Cosa si mangia sull’Altopiano Tibetano? Benché le alte vette, la rigidità delle temperature e la geografia piuttosto impervia, nei secoli il popolo tibetano ha sviluppato una dieta unica nel suo genere, frutto di continue contaminazioni della tradizione indiana e cinese. La onnipresente tsampa, una ricca e nutriente farina a base di orzo, così come carne di yak o il forte tè al burro, sono solo alcune delle unicità gastronomiche del Tibet. Tuttavia, c’è una cosa che la maggior parte dei tibetani non mangia. Il pesce. Certo, lo Xizang non ha sbocchi sul mare e quindi è difficile procurarselo, si potrebbe pensare, eppure qui abbondano laghi e fiumi che danno vita ad una delle più ricche faune ittiche dell’intero continente asiatico. Perché quindi i tibetani non mangiano il pesce? Le spiegazioni sono molteplici ed affiorano, ancora una volta, nella religione, ma anche in ancestrali credenze sciamaniche.
IL MERCATO DI LHASA: UNA PREGHIERA PER I PESCI
Iniziamo la nostra inchiesta dal mercato del pesce di Lhasa. Ebbene sì, nonostante la maggior parte dei tibetani non mangino pesce, qui è presente un mercato ittico. Di cui consigliamo vivamente la visita dato che è unico nel suo genere. Dal primo minuto di apertura, fino alla chiusura, per i vari banconi del mercato non è inusuale sentire una classica litania buddhista. Altri non è che un monaco che recita una delle tante preghiere per i pesci! Tuttavia questo mercato è unico anche per la clientela. Quasi tutti vengono in questo posto a Lhasa certo per comprare il pesce, ma per poi liberarli nel lago sagro a ridosso del Potala. Insomma, una incongruenza e contraddizione tutta tibetana, ma non c’è da sorprendersi.
L’ACQUA? UN DONO DEL MONTE KAILASH
Quali le ragioni di un simile rispetto per questi animali? In primis, i tibetani pensano che ogni bacino d’acqua, sia esso un fiume o lago, è sacro. Si pensa infatti che l’acqua in Tibet abbia origine dal Monte Kailash, la montana ritenuta “la più sacra” sul Tetto del Mondo pertanto è credenza ritenere i pesci come una benedizione da parte della sacra montagna. Inoltre i pesci, essendo piccoli animali, si pensa abbiano già vissuto molte vite e quindi, porre fine di nuovo alla loro esistenza, equivarrebbe ad un peccato, senza contare che i pesci, avendo al loro interno molte uova, sono portatori di vita e pertanto una loro uccisione, si crede in Tibet, “porterebbe alla morte di 10mila vite”.