IL TIBET ABBRACCIA “MISS HIMALAYA”

  • by Redazione
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  • 28 Gen 2018
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Il maggiolino Volkswagen color turchese degli anni 60 non sfreccerà più per le strade dell’Himalaya. Si è spenta qualche giorno fa, in Nepal, Elizabeth Hawley, la grande giornalista americana conosciuta come “Miss Himalaya”. La giornalista aveva 94 anni e per oltre sessanta ha documentato le conquiste delle vette sul Tetto del Mondo,  diventando l’archivio ufficioso dell’alpinismo internazionale.

Chiamata amichevolmente dagli scalatori la “Sherlock Holmes dell’Himalaya”, Hawley è scomparsa  a causa di una grave polmonite. Originaria di Chicago e laureatasi all’università del Michigan, Nel 1963 fu chiamata dalla Reuters per seguire la spedizione statunitense all’Everest. “Prima di montagna non sapevo nulla – diceva – preferivo il mare e la spiaggia. Ho dovuto imparare tutto”. Da allora è diventata l’archivio vivente di tutto ciò che accade sopra quota 8.000 metri, pur non avendo mai arrampicato.

Ma come da lei descritto “l’incontro con quelle montagne, con quei popoli e quella filosofia mi incantarono”. Tanto che decise di trasformare il Tetto del Mondo come sua nuova casa e dimora. Amica dei più grandi alpinisti specializzati negli Ottomila, da Sir Edmund Hillayr a Reinhold Messner, era considerata l’autorità assoluta, colei in grado di certificare o meno se uno scalatore avesse effettivamente raggiunto la vetta di una delle vette himalaiane. Fu proprio Elizabeth Hawley ha stilare il cosiddetto “Himalayan Database”, la più importante raccolta dati su quanto è avvenuto sulle montagne dell’area.

Nonostante i suoi 90 anni, “Miss Himalaya” non smise mai di lavorare, di ricercare e annotare le più grandi scalate. Commovente il ricordo di   Reinhold Messner, il re degli Ottomila che la giornalista americana ha più volte dichiarato come il più grande di tutti : “Miss Hawley è stata la massima istanza per noi alpinisti. Chi dopo una spedizione non si presentava da lei, per documentare le imprese, dava subito l’idea di avere qualcosa da nascondere, il suo archivio era il più completo. Con grande professionalità e precisione sentiva gli alpinisti e gli sherpa e documentava ogni singola impresa”.

Grande conoscitrice della cultura tibetana, la notizia della sua morte ha causato grande commozione anche nel mondo alpino cinese. Anche il governo locale di Lhasa, ha voluto ricordare questa grande donna che, lasciando ogni comodità nella sua casa americana, decise di stabilirsi sulle remote montagne himalaiane.