OTTO ANNI IN TIBET

  • by Redazione I
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  • 29 Nov 2024
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OTTO ANNI IN TIBET, Mirabile Tibet


L’incredibile storia di Alexandra David-Néel, l’indomita viaggiatrice diventata Lama

Anticonformista, femminista e un po’ “anarchica” fin da bambina. Grande studiosa, fertile scrittrice e ottima fotografa. La prima occidentale a mettere piede, 100 anni fa, in una Lhasa proibita agli stranieri dalle autorità britanniche. Una donna il cui desiderio di conoscenza niente e nessuno può fermare. Né le regole della buona società, secondo le quali una brava ragazza non viaggia mai da sola, né quelle della madre, per la quale l’unico destino concepibile e rispettabile è quello di un buon matrimonio.
A 20 anni, approfondisce in Inghilterra le filosofie orientali già lette da adolescente. Di ritorno in Francia, studia il Sanscrito presso l’Istituto Teosofico di Sorbonne. Ma, quello che in Occidente si sa e si insegna del Buddhismo, per lei è ancora poco. Così, a 22, Alexandra salpa per l’India. Un viaggio di un solo mese, che le permetterà però di imparare le tecniche di meditazione e di scrivere i primi libri.

OTTO ANNI IN TIBET, Mirabile Tibet


La vera occasione si presenta nel 1911. Con un viaggio pensato per 18 mesi e che, invece, dura 14 anni. In India, Nepal, Birmania, Giappone, Corea, Cina e Tibet – quest’ultimo, vissuto per un triennio nel Kumbum di Lusar. Anni nei quali Alexandra impara il Pali, traduce in Francese, medita nei monasteri e conosce il XIII Dalai Lama, che le esprime il suo apprezzamento e le consiglia di imparare il Tibetano. Soprattutto, anni nei quali accadono tre incontri cruciali.

L’amicizia con il principe Sidkeong di Sikkim, “il cancello del Tibet”, sarà fatta di scalate, di confronti sui testi antichi e dal desiderio condiviso di riportare il Buddhismo ai primi insegnamenti. L’incontro con l’eremita Gomchen Rinpoche, di conversione al Buddhismo e di un apprendistato di 2 anni nella caverna del maestro. Che le darà anche il nome iniziatico: “Lampada di saggezza”. Il terzo, per tutta la vita, sarà con l’allora quindicenne Lama Aphur Yongden – magnifico compagno di avventure che, nel 1929, diventerà suo figlio adottivo.

OTTO ANNI IN TIBET, Mirabile Tibet


Problema: dopo 5 tentativi e altrettante espulsioni da parte delle autorità britanniche, come raggiungere la Città Proibita? Traendo ispirazione da un monaco giapponese incontrato nel 1901 e che ci è riuscito fingendosi un pellegrino: travestita da mendicante tibetana, a piedi attraverso la Mongolia e assieme ad Aphur. Cenere umida sul viso e sulle mani per apparire più scura, 19 ore al giorno di camminata anche a 5mila metri, meditazione tummo per reggere il freddo, tsampa, tè tibetano e, quando il cibo non c’è più, pezzi di cuoio presi dalle scarpe e messe a bollire. A 56 anni Alexandra entra a Lhasa – dove rimarrà per 4 mesi, continuando a scrivere e a tradurre i testi antichi.

OTTO ANNI IN TIBET, Mirabile Tibet


Nel 1937, va a esplorare il Taoismo in Cina e, un anno e mezzo dopo, torna nel Tibet per un ritiro di 5 anni. Nel 1968, ormai centenaria, segue con grande interesse i movimenti studenteschi ma il richiamo dell’Oriente è più forte. Così, con un “non si sa mai”, rinnova il passaporto. E l’ultimo viaggio lo farà non molto tempo dopo, ma come cenere sparsa nel Gange. Lasciandoci una vita vissuta appieno, 30 libri, una biblioteca buddhista di 400 volumi e due insegnamenti. “Chi viaggia senza incontrare l’altro, non viaggia: si sposta” e “Siamo come onde, che vivono e rivivono”.