Quale è lo stato dell’economia tibetana? Pochi sanno, ma il PIL del Tetto del Mondo è uno dei più dinamici della Cina. Ripercorriamo le tappe che hanno portato il progresso e allo sviluppo di questa bellissima porzione di mondo.
In passato in Tibet esisteva solo l’artigianato tradizionale, con la produzione di tappeti, tessuti di lana, grembiuli colorati, stivali e ciotole in legno, e nessuna industria moderna. Dopo gli anni 50, l’industria non solo è stata creata, ma anche ha ottenuto un notevole sviluppo. Attualmente esistono i settori energetico, metallurgico, del carbone, meccanico, chimico, dei materiali da costruzione, forestale, dei fiammiferi, plastico, tessile, alimentare, del pellame, cartario e molti altri, per la maggior parte piccole imprese distribuite a Lhasa, Linzhi, Xigaze ed altre zone. Inoltre prosperano il moderno commercio, il turismo, il servizio postale, la ristorazione, gli svaghi culturali, l’IT e altre nuove industrie inesistenti nel vecchio Tibet.
Nel 2003 il valore generale della produzione industriale ha raggiunto i 2,77 miliardi di Yuan, moneta cinese, mentre l’industria occupava il 15% dell’economia regionale. In futuro il Tibet svilupperà l’industria e ne riaggiusterà la struttura, impegnandosi nell’utilizzo e riaggiustamento della produzione mineraria, forestale e dell’allevamento e rafforzando l’innovazione tecnica delle imprese industriali, al fine di aumentare la proporzione del valore industriale nell’economia.
L’agricoltura
La produzione agricola del Tibet, basata principalmente sulla zootecnia e sulla combinazione di agricoltura e zootecnica, ha le caratteristiche dell’altopiano freddo. Le differenze zonali e verticali sono evidenti. La coltivazione tibetana si concentra principalmente nelle valli dotate di buone condizioni naturali. Le colture non sono varie. La principale è l’orzo, insieme a grano, colza, piselli e scarso riso e mais. La superficie coltivata ad orzo, resistente al freddo, è ampia e distribuita nelle varie parti della regione fino a 2500-4500 m.di altezza.
La pastorizia
La pastorizia costituisce ancora la principale componente dell’economia agricola del Tibet e presenta una lunga storia e grandi potenzialità. La regione conta 82 milioni di ettari di praterie naturali, 56 milioni delle quali utilizzabili, un quinto del totale nazionale, rappresentando una delle 5 maggiori zone pastorizie della Cina. Le praterie sono di diverso tipo; più del 90% è costituito da steppe e praterie di altopiano, la cui erba è molto nutriente.
La pastorizia occupa il 60% del valore della produzione agricola del Tibet. Il bestiame principale è costituito da yak e pecore e capre tibetane, con un altissimo numero di yak. Lo yak è un mammifero particolare dell’altopiano, con le caratteristiche di resistenza al freddo e alla scarsità di ossigeno ed è definito “la barca dell’altopiano”. Lo yak produce molto latte e carne e può anche essere usato come mezzo di trasporto. La pecora tibetana ha le caratteristiche di resistenza al freddo rigido e all’aridità. L’allevamento della pecora tibetana permette alte rese economiche ed è ampiamente diffuso nella regione.
La Silvicoltura
In Tibet la superficie forestale raggiunge circa 6 milioni e 300 mila ettari, pari al 5% della superficie regionale, inferiore di gran lunga un valore alla media nazionale. Tuttavia le riserve di legname del Tibet superano il miliardo e 400 milioni di metri cubi, il che occupa il secondo posto nel paese, facendo del Tibet una fondamentale base di riserva di legname della Cina. Le risorse forestali regionali, per lo più le foreste vergini, sono distribuite lungo il corso medio-inferiore del Fiume Yalu Tsangpo, nella zona dello Shannan e nelle vallate della parte meridionale. Le foreste di conifere, soprattutto abeti, sono ampiamente distribuite e crescono rapidamente, per cui sono molto rare al mondo.
Tenendo in gran conto la costruzione ecologica, il Tibet ha stabilito 18 aree di tutela naturale di livello nazionale e provinciale che occupano il 33,9% della superficie regionale, sottoponendo ad una buona tutela il fragile quadro ecologico e della vita urbana e rurale dell’altopiano. Attualmente il quadro ecologico tibetano è ancora in linea di massima allo stato primordiale, per cui il Tibet è una delle zone della Cina sottoposte a migliore tutela ambientale.
I progetti di assistenza
Nella Regione autonoma tibetana, nota come “tetto del mondo”, per motivi storici e naturali lo sviluppo economico e sociale è rimasto a lungo arretrato. Nel 1994 il governo centrale ha tenuto la terza Conferenza sul lavoro di assistenza al Tibet, stabilendo 62 progetti che riguardano i settori agricolo, zootecnico, forestale, energetico, delle comunicazioni, postale e delle telecomunicazioni, con investimenti totali superiori a 4 miliardi e 860 milioni di Yuan, moneta cinese. Attualmente questi progetti sono stati ultimati e sono entrati in funzione, originando evidenti rese economiche e sociali.
Promuovendo lo sviluppo economico del Tibet, i 62 progetti di assistenza hanno anche cambiato il millenario stile di vita della gente dell’altopiano. Ad esempio gli abitanti di Lhasa possono ricevere ogni giorno i programmi di diversi canali satellitari; nella parte orientale della regione, alle sorgenti dei tre grandi fiumi, lo sfruttamento agricolo generale ha reso l’arido altopiano un’oasi piena di vita, mentre nella parte meridionale gli edifici scolastici ad un piano sono stati sostituiti da strutture a più piani, e i figli dei contadini sono entrati in scuole ampie e luminose, realizzando il sogno dei genitori; sulla piazza del Palazzo Potala, pavimentata con lastre di granito, sventolano tutto l’anno bandiere variopinte, attirando folle di visitatori. La piazza è ormai diventata una vetrina che presenta al mondo lo splendore dell’altopiano innevato.