
Il più antico, alto e “longevo” sito neolitico in riva al lago e – a sorpresa – il dinosauro più piccolo al mondo: questi gli ultimi ritrovamenti delle squadre al lavoro sul ‘Tetto del Mondo’.

Il primo, a Shigatse – nel cuore dell’altopiano Qinghai-Tibet dove, come dicevamo a novembre, la scoperta continua. Questa volta, dopo 5 anni di scavi sul sito lacustre di Mapu Tsho portati avanti dall’Istituto regionale per la protezione dei reperti culturali e altre istituzioni, inclusa l’Università di Pechino. Una ricerca a oltre 4.4mila metri e su un’area di più di 1650 metri quadri, che ha riportato in superficie esemplari di fitoliti (depositi di silice nelle cellule vegetali), DNA antico e reperti risalenti a 4800 anni fa, tipici delle popolazioni est-asiatiche e di tutte le etnie indigene dell’Altopiano.
Una scoperta che svela molto sulle diverse strategie di adattamento alle condizioni climatiche e sul differente uso delle risorse, segnando così un’ulteriore pietra miliare nella ricerca sul Neolitico tibetano. Alla pari di quella sulle quasi “coetanee” rovine di Karub (‘Il Castello’), che ha recuperato 20mila frammenti di ceramica modellata – e persino riparata – a mano in doppio strato.

In quanto al piccolo dinosauro, si tratta di un sauropode vissuto nel Giurassico ben 170 milioni di anni fa. E che, fuori dalla città di Chamdo, assieme ad altri cinque suoi simili ha lasciato delle orme dagli 8,8 ai 15,5 centimetri – di solito molto rare e finora trovate solo nella Corea del Sud (12.2 centimetri) e nel centro della Mongolia (11,5-13 centimetri). Accanto a queste orme, sono stati trovati anche i segni – di circa 42 centimetri – dei più grossi dinosauri teropodi, molto rari nel Giurassico.
Tornando ai nostri piccoletti, due curiosità in più.
Come risultato dei diversi comportamenti (incluso il modo di camminare) e soprattutto delle diverse diete, a un dato momento questa specie ha sviluppato una caratteristica particolare: la separazione in due sottospecie per età. Infatti, quelli “giovani” appena rintracciati avevano dei corpi lunghi 2-3 metri mentre gli altri, “gli adulti”, arrivavano fino a 20-30 metri, con cuccioli di meno di mezzo metro.

Cosa ancora più importante, i fossili ritrovati intorno (di invertebrati marini, crostacei e gigli di mare) potrebbero significare che questa regione facesse parte dell’antico Oceano di Tetide. Infatti, il Qinghai-Tibet è il più alto, ampio, giovane e ancora in movimento altopiano della Terra, con sedimenti gradualmente diminuiti e col tempo – a metà Giurassico – “transitati” verso bacini interni.
Un ambiente di terra e tanta acqua dunque, che sta costringendo gli esperti ad aggiornare la mappa dell’evoluzione geologica ed ecologica. E a ricordare che, spesso, le grandi scoperte arrivano in forme piccole.