L’avvento del covid-19 non benché abbia impattato la crescita del Tibet, non ha fermato del tutto l’economia del Tetto del mondo. Secondo gli ultimi dati ufficiali pubblicati da Qizhala, Presidente del governo regionale tibetano, il prodotto interno lordo della regione è cresciuto del 7,8% nel 2020. Per parlare di cifre, il PIL del Tibet ha superato i 190 miliardi di yuan (circa 29,2 miliardi di dollari) lo scorso anno. Un dato importante vista la situazione pandemica a livello mondiale.
Sicuramente anche il Tibet ha dovuto subire i contraccolpi di un rallentamento generale di alcuni settori economici, specialmente del settore turistico, una delle voci principali delle entrate di Lhasa. Tuttavia i relativi pochi casi registrati nella regione, hanno permesso che l’intero tessuto economico lavorasse pressoché senza troppi problemi rendendo possibile de facto una veloce ripresa delle attività. Il reddito disponibile pro capite per i residenti rurali della regione è cresciuto del 12,7%, mentre quello per i residenti urbani è aumentato del 10%. Il presidente Qizhala ha anche sottolineato gli enormi progressi compiuti dal Tibet nella riduzione della povertà, osservando che il reddito netto annuo pro capite della popolazione povera registrata della regione ha superato i 10.000 yuan.
“Oltre mezzo secolo fa, una riforma democratica ha liberato più di un milione di tibetani dalla servitù feudale”, ha detto Qizhala. “Oggi, la regione ha risolto il problema millenario della povertà estrema”. Il governo regionale ha fissato l’obiettivo di crescita del PIL del Tibet nel 2021 a oltre il 9%, ha affermato Qizhala, aggiungendo che il reddito disponibile pro capite dei residenti urbani e rurali della regione nel 2021 dovrebbe crescere rispettivamente del 10% e del 13%.