Stava studiando alla scuola media ‘Beijing Tibet’, la ragazza nata a Lhokha, quando venne a sapere che un collega più grande di lei si era assicurato un posto all’Air Force University. Un’informazione che avrebbe fatto nascere un sogno – oggi, ad appena ventitré anni, diventato realtà.
«Volevo provarci per poter salvaguardare il cielo azzurro della Madre Patria», ha spiegato Kelsang Pedron. Ma, per una ragazza “normale”, «volare sembrava un sogno lontano». Cosa l’ha ispirata, dunque? Le prime due donne astronaute della Cina – Liu Yang, membro della prima spedizione con equipaggio umano del 2012, e Wang Yaping, la seconda donna cinese nello Spazio -, viste in un programma televisivo. O, meglio: le loro capacità, il loro coraggio e la loro determinazione.
L’occasione bussa alla porta quando il suo insegnante annuncia che l’Aeronautica dell’Esercito Popolare di Liberazione sta reclutando anche cadette, incoraggiando le studentesse a candidarsi. Con, chiaramente, l’approvazione e il supporto dei genitori – che Kelsang Pedron ottiene da suo padre «senza esitazione».
Dopo i test iniziali, che la selezionano su più di duecento candidate da tutto il Paese, la coraggiosa giovane si trova tra le quaranta ammesse all’Università di Changchun, nella provincia di Jilin. Dove, grazie ai suoi punteggi elevati, diventa la prima donna tibetana di sempre ad apprendere il pilotaggio militare – finora, e dagli anni ’70, “appannaggio” degli uomini tibetani nelle Forze Armate della Cina. La prima a volare su jet di base e avanzati.
«Adesso ho le mie ali, e superare la prova di volo in solitaria ha segnato un passo avanti verso il mio obiettivo di diventare, un giorno, un vero pilota da combattimento», ha dichiarato Kelsang Pedron. «Nella lingua tibetana, ‘Kelsang’ si riferisce a un bellissimo fiore che rappresenta il desiderio di felicità e fortuna. Perciò, continuerò ad allenarmi duramente per preservare la felicità e la fortuna della gente», ha proseguito.
Perché pilotare è insieme una sfida e un rischio, che richiede non solo delle eccellenti competenze tecniche ma anche un’elevata agilità mentale nonché le giuste capacità e attitudini. Capacità rispetto alle quali, come spiega il Colonello He Xiaoli – una delle prime donne cinesi piloti, nel PLA Air Force da quasi vent’anni – «non fa differenza se si è donne oppure uomini». E, questo, detto da una delle donne di uno squadrone tutto al femminile che, nel 2012, avrebbe realizzato il primo volo indipendente in Cina.
Un nuovo sbocco professionale dunque per le donne tibetane, finora attive soltanto nelle Forze cinesi di terra e di mare. Con l’augurio che Kelsang Pedron sia l’apripista della completa parità di genere in un settore a lungo considerato “dominio” maschile. E che diventi anche lei d’ispirazione per altre ragazze, pronte alla sfida dei cieli.