LHASA: ECCO COME VENGONO RITINTEGGIATE LE MURA DEL POTALA

Latte, miele, zucchero di canna e zafferano. Non sono gli ingredienti di una ricetta, bensì gli elementi che compongono la pittura delle mura del Potala. Pochi sanno, il palazzo del Potala viene dipinto una volta all’anno da migliaia di fedeli durante quel periodo che prevede il passaggio dall’autunno all’inverno. Il giorno in questione non è mai lo stesso, poiché il calendario tradizionale tibetano segue le fasi lunari sulla falsariga di quello cinese, tuttavia la tinteggiatura dovrebbe finire quando è l’annuale “Giorno della discesa del Buddha”, una delle festività più importanti dell’Altopiano. Tuttavia questa opera annuale di restauro, non è circoscritta al solo Potala, ma abbraccia anche il tempio di Jokhang estendendosi finaco ad altri templi ed abitazioni private.

LHASA: ECCO COME VENGONO RITINTEGGIATE LE MURA DEL POTALA, Mirabile Tibet

Questo rituale antico di quasi 400 anni, è rimasto pressoché immutato nei tempi. Ed ogni anno vi partecipano spontaneamente migliaia di fedeli. Costruito sulla collina Maburi, il corpo principale del Palazzo Potala è diviso nei due grandi segmenti del Palazzo Rosso e Palazzo Bianco. Con oltre 10.000 metri quadrati di superficie, la struttura comprende in realtà stanze, uffici, aree di studio, templi e torri. Tuttavia andando ad analizzare nel dettaglio l’immenso complesso palaziale, ci accorgeremo che le pareti del sono dipinte di quattro colori: rosso, giallo, bianco e nero. Secondo la tradizione il rosso rappresenta l’autorità (diritti economici, morali ed altro); il giallo rappresenta la prosperità (vita, fortuna, ricchezza e altri scenari fiorenti); il bianco rappresenta la pace (che consiste nell’eliminare malattie, guerre, carestie e altri disastri); il nero rappresenta la maestà del Buddha, al fine di allontanare il male.

LHASA: ECCO COME VENGONO RITINTEGGIATE LE MURA DEL POTALA, Mirabile Tibet

Nonostante i pigmenti di natura industriale sono oggi utilizzati, anche per facilitare il lavoro, è importante sottolineare che questi vengono ancora oggi mescolati con altri prodotti agricoli per creare delle miscele rimaste invariate nei secoli. Ad esempio la vernice bianca, viene mescolata con zucchero e latte. In questo modo il composto aumenta la sua viscosità, è più facile che rimanga attaccato alle pareti, così come aumenta la resistenza agli agenti atmosferici come vento, sole di montagna e neve.
Senza contare che i diversi prodotti agricoli naturali aggiunti ai pigmenti, dona alla struttura un colore traslucido e durevole, che serve non solo a proteggere la struttura, come abbiamo visto, ma anche per avvolgere l’intero Palazzo di un’aura di lucentezza e santità.

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E lo zafferano? Incredibile a dirsi, come registrato nei manuali antichi buddhisti, lo zafferano elimina gli odori e viene usato affinché i tintori possano lavorare senza fastidio alcuno. Tuttavia sono proprio questi uomini e donne ad essere i veri protagonisti. Da sempre la tintura del Potala viene considerato un must to do per ogni fedele tibetano, al pari di una kora o pellegrinaggio votivo.