riconoscimento della reincarnazione per garantire la continuazione della denominazione. Nominò Ugyenpa Rinchen Pal (1230-1309) Abate del monastero di Tsurphu e lo incaricò di cercare la reincarnazione di Karma Pakshi. Nel 1288, Ugyenpa Rinchen Pal riconobbe Rangjung Dorje (1284-1339), figlio di un vasaio nell’odierna Contea di Gyirong del Tibet, come portatore dell’anima reincarnata di Karma Pakshi attraverso diverse misure di ricerca, indagine e riconoscimento facendo in modo che il ragazzo riconoscesse come propri oggetti personali di Karma Pakshi e cos’ via.

Rangjung Dorje pertanto divenne il primo Buddha vivente reincarnato nella storia del buddismo tibetano. La scuola Karma Kagyu considerava Dusum Khyenpa come il primo Budda Vivente, Karma Pakshi come il secondo Budda Vivente e Rangjung Dorje come il terzo in questo sistema di reincarnazione. Simbolo di questa “successione” divenne un cappello nero con tesa dorata. In realtà questo sistema era del tutto casuale. L’Imperatore Xianzong della dinastia Yuan una volta diede infatti un sigillo d’oro e un cappello nero con tesa dorata a Karma Pakshi, il cappello nero divenne poi il simbolo del sistema di successione Gyalwang Karmapa (il cui nome è noto anche come “sistema del cappello nero”) della scuola Karma Kagyu. Dopo essere stato accolto nel monastero di Tsurphu, Rangjung Dorje ricevette Getsul all’età di sette anni e ricevette i voti di Gelong all’età di diciotto anni e iniziò allora le sue attività di monaco. Questa divenne poi la convenzione che tutti i seguenti Budda Viventi dovevano conformarvisi.

Dall’anno 1333 al 1337, su invito dell’Imperatore Wenzong (1304-1332) e dell’Imperatore Huizong (1320-1370) della Dinastia Yuan, Rangjung Dorje visitò Dadu (ora Pechino) due volte predicando per le famiglie reali. L’Imperatore Huizong gli concesse successivamente i titoli di “Illuminazione della Dottrina, Vuoto nell’essenza Buddha Karmapa” e “Maestro di iniziazione dello Stato”, e gli diede un sigillo di giada, il sigillo del comandante a forma rotonda con caratteri d’oro, oro, argento e gioielli, e la potestà su alcuni monasteri. Con il conferimento e la ricompensa del Governo centrale, i Buddha Viventi della scuola Karma Kagyu avevano ottenuto sia un elevato status politico che religioso e sostanziali benefici economici, che gettarono una solida base per la prosperità dei loro Buddha Viventi e lo sviluppo della denominazione.

Drakpa Sengge (1283-1349), un discepolo di Rangjung Dorje, che presiedeva il Monastero di Tsurphu quando Rangjung Dorje rimase a Pechino, ottenne il titolo di “Maestro di iniziazione statale” dall’Imperatore Huizong grazie alla sua eccezionale conoscenza e pratica religiosa nel buddismo e ricevette un cappello rosso. Nel 1349, dopo la morte di Drakpa Sengge, la scuola Karma Kagyu indagò e confermò Khakyod Wangpo (1305-1405) come il secondo Budda Vivente reincarnato secondo il sistema del cappello rosso. Da allora è iniziata la reincarnazione dei Buddha Viventi del sistema Shamarpa (chiamato anche sistema del cappello rosso).

Durante le Dinastie Yuan e Ming, i Buddha viventi della scuola Karma Kaguy sono stati tutti riconosciuti dai Governi centrali. Hanno regolarmente reso omaggio alle corti imperiali e hanno svolto i loro doveri. Rolpai Dorje (1340-1383), nato nell’attuale Contea di Banbar in Tibet, accolto nel Monastero di Tsurphu nel 1352 e riconosciuto come il quarto Karmapa, ricevette l’accoglienza da Changchub Gyaltsen (1302-1364), Primo Ministro degli Interni del Governo tibetano locale di Phagdru a quel tempo. Anche i ministri di Xuanzheng Yuan in visita in Tibet gli hanno fatto visita. Nel 1360, su invito dell’Imperatore Huizong del Dinasta Yuan, si recò a Pechino e ottenne il titolo di “Sostegno della Dottrina e Prosperità del Buddismo, Maestro del Grand Yuan” e ricevette sigilli di cristallo. Iniziò a inviare un inviato e rendere omaggio alla Dinastia Ming ogni anno a partire dall’anno 1374.

