Nel luglio del 2006 venne inaugurata ufficialmente la cosiddetta “Ferrovia del Cielo”, ovvero la linea Qinghai-Tibet, uno dei più importanti collegamenti ferroviari del sud-ovest del Paese. Potrebbe sembrare una semplice opera di costruzione di infrastrutture, ma analizzando i dati ed i numeri, ci possiamo accorgere sia della grande professionalità di chi ci lavorò sia dell’alto livello di tecnologia richiesti per una simile impresa. L’intera linea ferrata si estende per 1.956 chilometri tra la città di Xining, nella provincia di Qinghai, e Lhasa, capitale della Regione Autonoma del Tibet. La maggior parte del tragitto si trova a 4.000 metri sul livello del mare con l’apice a 5.072 metri, almeno 200 metri più in alto rispetto alla ferrovia peruviana che attraversa la catena delle Ande, precedentemente la linea più elevata del mondo.
In un certo senso si può dire che quest’opera è stato il coronamento di un sogno lungo oltre un secolo. Già nel 1912, poco dopo aver assunto la carica di primo Presidente della Cina, Sun Yat-sen aveva invocato la necessità della costruzione di una linea trans-tibetana e l’idea fu ripresa negli anni ‘50. Tuttavia il progetto fu rimandato a data da destinarsi sia a causa degli sconvolgimenti interni cinesi sia perché alla luce di molte indagini sperimentali il governo d’allora non si sentiva pronto ad affrontare la sfida. Con l’inizio degli anni 2000 e con nuove tecnologie il progetto ebbe finalmente inizio.
Nel 2005, l’allora Presidente della Repubblica Popolare Cinese Hu Hintao all’indomani della posa dei binari per la “Ferrovia del Cielo” inviò personalmente una lettera a tutti gli ingegneri ed operai che lavoravano sul posto elogiando il progetto come un punto di riferimento per gli anni a venire raggiungendo così un risultato importante per la modernizzazione della Cina, fornendo un mezzo di sviluppo economico e sociale per le regioni occidentali. Ed i risultati non tardarono ad arrivare. La nuova linea ferroviaria – progettata per fare in modo che potessero essere trasportati il 75% di tutti i carichi diretti sull’altopiano tibetano – ha permesso allo Xizang di essere collegato con le altre parti del paese e di tagliare i costi legati al trasporto con un grande margine capace di stimolare la non sempre florida economia locale.
La ferrovia aprì di fatto le porte della regione più remota del mondo, portando ad una crescita esponenziale dei numeri relativi al flusso turistico. Già sul finire degli anni ’80 la Regione era aperta ai visitatori, ma le oggettive difficoltà di comunicazione ne scoraggiavano il viaggio verso la faticosa ascesa delle bellezze custodite tra queste alte montagne. Per citare un dato concreto se nel 1987 erano stati solamente 44.000 i turisti arrivati in queste latitudini, nel 2015 le presenze sono state qualcosa come 20 milioni che hanno portato ad un giro di affari di 28 miliardi di yuan. Molte sono le famiglie tibetane che vivono nei parchi nazionali dove, oltre a tenere vivere proprie tradizioni, vi lavorano come guide, come ristoratori o come venditori di manufatti tipici locali. Questo è un pratico esempio di come il turismo sia diventato uno dei pilastri dell’economia tibetana. L’incremento nelle statistiche non afferisce soltanto al settore turistico, ma abbraccia vari settori caratterizzanti l’economia dello Xizang. Dal 2006, infatti, anno dell’apertura ufficiale della linea Qinghai-Tibet, l’economia tibetana è cresciuta battendo ogni record: i dati dicono che il PIL della regione autonoma è salito dai 25 miliardi di yuan del 2005 a oltre i 100 miliardi di yuan del 2015, con un tasso di crescita medio superiore il 10% su base annua.
Nell’ultima decade, per questa tratta ferroviaria ad alta quota sono transitati circa 115 milioni di passeggeri e 450 milioni di tonnellate di merci. Lhasa, la capitale tibetana, città più felice per sette anni consecutivi, negli ultimi 50 anni ha assistito ad una poderosa crescita economica cui si è accompagnato un miglioramento nelle condizioni di vita della popolazione: il prodotto della capitale ha visto un aumento di 319 volte tra il 1965 e il 2014 insieme ad un incremento nel reddito che si è elevato di 165 volte nello stesso periodo (in media, +11.1% annuo). L’apertura della ferrovia Qinqghai-Tibet, nel concreto, è stato un crocevia fondamentale nello sviluppo della Regione, questo perché ha permesso all’intero Xizang di entrare di fatto la regione nel nuovo millennio.