Nel frattempo Lo-ngam aveva architettato uno stratagemma, fissando delle punte di lancia d’oro sulle corna di cento tori, caricando dei sacchi di cenere sulle loro groppe.
Quando i tori si affrontarono, i sacchi si sfondarono e l’aria si riempì di cenere; in una polverosa confusione, Lo-ngam uccise il re, realizzando il cattivo presagio associato al nome del re.
Come ovvio, si può attribuire poca affidabilità storica a questi racconti, ma questo episodio può indicare tuttavia che si sia verificata una crisi epocale nel regno, quando i sovrani stabiliti furono sconfitti da un invasore straniero.
In tutti i casi è vero che da quel momento in avanti i re lasciarono le loro spoglie mortali sulla terra, dove furono sepolte nel cimitero regale di ‘Phyong-rgyas, non lontano da Yarlung, sovrastato dall’antico castello regale del Phying-ba’i sTag-rtse, ovvero Picco della Tigre.
Quelle che vanno quindi ricordate, sono essenzialmente due figure. Anzitutto quella di Nyatri Tsenpo che fu il fondatore del regno di Yarlung e della omonima dinastia nel Tibet meridionale. Anche se non esistono riscontri storici della sua esistenza, e la sua leggenda è stata tramandata dai tibetani nella locale tradizione orale, il suo regno sarebbe cominciato nel 127 a.C., anno che viene anche celebrato come il primo del calendario tibetano.
In seguito, a fissare il passaggio del Tibet-Xizang dalla sua epoca arcaica all’antichità storicamente documentata, la figura di Songtsen Gampo (o Sroṅ btsan sgam po). Questo sovrano, che visse tra i primi anni del sesto secolo e la metà dello stesso (le fonti, a tal proposito, non sono di grande aiuto), fu il trentatreesimo sovrano della dinastia Yarlung ed il primo Imperatore del Tibet.
Era discendente diretto del leggendario re Nyatri Tsenpo e figlio del re Namri Songtsen, di cui fu il successore alla morte avvenuta nel 629. Gli annali cinesi dell’epoca lo citano anche col nome Qizonglongzan