IL MONASTERO DI THOLING ARRIVA A SUZHOU GRAZIE ALLA TECNOLOGIA DIGITALE

Di recente due murali del Palazzo Bianco del monastero tibetano di Tholing, alti circa quattro metri, hanno fatto la loro comparsa nella città di Suzhou, nella Cina Orientale, nella Provincia di Jiangsu. I dipinti, aggraziati e luminosi coi loro vividi colori, sono stati offerti alla visione del pubblico grazie ad avanzate tecniche di ricostruzione digitale delle immagini: i murali originali non si sono spostati di un centimetro eppure i visitatori di Suzhou e del Jiangsu hanno potuto apprezzarne a pieno le linee dei vestiti dei monaci in essi effigiati, della Madre del Buddha, dei suoi gioielli e di tutti i dettagli, squisitamente resi dalla maestria degli autori.

La cooperazione dell’Ufficio Dipinti del Monastero di Tholing con l’Università di Zhejiang, con l’Ufficio Culturale di Ngari e con l’Ufficio per le Reliquie di Zanda per la copia digitale ad altissima precisione ha portato a questo risultato. Per esso sono stati necessari sei interi mesi di lavoro per la digitalizzazione delle immagini. Grazie a tale sforzo i visitatori hanno potuto apprezzare l’arte di Tholing pur restando a oltre mille miglia dagli originali.

“Potete vedere i murali come appaiono oggi, col 95 per cento dei colori originali”, dichiara il Prof. Li Zhirong dell’Istituto Ricerche Culturali dell’Università di Zhejiang. L’immagine digitale riprodotta raffigura l’originale con una precisione semplicemente impossibile con metodi fotografici tradizionali, arrivando persino a riprodurre i diversi effetti delle pennellate date dal basso in alto rispetto a quelli delle pennellate date in senso contrario.

Il Monastero di Tholing é situato nella regione di Ngari nella Regione Autonoma Tibetana, sulle rive del Langchen Zangbo. Il monastero, edificato nel 996 d.c. é il primo costruito durante la Dinastia Guge ed é lentamente diventato il centro delle attività buddiste della zona. Il Palazzo Bianco si trova nel NordEst dell’attuale complesso monastico. I suoi murali sono stati realizzati tra la fine del XV e l’inizio del XVI sec. e sono i meglio conservati. Essi coprono un’area di circa 320 metri quadrati, dimostrando con quanta vivacità i monaci buddisti sono riusciti a mescolare stili artistici di diversi territori e popolazioni.

Quest’opera fornisce importanti e precisi materiali di studio per la migliore comprensione del Buddismo Tibetano. Sotto una serie di immagini del muro orientale é stata identificata per la prima volta grazie alle tecniche avanzate di cattura e scansione un’iscrizione che era stata sbiadita e resa quasi illeggibile dall’acqua piovana. Essa riguarda il Buddha Sakyamuni stesso e in particolare un viaggio di carità da lui effettuato da Mahakasyapa.

Questa é stata la sesta opera di lavoro esplorativo intrapresa nel venerando monastero a partire dagli anni ’80 e grazie alle tecnologie innovative in essa impiegate si é dimostrata la più sistematica, fruttuosa e comprensiva. “La creazione di un archivio digitale ad alta precisione ha significato, come si é visto, il recupero di importantissime informazioni storiche, artistiche e religiose, anche a dispetto dei danni subiti dall’opera originale a causa del tempo”.