OLTRE LHASA, IL FASCINO DEI TEMPLI BUDDHISTI

  • by Redazione
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  • 07 Gen 2020
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Lhasa, capitale dello Xizang è conosciuta in tutto il continente asiatico con l’appellativo di“città del sole” , nome non a caso attribuito proprio per la sua forte luce del sole causata dall’altitudine. Lhasa, con i suoi 1300 anni di storia, è da sempre il centro politico, economico e culturale dell’altopiano ed è  suddivisa a sua volta in otto distretti (Chengguan, Dagze, Lhunzhub, Damxung, Nyemo, Quxu, Doilungdeqen e Maizhokungaar) ognuno con una particolarità e belezza speciifca. Molti turisti pensano che il Tibet sia solamente Lhasa, ma non è così.

Ad esempio il distretto di Maizhokungaar, che in tibetano significa “il luogo dove il Re Medro ha vissuto”, è una piccola contea agricola con capoluogo Gongkar, situata nella valle del ume Yarlung Tsangpo ad una quota di oltre 4000 metri. In questa zona così ricca di risorse minerarie, sorge uno degli edifici sacri Buddhisti più affascinanti per i visitatori stranieri: il monastero di Drikung Thil Ogmin Jangchubling, situato a circa 120 chilometri dalla capitale Lhasa e facilmente raggiungibile con poche ore di viaggio in auto.

Questo luogo mistico, arrampicandosi su di un picco montano inaccessibile quanto impervio,  ha permesso per secoli ai monaci di dominare la valle dello Zhorung. Nascosto in alta quota e difficile da raggiungere, dal tempio è possibile godere di una vista panoramica mozzafiato sull’ambiente circostante.

Questo tempio, nonostante sia tra i siti Buddhisti meno popolato da turisti, è un vero e proprio gioiello incastonato nei monti, dato che l’atmosfera che vi si respira è quella della quiete, della serenità e dell’immobile immutare della natura. L’ideale per immergersi nella meditazione contemplativa.

In origine, il tempio Drikung Thil  era il principale centro della scuola dei Kagyupa e ospitava una folta comunità di circa cinquecento monaci. Oggi, ne conta qualcosa poco più di duecento. Caduto in disgrazia nel  XIII secolo, a causa della rivalità per il predominio politico con il monastero di Sakya , il tempio venne saccheggiato dalle forze di Sakya alleate con le armate mongole del Gran Khan.

Ancora oggi il complesso si compone di più di cinquanta edifici di cui, il Tsuglakhang, la sala principale del santuario. Questo sorge su un bastione di solida pietra di circa venti metri di altezza, fronteggiato da una grande terrazza che in passato era il luogo dove si tenevano le lezioni; la sala del culto in questo edificio contiene molte statue – tra cui una statua centrale di Jigten Sumgön fatta di oro e rame, ornata di gioielli rari e cimeli oltre ad una grande guru del Guru Rinpoche, posizionata nell’angolo – e stupa mentre un chorten conserva i resti di Jigten Sumgön.

Ci sono diversi templi al di sopra della sala principale i quali – quasi tutti – contengono una statua di Jigten Sumgön a cui si accede attraverso ripidi scalini oppure scale di legno. Un piccolo edificio è dedicato a Abchi, la protettrice del monastero – raf gurata nelle sue manifestazioni paci che ed iraconde – mentre un sentiero di pellegrinaggio, kora, corre tutt’attorno al monastero.