LA NUOVA VITA DEI SHERPA TIBETANI

LA NUOVA VITA DEI SHERPA TIBETANI, Mirabile Tibet


Siamo a Zhentang, in una contea della città di Shigatse al confine con il Nepal. Ai piedi dell’Everest tibetano Qomolangma e circondata di foreste, dove a circa 2mila metri sul mare vivono gli Sherpa. Che non sono un mestiere bensì un’etnia: quella della “gente dell’est”. Geneticamente, la più vicina alle popolazioni tibetana e cinese Han. Con una struttura sociale propria, una lingua solo parlata e simile al Tibetano ma che a Lhasa risulta incomprensibile, una cultura molto affine a quella dell’Altopiano e, oggi, una vita diversa da quella che eravamo abituati a immaginare.

Zhentang, letteralmente “percorso per il trasporto”, è un nome che risale a più di mille ani fa. Quando uomini e yak portavano grandi quantità di legname per la costruzione del Monastero di Sakya a 127 chilometri a ovest di Shigatse. Con l’apertura nel 2020 di un tratto autostradale e la diffusione dei servizi postali e di corriere, furgoni e camion hanno sostituito braccia e schiene. A lungo sfruttate per via dell’eredità genetica denisoviana, che ha reso gli Sherpa particolarmente adatti all’impegno fisico quasi “atletico” in alta quota.

LA NUOVA VITA DEI SHERPA TIBETANI, Mirabile Tibet


Nel villaggio, oggi ci sono giovani che (oltre ad acquistare qualche vestito online) creano e pubblicano dei video della zona per la gioia dei loro followers. Ci sono agricoltori, principalmente di orzo, patate e miglio, che hanno trasformato le loro case in piccoli spazi ricettivi pronti ad accogliere i visitatori. Ci sono “eredi” del patrimonio culturale immateriale, come la danza Zhentang Sherpa, che – da rispettati membri dell’amministrazione locale – promuovono la conoscenza e la tutela delle tradizioni, anche creando mini-classi nelle quali insegnare.  E ci sono negozietti, botteghe artigianali, colture e allevamenti, che hanno permesso la fioritura del commercio transfrontaliero e del turismo, quindi un nuovo (decisamente migliore) tenore di vita.

Compresi, certo, l’alpinismo e l’arrampicata – laddove gli Sherpa sono ancora la “spina dorsale” di qualsiasi spedizione in montagna. Capaci di guidare al meglio gli scalatori occasionali e, al contempo, di convertire le loro innate attitudini in una preparazione atletica che ha già registrato diversi record, di contribuire attraverso i loro più giusti compensi ai bisogni della comunità, inclusi scuole e ospedali, e di proteggere l’ambiente. Perché, da queste parti, ogni ruscello, foresta, grotta e montagna ha la sua divinità o il suo demone – da conoscere e trattare con rispetto.

Forza e armonia, dunque. In un equilibrio tra Cultura e Natura dal quale si può solo imparare.