LA VITA A LHASA DIVENTA SERIE TV

  • by Redazione I
  • |
  • 01 Ott 2024
  • |

Parola-chiave: autenticità

LA VITA A LHASA DIVENTA SERIE TV, Mirabile Tibet


Questo 2 ottobre, sulla rete pubblica cinese e sui siti di streaming cinesi e tibetani verrà messa in onda una serie televisiva davvero particolare: City of Daylight, girata principalmente nella famosissima Barkhor Street: cuore popolare di Lhasa, pulsante di architettura tradizionale e spiritualità, arti e mestieri, passato e modernità.

Più che una fiction, una preziosa documentazione e una testimonianza. Perché questa serie TV rinuncia allo sguardo esterno, di mera curiosità o “promozione”, a favore dell’autenticità. Raccontando il Tibet di oggi attraverso le aspirazioni e le vicende di sei giovani che inseguono i propri sogni ma basandosi sulle storie di centinaia di residenti. Di tre distretti, cinque contee e ogni età e professione, che la squadra cinese di sceneggiatori ha cominciato a intervistare a ottobre 2021 – raccogliendo in due anni più di un milione di parole. Storie di vita vera, snodate tra il Palazzo del Potala, il Palazzo Norbulingka, il Tempio di Jokhang e gli altri luoghi di riferimento della Città vecchia e intrecciate con il cibo, il tè dolce tibetano, gli indumenti, l’agricoltura, la Natura e le arti tradizionali, dall’Opera ai thangka e al ricamo.

Il tutto, dalla prospettiva non di un turista ma di chi a Lhasa ci vive da generazioni. Sotto le sue 3mila ore di luce del Sole all’anno, che rendono così diversi i colori e i sapori. Anche della vita – tra le passioni, i dubbi e le speranze delle nuove generazioni in una terra antica ma che continua a rigenerarsi.

Niente effetti speciali dunque, e niente colpi di scena come “magica arma” del successo. Shooting tra i 3.650 metri di Lhasa e i 5.200 della contea di Gamba, il primo a queste altitudini per una serie TV, e assoluta cura dei dettagli – a cominciare dalle abitudini linguistiche: sfumature, modi di dire, proverbi tibetani e loro uso, per i quali gli sceneggiatori hanno chiesto il consiglio dei drammaturghi più anziani del Teatro di Repertorio Tibetano. Per affinare tutte le battute, parola per parola, e preservare così la loro verità.