Il Buddha vivente riceve il titolo di grande tesoro Dharma-Raja

Il titolo del Karmapa, “il grande tesoro Dharma-Raja”, proveniva dal quinto Karmapa Deshin Shekpa (1384-1415), a cui era stato conferito il titolo dall’Imperatore Yongle della Dinastia Ming. Deshin Shekpa, nato nell’odierna Nyingchi del Tibet, è stato riconosciuto dal secondo Shamarpa Budda vivente Khakyod Wangpo come il ragazzo depositario dell’anima reincarnata di Rolpai Dorje. Su invito dell’Imperatore Chengzu (1360-1424) della Dinastia Ming, visitò la corte di Nanchino nel 1407 e benedisse l’Imperatore Taizu e la sua augusta consorte al tempio di Linggu. Predicava anche iniziazioni e insegnamenti tantrici per l’Imperatore Chengzu, la sua consorte e tutti i suoi funzionari civili e militari. Si diceva che all’epoca apparisse l’immagine del Buddha e l’Imperatore Chengzu ordinò di dipingerla con iscrizioni e poi la conferì a Deshin Shekpa. Il dipinto è stato tramandato fino ad oggi. L’Imperatore Chengzu gli concesse il titolo di “Migliore al mondo, Illuminazione completa e Saggezza infinita, Propagatore della dottrina e appello di risposta, Buddha di grande compassione, Leader della fede buddista sotto il cielo in Occidente”, titolo poi sintetizzato in: “Grande tesoro Dharma-Raja” per brevità.

Con il sostegno della corte imperiale, i Budda viventi furono in grado di contribuire molto allo sviluppo religioso e culturale del Tibet. Dopo la morte della consorte dell’Imperatore Chengzu della Dinastia Ming, Deshin Shekpa ricevette il comando imperiale e si recò sul monte Wutai per garantire della salvezza dell’anima della trapassata. Nel 1408, durante la sua partenza per il Tibet, l’Imperatore Chengzu lo ricompensò con un gran numero di doni preziosi, tra cui l’edizione Yongle del Tripitaka tibetano “Kanjur” incisa a Nanchino nel 1410 e una statua del Buddha in rame dorato realizzata nel Palazzo di Yongle. L’edizione Yongle di “Kanjur” è stata la prima Tripitaka che è stata stampata tramite la xilografia nella storia, che ha svolto un ruolo importante nella promozione della cultura buddista tibetana e la successiva stampa xilografica delle scritture.

Gli imperatori inviano funzionari per ispezionare i ragazzi reincarnati 

Dopo la morte di Deshin Shekpa nel 1416, la scuola Karma Kagyu iniziò a cercare i ragazzi possibili depositari dell’anima reincarnata del maestro. A corte venne riferito di aver trovato in Tongwa Donden (1416-1453) l’unico possibile candidato. Nel 1424, l’Imperatore Chengzu della Dinastia Ming ordinò al maestro di stato Xitian Fozi Palden Tashi (1377-?) Di visitare l’area di Kongpo per ispezionare i ragazzi, in concomitanza ad altre missioni ed appuntamenti del funzionario nella regione. L’Imperatore Chengzu era morto quando Palden Tashi ritornò a Pechino, pertanto, il maestro riferì direttamente al nuovo imperatore Xuanzong  (1398-1435) le sue conclusioni sull’ispezione dei ragazzi. Questo ha segnato la prima volta in cui il governo centrale ha inviato personale in Tibet per amministrare gli affari della reincarnazione dei Budda viventi.