Estratto il più lungo nucleo a questa latitudine ed emessa una nuova legge per la migliore protezione dei ghiacciai
Con i suoi 324 metri di lunghezza, il nucleo ottenuto dal ghiacciaio Purog Kangri – il terzo più grande al mondo e il più spesso dell’altopiano Qinghai-Tibet – è un nuovo record fuori dalle zone polari. A più di 5mila metri sul mare e reso urgente dallo scioglimento dei ghiacciai, che ha già contribuito all’innalzamento del livello dei laghi in tutta la Regione (a cominciare proprio dal Qinghai). Utile dunque a fare luce sull’impatto del cambiamento climatico in quest’area, così importante per gli equilibri idrici ed ecologici di almeno 9 Paesi.
Quest’ultimo carotaggio fa parte di un progetto lanciato dal governo locale ad agosto e concentrato sul ripristino ambientale, sulla protezione ecologica e sullo sviluppo sostenibile. Un “lavoro di squadra”, tra l’Institute of Tibetan Plateau Research e gli scienziati ed esperti arrivati dagli Stati Uniti e dalla Cina – Paese quest’ultimo che, negli ultimi 40 anni, più ha investito nella glaciologia dell’Altopiano.
I 308 metri raggiunti nel 1992 perforando la Calotta di Guliya avevano significato poter accedere alle informazioni sull’ultimo ciclo glaciale nelle regioni subtropicali: cambiamenti nelle temperature e nelle precipitazioni, effetti delle eruzioni vulcaniche e impatti dell’inquinamento atmosferico. Da qui, l’importanza vitale di questa nuova perforazione – che aiuterà a capire ancora meglio le dinamiche e le tendenze, pertanto le giuste misure di mitigazione e prevenzione.
E, questo, perché il Tibet conta più di 21.800 ghiacciai che oggi coprono una superficie di circa 23.800 chilometri quadri. Considerati quelli in rapido scioglimento nella Regione “Torre dell’Acqua” e le conseguenze sui territori e le popolazioni, una priorità assoluta che l’Altopiano sta prendendo molto sul serio. In considerazione dell’inadeguatezza delle leggi esistenti in materia di protezione dei ghiacciai, come segnalata dalla Commissione per lo Sviluppo del Tibet, la Regione ha infatti adottato di recente una nuova normativa di Protezione ecologica e civile. Che definisce meglio le responsabilità, le strategie e le misure, anche in casi estremi, ma anche le sanzioni per le attività dannose. “Personalizzando” le misure in funzione della posizione dei ghiacciai – all’interno o all’esterno delle riserve e dei parchi naturali già esistenti o in costruzione.